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Vela
Prada Cup, nuova barca per Luna Rossa: foil di seconda generazione e novità nascoste
“This is the America’s Cup, it’s not the father cup”, con questa Battuta Max Sirena ha lasciato interdetti i giornalisti anglosassoni e fatto cadere dalla sedia quelli italiani che, qualcuno dopo un attimo di stupore, hanno capito il riferimento alla Coppa de Nonno, famoso gelato Motta, oggi prodotto da Nestlè. Una battuta per sottolineare che non sono qui per giocare e che vale tutto. Chissà se anche il tentativo di far squalificare per una regata Ineos, già ammonito: un tentativo rischioso che potrebbe anche rivoltarsi contro il team italiano.
Il mood che ci hanno proposto i ragazzi di Luna Rossa, in questi giorni di vigilia della finale Prada Cup, è sempre stato positivo, allegro. Si scende in acqua per riuscire a battere Ben Ainslie e tutte le sue (e del resto dell’equipaggio) medaglie olimpiche. Max alla conferenza ha dato l’impressione di non mostrare il sentimento della preoccupazione, sempre allegro e sorridente; a chi ricordava che da quando ci sono le selezioni dei challenger per la prima volta in finale si affrontano due team europei, ha fatto notare che gli inglesi europei non lo sono più. Il baronetto Ben Ainslie, invece, si è presentato con la solita aria concentrata e imperscrutabile.
Nessuno pensa che sarà facile, ma nessuno pensa che sarà impossibile. Luna Rossa edizione volante è nata per vincere e vuole mantenere le promesse. Su Instagram il giorno prima della conferenza stampa lo skipper al servizio di sua Maestà, la Regina Elisabetta, aveva postato una foto in cui si allenava sulla bici da spinning per buttare giù qualche etto in vista del peso dell’equipaggio. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è che non si può mica perdere da uno che si allena in cyclette, quando i nostri si allenano con le bici da corsa sulle strade neozelandesi. Sulla barca italiana ci saranno dei nuovi foil, definiti di seconda generazione, delle nuove vele soprattutto per vento medio leggero, anche l’albero è stato modificato, ma secondo quello che ha svelato Max Sirena ci sono molte novità che non si vedono, si è lavorato molto sui software con cui si gestiscono le manovre e la regolazione delle vele, tanto che lo skipper si è lasciato andare a un’affermazione importante: abbiamo una nuova barca.
Quasi tutti sono comunque concordi nel pensare che il pronostico sia 50 e 50, ma è solo sulla carta e su quello visto nelle regate già corse tra i due challenger: la prima giornata ci farà capire di più, ma dovendo vincere sette prove su 13 e prevedendo il calendario regate distribuite in 9 giorni le condizioni che ci saranno sul campo di regata saranno importanti, quindi siccome non sempre l’area sarà la stessa e le previsioni meteo cambiano frequentemente, la battaglia sarà serrata. i primi due giorni già si preannunciano differenti: 8-11 nodi sabato, 11-17 domenica.
Dopo le polemiche della semifinale, quando non era stato rinnovata (nessuno lo aveva chiesto), la regola che permette di chiedere un ritardo della partenza di quindici minuti, in caso di qualche problema tecnico, è tornata. Il Challenge of Record, in accordo con il Defender, ha anche cambiato il limite massimo di vento da 23 a 21 nodi. Una scelta che gli inglesi non hanno gradito, anche perché con vento forte si sono sempre dimostrarti a proprio agio, ma che hanno accettato comprendendo le motivazioni legate alla sicurezza.
Su questa finale si gioca anche in parte il futuro della Coppa America: dopo aver svelato l’accordo tra inglesi e neozelandesi ecco che Bertelli, intervistato dalla Gazzetta, ha rivelato che il Challenge of record, nel caso Luna Rossa dovesse vincere dopo la Prada Cup anche l’America’s Cup, sarà Alinghi. Ernesto Bertarelli non si è perso una sola regata e non ha mai dimenticato le emozioni che la Coppa America gli ha regalato. Però fino a quando Larry Ellison e Russel Coutts non sarebbero spariti dal palcoscenico. probabilmente non sarebbe mai rientrato. Ora c’è l’accordo tra Luna Rossa e Alinghi per continuare verso la modernizzazione dell’evento, mantenere gli AC75, ma anche l’unicità della sfida tra Challenge e Defender senza farlo diventare un circuito tipo Formula Uno.
Stefano Vegliani
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Foto: Luna Rossa Press