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Luna Rossa, Jacopo Plazzi: “La barca di New Zealand ci ha stupito. Ma i foil piccoli sono un rischio”

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Mancano ormai solo quattro giorni all’inizio della Finale di Prada Cup tra Luna Rossa ed Ineos Team UK. Una serie al meglio delle tredici regate che decreterà la sfidante ufficiale dei Defender di Team New Zealand per l’America’s Cup, il trofeo sportivo più antico del mondo. La barca italiana presenta diverse novità rispetto alla semifinale con American Magic. Non è escluso, inoltre, che il Team Prada Pirelli, in caso di successo contro gli inglesi, possa adottare dei nuovi foil di chiara ispirazione neozelandese in vista delle regate di marzo.

Proprio i detentori del trofeo restano un punto di riferimento per gli avversari. Lo ha ammesso anche Jacopo Plazzi, giovane coach di Luna Rossa intervistato dal nostro Stefano Vegliani nella rubrica Sail2u in onda sulle pagine social di OA Sport: “Ti aspetti sempre che i neozelandesi tirino fuori qualcosa, sono all’apice di questo gioco da tanti anni e non è un caso. Non mi aspettavo però una barca fatta così. Ci aspettavamo l’evoluzione dei loro foil, perché ne hanno provati diversi negli ultimi anni su una barca più piccola. Quindi avevamo intuito in che direzione stessero andando. Per quanto riguarda lo scafo, siamo rimasti invece un po’ sorpresi. Hanno avuto tante idee interessanti. Quella barca lì, se la guardate, assomiglia alla tanto criticata Britannia 1, abbandonata come idea dagli inglesi stessi. Quindi questo significa che hanno guardato gli altri team, hanno capito in quale direzione andare, prendendo spunto dagli altri e apportando le giuste modifiche. Hanno avuto un approccio sia innovativo sia umile“.

Te Rehutai può considerarsi a tutti gli effetti un’imbarcazione estrema. Ciò comporterà dei rischi in determinate circostanze? Ce lo spiega Plazzi: “Forse i foil potrebbero essere un rischio, perché sono molto piccoli e questo è uno svantaggio in range di vento basso, anche se hanno sviluppato una tecnica che gli permette di abbassare molto il range in cui sono in difficoltà. Hanno fatto davvero un grande lavoro di configurazione del timone. Hanno rivisto anche il posizionamento dell’equipaggio a bordo per fare queste canoe molto strette: il trimmer ora è il primo della fila. Anche noi teniamo sempre un occhio sugli avversari. Sappiamo che negli altri team ci sono persone preparate quanto noi. Non siamo arroganti. Se trovi un modo di essere più veloce e guadagnare secondi, gli altri si adattano“.

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Foto: Luna Rossa Press

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