Sci Alpino

Sci alpino, Mondiali 2021: Lara Gut contro tutti in superG, Dominik Paris difende il titolo

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Aspettando e rinviando, Godot sembra essere arrivato. Sotto forma di bel tempo (per tutta la prossima settimana anche) e temperature più fredde già dalla scorsa notte, che possono aiutare a compattare il manto. Cortina 2021, giorno 4, il D-Day in cui finalmente si comincerà a gareggiare. In superG, come sempre accaduto ai Mondiali da Sierra Nevada 1996, tra l’altro l’unica rassegna nella quale l’Italia abbia saputo conquistare il medagliere finale.

L’attesa è tanta, diremmo quasi spasmodica, anche perché il calendario ora non lascia più spazio a rinvii: fanno 13 gare in 11 giorni, con tre prove cronometrate previste (due per la discesa maschile, solo una per la femminile, domani) e al prossimo stop si inizieranno a… cancellare competizioni. Solo che nessuno vuole ripetere l’esperienza di Morioka 1993, sia perché fu l’unico mondiale terminato senza la disputa di una prova (il superG maschile), sia perché l’Italia finì a zero nella casellina delle medaglie. Tra l’altro il prossimo pericolo si chiama vento, in arrivo da venerdì, e soprattutto nella prossima settimana.

In ogni caso, dalle 10.45 di questa mattina sarà tempo di far parlare sci, solette, racchette, testa e cuore. Il superG storicamente dice davvero bene all’Italia ai Mondiali, con tre titoli maschili dal 2007 (unica specialità in trionfo dai tempi di Alberto Tomba) e l’ultimo a livello femminile, tra l’altro proprio 24 anni fa esatti, cioè l’11 febbraio 1997, quando Isolde Kostner superò Katja Seizinger e Hilde Greg per il bis-iridato del 1996. Possibile ripetere l’impresa, con entrambi i sessi? Perché no, anche se i favoriti sono chiari e noti: Vincent Kriechmayr, austriaco, dominatore degli ultimi due superG disputati, e Lara Gut, prima in 4 gare su 5, in stagione (e 4 superG di Coppa in aggiunta al titolo mondiale è impresa riuscita solo a Lindsey Vonn, nel 2008-2009). Con un distinguo di non poco conto: gli avversari di Krechmayer sono stati decimati dagli infortuni (leggi Cochran-Siegle, Kilde e Caviezel, tutti vincitori quest’anno, i primi due a casa infortunati, l’ultimo in gara, ma non al meglio) e la pista di gara, italiani a parte, non la conosce nessuno (la Vertigine, testata agli Assoluti 2019); la ticinese, invece, già vincitrice tre volte in passato a Cortina (due in superG), dovrà guardarsi da Shiffrin (prima in Coppa nel 2019, campionessa uscente e finalmente tornata ad allenarsi in velocità, anche se solo 4 giorni), dalle austriache (che l’11 febbraio hanno già vinto l’oro in combinata 2011 con Fenninger e quello di slalom, nel 1993, con Buder), oltre alla campionessa olimpica Ledecka e alle outsider Lie, Gagnon, Grenier, Vlhova, Gisin, Worley.

Più l’Italia, ovviamente, che avrà dalla sua al femminile il tracciatore (Feltrin), un disegno con tanta curva, anche se non ancora quel ghiaccio previsto per le discese del weekend. Bassino («sono migliorata in superG») ha scelto ancora l’1, rischiando, con testa; Brignone vanta due podi in stagione nella specialità, Elena Curtoni («so che posso vestirmi di ‘metallo’») e Marsaglia (quella con più feeling, in passato, sull’Olympia delle Tofane) sono tutte da competizione. Una medaglia lancerebbe al meglio il mondiale azzurro. Paris («non sono ancora al top, ma in crescita, spero di aggiustare qualcosa. Non penso di avere perso talento e capacità») difende l’oro del 2019 e infatti gli azzurri al via con lui sono quattro, ciòè Innerhofer, il più accreditato e già iridato 2011 a Garmisch, Casse, di nuovo in forma negli ultimi allenamenti, Matteo Marsaglia, fratello di Francesca, e Buzzi. Anche qui i favoriti restano altri, ma i campioni siamo ancora noi…

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Foto: Lapresse

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