Sci di fondo

Sci di fondo, Federico Pellegrino vince la Coppa del Mondo sprint dopo l’ennesimo pasticcio della FIS

Pubblicato

il

Nella serata di martedì la Fis ha comunicato che la Coppa del Mondo di sci di fondo si concluderà con le gare dell’Engadina, in programma il 13 e il 14 marzo, senza che vengano recuperate le finali programmate per il weekend successivo. L’annuncio ha come logica conseguenza quello di porre fine alla corsa alle Coppe di specialità della sprint, per il semplice fatto che di sprint non se ne disputeranno più. Si tratta di un’ottima notizia per l’Italia e per la Slovenia, in quanto Federico Pellegrino e Anamarija Lampic possono festeggiare il trionfo nelle classifiche dedicate alle prove veloci. Cionondimeno, l’accaduto certifica viepiù come la disciplina sia allo sbando più totale, essendo una dinamica sportivamente iniqua e mediaticamente controproducente.

In primo luogo è sportivamente iniqua perché, dopo la tappa di Ulricehamn, gli sprinter sapevano di avere ancora un massimo teorico di 250 punti a disposizione. Invece la rinuncia della Norvegia a organizzare qualsiasi evento di carattere internazionale e la cancellazione della tappa di Nove Mesto causa restrizioni delle autorità tedesche in merito agli ingressi dalla Repubblica Ceca, hanno di fatto tolto qualsiasi sprint rimanente dal calendario. Ebbene, nel momento in cui è stato possibile recuperare quantomeno una tappa del massimo circuito in Svizzera, perché non si è cercato di rispettare il calendario originale (il 12 marzo a Oslo era programmata una sprint), anziché inventarsi format di gara senza capo né coda (una mass start breve, seguita da un inseguimento lunghissimo, mai visto nella storia della disciplina)? Di fatto, si impedisce a Gleb Retivykh, distante 70 punti da Pellegrino, di poter lottare per il successo. Non si può ridurre tutto alla logica partigiana di celebrare l’affermazione del valdostano. L’annuncio della Fis, in Italia, sarebbe stata accolto di buon grado e con toni trionfalistici se la situazione fosse stata opposta, ovvero con l’azzurro a inseguire un avversario e un calendario brutalmente troncato che, de facto, gli avrebbe tolto ogni possibilità di recuperare? Da un punto d’osservazione neutro, mutilare in questo modo la Coppa sprint è ingiusto.

In secondo luogo, e soprattutto, quanto accaduto è mediaticamente controproducente perché, in questa stagione, c’era davvero ancora poco in palio. Una dei rari temi di interesse riguardava proprio la lotta per la Coppa sprint maschile e per la classifica generale femminile. Invece, chiudendo baracca e burattini il 14 marzo, si pone fine a entrambe praticamente a tavolino, perché la matematica impedisce qualsiasi recupero. Come detto Pellegrino ha vinto la classifica di specialità veloce, mentre a questo punto la statunitense Jessie Diggins si è fregiata della Sfera di Cristallo assoluta. Insomma, se ancora poteva esserci qualche ragione per seguire lo sci di fondo dopo i Mondiali di Oberstdorf, essa è venuta meno. Davvero è stato fatto di tutto per tenere viva l’attenzione attorno alla disciplina anche a marzo? Davvero non si poteva in alcun modo recuperare almeno una sprint, assegnando punteggio pieno, in maniera tale da dare una ragione di esistere al weekend conclusivo? Davvero non si potevano disputare tre gare in Svizzera, in maniera tale da tenere viva anche la Coppa femminile grazie ai punti bonus previsti nelle 30 km mass start?

Verrebbe da dire che la stagione 2020-21 di sci di fondo si conclude come ha vissuto. In maniera triste e travagliata, in quanto eccezion fatta per un paio di tappe, non si sono praticamente mai visti tutti i migliori del mondo al via nello stesso weekend. A questo punto verrebbe da chiedersi che senso abbia ancora avere un circuito di Coppa del Mondo, se viene meno il suo scopo primario. La speranza è che almeno i Mondiali possano fornire uno spettacolo degno di questo nome, ma la natura non sta dando una mano. Le temperature primaverili previste in Baviera soprattutto nella prima settimana stanno generando grossi problemi, tanto che gli orari delle sprint sono già stati modificati (si partirà alle 11.30, anziché alle 15.15, per paura che la pista si possa sfaldare). Il meteo non può essere controllato, ma tutto il resto sì. In tempi di pandemia, si è visto come alcuni sport invernali abbiano saputo reggersi in piedi e parare ogni colpo sferrato dalle complicazioni generate dal Covid-19. Lo sci di fondo non è tra questi, ma anzi assomiglia a un pugile suonato ormai barcollante, che rischia di finire al tappeto da un momento all’altro.

FOTO: La Presse

1 Commento

  1. ale sandro

    24 Febbraio 2021 at 15:30

    Mi auguro che la dabbenaggine della FIS non impedisca che , a suo tempo, vengano giustamente celebrate e applaudite le vittorie nelle coppe sprint sia di Pellegrino che di Lampic. Sinceramente non hanno rubato niente a nessuno ed hanno meritato , in quanto si sono mantenuti al comando in un momento della stagione in cui era auspicabile potesse accadere qualunque cosa.
    Pellegrino poi con 3 vittorie su 7 gare individuali , o 4 su 9 considerando le Team sprint,è stato il più brillante di tutti gli sprinter presenti regolarmente alle gare , e in 6 anni su 7 finisce nei 3 la coppa di specialità, mi pare nessuno come lui.
    L’unica volta che fu quarto , lo scorso anno perse il podio di un punto.

    Il problema della FIS non è la cancellazione e basta, è tutta una sequenza di cose precedenti.
    Anzitutto l’incertezza sul calendario nel corso della stessa stagione, a un certo punto sembrava si dovessero fare più gare sprint in classico che in libera ed è finita al contrario.
    Non c’è un piano tempestivo di intervento, quando si verifica una cancellazione.
    L’incredibile idea di considerare poi ,anche se a punteggio ridotto ,le team sprint per la classifica individuale di specialità. Questo lo trovo davvero ingiusto.
    I format di gara inoltre , a cominciare dalle skiathlon , a mio parere senza senso, al posto di eventuali Gundersen decisamente più interessanti, o se proprio piacciono le gare in linea almeno siano mass start di medio chilometraggio, tipo 15 km.
    E poi anche la presenza in questo modo nel calendario del Tour de Ski , che rischia di diventare sempre di più un qualcosa a sé stante , o di troppo determinante per il risultato finale della Coppa del Mondo stessa.
    I Mondiali poi , anche come format sono la conferma di tutto questo. E’ davvero così difficile avere la team sprint a tecnica mista ed entrambe le sprint, oltre a riavere di nuovo l’inseguimento nella tecnica opposta alla gara a cronometro?
    Mi sembra che anche in altre discipline FIS ci siano non pochi problemi. Per quanto non sia esente da difficoltà , IBU rimane secondo me avanti anni luce nello sfruttare le proprie risorse.

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version