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Ciclismo

Tour de Provence, Giulio Ciccone stupisce per un’attitudine da corse di un giorno

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Giulio Ciccone, in quanto ottimo scalatore, è sempre stato indicato dai più come un potenziale buon corridore da corse a tappe. Tra gli U23 e i primi anni da professionista, però, pur raccogliendo tanti bei piazzamenti qua e là, non ha mai vinto una manifestazione di questo tipo. A livello World Tour, inoltre, non ha ancora colto una top-10 nella classifica generale di una gara di una o tre settimane. Al contrario, invece, nelle grandi classiche ha già sfornato ottime prestazioni, si pensi al quinto posto allo scorso Giro di Lombardia o all’undicesimo alla Clasica de San Sebastian 2019.

Più passa il tempo e più Giulio mostra di avere le qualità ideali per fare bene nelle gare in un giorno. L’Alfiere della Trek-Segafredo è esplosivo, veloce e istintivo al punto giusto. Una certa attitudine per le corse in linea si era già vista in maglia Bardiani, ad esempio quando, da neo professionista, concluse al trentaseiesimo posto l’Amstel Gold Race 2016 o quando vinse il Giro dell’Appennino nel 2018. Col passaggio nel World Tour, inoltre, Ciccone pare essere migliorato ulteriormente in tutti quegli aspetti del ciclismo necessari per primeggiare nelle classiche.

Nel 2019, appena sbarcato alla Trek, vinse, al termine di uno sprint a nove in salita, la seconda tappa del Tour du Var. In quell’occasione superò, grazie al suo spunto veloce, corridori come Thibaut Pinot e Romain Bardet. Al termine di quella frazione, vestì anche la maglia di leader della gara, ma la perse il giorno seguente andando in crisi sulle rampe del terribile Mont Faront.

Oggi, due anni dopo, su un arrivo un po’ più semplice, Giulio ha dato nuovamente conferma della sua rapidità cogliendo il secondo posto alle spalle di un atleta capace di competere con gli sprinter puri come Davide Ballerini. Al di là della piazza d’onore, però, la prestazione di Ciccone è stata davvero notevole. L’abruzzese è arrivato a meno di mezza ruota da Ballerini e ha battuto nettamente corridori adatti a questi traguardi come Alex Aranburu e Dylan Teuns.

Ciccone è un atleta forte su salite di ogni tipo, d’altronde ha conquistato una tappa del Giro d’Italia che prevedeva la scalata del Mortirolo. Tuttavia, ad oggi non ha dimostrato di essere al livello degli scalatori migliori e a cronometro fatica parecchio. Al contrario, invece, sembra avere tutto ciò che serve, dallo scatto bruciante alle doti di fondo, per essere competitivo in gare come le Classiche delle Ardenne e il Giro di Lombardia.

Anche Davide Formolo, nato uomo da corse a tappe, negli ultimi anni ha deciso di concentrarsi prima di tutto sulle gare in linea, scoprendosi capace di competere per il successo alla Liegi-Bastogne-Liegi e alla Strade Bianche. Ciccone potrebbe seguire un percorso simile e togliersi grandi soddisfazioni.

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Foto: Valerio Origo

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