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America’s Cup a due tra New Zealand e Ineos UK? Grant Dalton: “E’ un’opzione”

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Sembravano essersi smontate le voci di una possibile America’s Cup da svolgersi già nel 2022 tra i soli Defender di Team New Zealand e gli sfidanti, nonché Challenger of Record, di Ineos Team UK. Il nuovo regolamento varato ieri lasciava presagire, peraltro a più riprese, l’obiettivo non solo di contenere i costi, ma anche di fare in modo che sempre più compagini si avvicinassero al grande teatro della Coppa America. Per questo l’ipotesi che la Vecchia Brocca sarebbe stata contesa da appena due flotte in un evento da svolgersi nel mare dell’isola di Wight appariva più che altro come una boutade lanciata dai media neozelandesi.

In realtà sull’argomento è intervenuto direttamente Grant Dalton. Il CEO di Team New Zealand ha rivelato al NZ Herald che “certamente l’Isola di Wight è un’opzione“.

Il boss dei Kiwi ha spiegato le ragioni per cui si sta riflettendo su tale eventualità: “Vogliamo tornare (in Nuova Zelanda, ndr), ma dobbiamo pensare anche alla squadra. La mia responsabilità è garantire principalmente il benessere del team, la forza e la capacità di difendere la Coppa“.

Come facilmente intuibile, sulla questione ballano ingenti interessi economici. E’ vero che il Governo neozelandese ha confermato che sarebbe disposto a finanziare anche la prossima campagna di Team New Zealand, tuttavia esistono buone probabilità che i Kiwi possano perdere il proprio sponsor principale Emirates, che non sta vivendo di certo un periodo florido, come d’altronde tutte le compagnie aeree nel mondo zavorrate dalla pandemia. Senza Emirates i padroni di casa perderebbero la fetta di gran lunga più grossa della torta relativa alle entrate. Ed ecco che i milioni di euro promessi da Ineos UK farebbero gola, eccome, a costo di svolgere la Coppa America lontano dalla Nuova Zelanda e persino con il rischio di perderla a beneficio di chi non l’ha mai vinta in 170 anni, ovvero i britannici.

Qualche giorno fa il ministro Stuart Nash aveva dichiarato che “sarebbe estremamente deludente” se la prossima edizione dell’America’s Cup non si svolgesse in Nuova Zelanda. Persino James Spithill, timoniere di Luna Rossa, aveva risposto in questo modo ad una precisa domanda sull’argomento: “Sarei scioccato se i Kiwi non dovessero difendere la Coppa America in casa“.

Inutile girarci attorno: sarà il business a decidere le sorti della 37ma edizione dell’America’s Cup. Un gioco per pochi intimi o aperto a tutti coloro che abbiano coraggio e risorse per provarci? Conosceremo la risposta entro sei mesi. Intanto Dalton ha commentato anche la regola relativa alla nazionalità degli equipaggi, secondo cui ogni equipaggio dovrà essere composto al 100% da cittadini della nazione rappresentata o che vi abbiano risieduto per due degli ultimi tre anni : “E’ un ritorno al 1851, credo che sia un bene per l’evento“.

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Foto: Lapresse

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