Editoriali
America’s Cup, Luna Rossa non era “senza onore”? I neozelandesi cambiano idea come il vento
I pareri dei neozelandesi, nelle ultime settimane, sono stati un po’ come il vento che solitamente accarezza la baia di Auckland: mutevoli. Oggi è stato annunciato che l’America’s Cup di vela scatterà ufficialmente mercoledì 10 marzo. ACE, nel comunicato ufficiale, fa sapere che le regate si svolgeranno con grado di allerta 2 (in vigore ad Auckland a partire dalle ore 6.00 di domenica 7 marzo), dunque con presenza di pubblico ridottissima. Inoltre verranno utilizzati i soli campi di gara A ed E. Esiste tuttavia la concreta speranza che il Governo, qualora il quadro epidemiologico continui ad evolversi positivamente, già da lunedì 8 possa abbassare il livello delle misure restrittive da 2 ad 1: a quel punto non vi sarebbero limiti alla partecipazione degli spettatori.
Non si può non rimarcare, tuttavia, un drastico cambio di opinione da parte del comitato organizzatore. Ricordate quando, nei giorni precedenti gara-5 della Finale di Prada Cup, ACE ed Ineos Team UK chiedevano che le regate fossero spostate al 26 febbraio, di modo da consentire la piena presenza del pubblico? Luna Rossa si oppose, appellandosi al regolamento che prevedeva il termine massimo della competizione per il 24 febbraio e, soprattutto, la possibilità di gareggiare a porte chiuse anche con allerta 2, come previsto dal protocollo ratificato da tutte le squadre partecipanti. Il Team Prada Pirelli, in quella occasione, fu letteralmente bersagliato dai Kiwi. In particolare, lo scorso 18 febbraio, Tina Symmans, presidente di America’s Cup Events (ACE), aveva duramente attaccato la flotta italiana con parole ingiuriose: “Speravamo che aveste un po’ più di onore e rispetto nei confronti di questo Paese“. 15 giorni dopo, a proposito di onore, è proprio ACE a prevedere le regate con allerta 2! Cosa è cambiato nell’arco di poco più di due settimane?
E che dire poi del doppio timoniere che Emirates Team New Zealand sta provando da giorni in allenamento? Si tratta di una soluzione rivoluzionaria inventata da Luna Rossa. La compagine italiana aveva subito i sorrisini ironici da parte degli avversari per aver adottato questo stratagemma. Ora non solo i Kiwi stanno provando ad imitarlo, ma lo stesso Ben Ainslie aveva ammesso che avrebbe fatto comodo anche ad Ineos. Peter Burling, timoniere di Te Rehutai, aveva lasciato intendere che i padroni di casa non erano per nulla preoccupati dalle capacità di manovra di Luna Rossa. “E’ la velocità che conta. Se non sei veloce, non vinci“. Come dire: siamo certi delle super prestazioni della nostra barca a tal punto che non ci impensieriscono partenze e virate. Tuttavia da ormai una decina di giorni i Kiwi stanno provando il doppio timoniere in partenza: dai video provenienti da Auckland si vede chiaramente come Burling non si sposti più da un lato all’altro della barca. I Defender, a questo punto, evidenziano un pizzico di preoccupazione relativamente alle qualità di Luna Rossa in fase di pre-partenza. Va detto che gli italiani stanno lavorando a questa soluzione da tre anni, i campioni in carica solo da qualche giorno. Fa specie tuttavia prendere atto di come i neozelandesi abbiano radicalmente cambiato idea sia per la questione dell’allerta 2 sia per il doppio timoniere.
America’s Cup, Murray Jones snobba Luna Rossa: “New Zealand vincerà facilmente, è molto più veloce”
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