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America’s Cup, Francesco Bruni: “Luna Rossa è migliorata, ma non sappiamo dove sia NZ”
L’America’s Cup di vela non inizierà prima di mercoledì 10 marzo. Le prime quattro regate, originariamente previste per le giornate del 6 e 7 marzo, sono state rinviate a causa delle restrizioni di livello 3 attualmente vigenti ad Auckland ed in vigore per una settimana. Oggi Luna Rossa ed Emirates Team New Zealand si sono sottoposte comunque alle operazioni di stazza, nonostante gli avvocati del Team Prada Pirelli avessero chiesto uno spostamento di due giorni del declaration day.
Francesco Bruni, co-timoniere di Luna Rossa, in una intervista sul canale Youtube del Giornale della Vela ha dichiarato che il rinvio delle prime gare non sposterà più di tanto gli equilibri: “A noi non cambia moltissimo. Alla fine sono quattro giorni da sabato a mercoledì, sono tre anni che prepariamo questo momento. Cambierebbe se non ci consentissero di allenarci, invece non sarà così. Siamo stati fermi solo nel week-end, sabato e domenica. Sul declaration day so che gli avvocati stanno parlando per spostarla, ma anche quella non ci cambia un granché. Siamo pronti per presentarla. Non credo che, se venisse spostata, sulla nostra configurazione cambierebbe molto. Credo la stessa cosa anche per Team New Zealand. Né noi né loro abbiamo pezzi fondamentali che cambiano le cose in 48 ore“.
Il siciliano ha spiegato su quali dettagli si è concentrata Luna Rossa negli ultimi giorni: “Stiamo lavorando sulle vele. Abbiamo tante vele che sono arrivate nuove, ma anche alcune vecchie con delle modifiche. Sui foil abbiamo provato delle cose nuove: non rivoluzioni, ma piccole modifiche. Poi si vedrà qualcosa di nuovo sull’aerodinamica della coperta. Si tratta sempre di piccoli miglioramenti, è difficile fare rivoluzioni in pochi giorni, nonché un po’ rischioso“.
Il classe 1973 ammette che i Kiwi potrebbero rappresentare un osso durissimo in condizioni di vento sostenuto: “Da qualche mese a questa parte loro sono quelli con i foil più piccoli, ma con flap grandi. E’ una combinazione che gli dà un buon controllo nell’altezza del volo. Teoricamente potrebbero avere qualche difficoltà con brezza leggera, in realtà, guardandoli, sembrano molto solidi anche con poco vento. La parte aerodinamica dello scafo è un qualcosa che davvero hanno fatto solo loro. Hanno questo pozzetto scavato e un aumento della superficie velica in basso: con vento forte potrebbe aiutarli. Dobbiamo vederci in acqua e capire le performance delle barche. Mi sentirei abbastanza sicuro se le imbarcazioni andassero più o meno alla stessa velocità. Abbiamo avuto il vantaggio di disputare tante regate e si è creato un buon affiatamento con Spithill e Sibello. Peter Burling è un grandissimo talento, ha vinto tutto. E’ molto giovane. L’unica cosa che spero è che gli manchi un po’ di esperienza rispetto a me e Spithill, che abbiamo tanti anni alle spalle”.
Francesco Bruni non esclude che Te Rehutai abbia realmente toccato i 110 km/h in allenamento (suo fratello Gabriele Bruni ha definito invece “assolutamente false” queste voci): “Non ho idea se New Zealand abbia toccato i 60 nodi. La velocità di punta potrebbe anche essere un problema alle basse velocità. Se l’hanno fatto, quasi spero che sia vero“.
Luna Rossa resta una barca progettata per eccellere con una brezza lieve, ma è migliorata molto anche con vento forte, come hanno dimostrato alcune vittorie contro American Magic ed Ineos UK. Bruni ha ribadito questo concetto: “Siamo molto migliorati anche con vento forte dall’inizio. Abbiamo guadagnato un 10% di performance. Il punto è che non sappiamo dove si trovi Team New Zealand. E’ tutta un’incognita“.
Foto: Luna Rossa Press
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