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America’s Cup, Ineos sarà Challenger of Record. Regola sulla nazionalità anti-Alinghi, AC75 confermati
Era ormai il segreto di Pulcinella, ora è arrivata anche l’ufficialità: saranno i britannici di Ineos Team UK a ricoprire il ruolo di Challenger of Record dei Defender di Emirates Team New Zealand per la prossima edizione dell’America’s Cup, di cui ancora non si conoscono né la data né la sede.
“Il Royal New Zealand Yacht Squadron ha ricevuto e accettato la sfida per la 37ma edizione dell’America’s Cup dai nostri amici britannici di lunga data del Royal Yacht Squadron Racing“, ha dichiarato il commodoro Aaron Young. Ricordiamo che la compagine inglese è finanziata dal pluri-miliardiario Sir James Ratcliffe, una persona che, quando si mette in testa una cosa, spesso la ottiene (basti guardare ai successi a raffica ottenuti dalla Ineos nel ciclismo).
E’ stato comunicato che il luogo e la data della prossima Coppa America verranno resi noti entro sei mesi. Prende corpo l’ipotesi che possa venire confermata Auckland, come ha spiegato Young: “In questo momento Emirates Team New Zealand è in fase di negoziazione esclusiva con il Governo neozelandese, che si spera ospiterà l’evento in Nuova Zelanda. Senza dubbio è la nostra preferenza“.
Le nuove barche AC75 verranno confermate addirittura per i prossimi due cicli di Coppa America e ciò rappresenterà una condizione per l’ingresso di nuove sfidanti (in sostanza, chi si iscrive dovrà sottoscrivere che, anche in caso di vittoria, manterrà in vigore questa classe anche per l’edizione successiva). Inoltre, nell’intento di contenere i costi, ogni Yacht Club potrà costruire un solo nuovo AC75 in vista della prossima America’s Cup (ma sia i neozelandesi sia i britannici potrebbero dare vita a dei “team satellite” di diversa nazionalità, sul modello di quanto accade in F1 o MotoGP…).
“Uno dei nostri obiettivi è aumentare il numero degli sfidanti e limitare i costi. Per questo confermare le barche utilizzate nell’ultimo ciclo ci è sembrata una decisione ovvia“, ha spiegato Young.
E’ stata poi prevista una stringente regola relativamente alla nazionalità della flotta. Ogni squadra dovrà essere composta al 100% da marinai in possesso al 19 marzo 2021 della cittadinanza del paese che decide di iscriversi alla Coppa America. Sono previste però due eccezioni. In primis sarà possibile schierare anche uno straniero, ma solo a patto che abbia risieduto fisicamente per due degli ultimi tre anni prima del 18 marzo 2021 nel Paese che presenta l’iscrizione (potrebbe dunque essere il caso dell’australiano James Spithill per Luna Rossa). Inoltre sarà prevista una eccezione, con disposizione discrezionale, per quelle nazioni considerate “emergenti”.
La regola sulla nazionalità è stata pensata dai neozelandesi per evitare quanto accadde nel 2000. All’epoca Russell Coutts e tanti altri Kiwi furono attratti dalla proposta milionaria di Ernesto Bertarelli. Si verificò dunque una vera e propria diaspora: i detentori del trofeo si videro ‘scippare’ dalla Svizzera i propri migliori velisti, con il risultato di perdere proprio contro Alinghi le due successive edizioni dell’America’s Cup. Dunque il regolamento attuale farà sì che l’episodio non possa ripetersi: si vocifera in proposito che Peter Burling avesse già ricevuto qualche offerta molto interessante…
Nei giorni scorsi gli svizzeri di Alinghi avevano manifestato il proprio interesse verso un possibile ritorno in Coppa America. Non si sarebbero aspettati, tuttavia, una regola che somiglia molto ad un cancello di sbarramento. Appare molto arduo pensare che Bertarelli decida di investire milioni di euro per affidare poi la barca ad un equipaggio completamente elvetico… Intanto è già certa la partecipazione di Luna Rossa, come ha confermato ieri il presidente Patrizio Bertelli.
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MAX SIRENA: “VOGLIO CONFERMARE SPITHILL E BRUNI”
Foto: Luna Rossa Press