Vela
America’s Cup, Luna Rossa regala una delle regate più belle della storia. Uno spettacolo miliare della vela
La America’s Cup si è arricchita di una nuova pagina memorabile di storia, che verrà sicuramente consegnata ai posteri e che davvero rappresenterà un pilastro indelebile per gli appassionati di questo sport. Quanto successo oggi nella gara-9, andata in scena nella baia di Auckland (Nuova Zelanda), può essere sicuramente considerato come una pietra miliare della barca a vela sportiva. Se fossimo in un’altra epoca, la registrazione sarebbe da conservare in un VHS (la cara e vecchia video-cassetta) e andrebbe proiettata nelle scuole di nautica, ora ci sono i video caricati in rete ma il concetto non cambia: siamo di fronte a una regata manifesto, la massima esaltazione della competizione sportiva più antica al mondo.
La Coppa America nacque nel lontanissimo 1851, sono passati 170 anni e il fascino della kermesse è intatto: storia e innovazione si abbracciano e si fondono, tecnologia e tradizione vanno avanti di pari passo. Non è soltanto un evento velico pensato per gli esperti, ma è in grado di fare palpitare i cuori di tantissimi tifosi e semplici appassionati, è capace di catalizzare le folle e di rendere l’Italia un Paese di 60 milioni di velisti, proprio come quando l’intera popolazione si trasforma in CT duranti i Mondiali di calcio (che è sport nazionale proprio come la vela e il rugby lo sono in Nuova Zelanda).
Luna Rossa fa alzare le pulsazioni a un Paese intero e sempre più sveglie sono puntate alle 04.00 del mattino per seguire le gare. Anche sotto per 3-5 contro Team New Zealand. La gara-9 (l’unica disputata oggi vista la cancellazione della successiva prova a causa dl vento instabile) è stata estremamente avvincente, appassionante, equilibrata, emozionante. Le due imbarcazioni hanno dato vita a un corpo a corpo palpitante e commovente, Team Prada Pirelli ha tirato fuori tutto il suo cuore e ha cercato di lasciarsi alle spalle un’imbarcazione più veloce di 1,5/2 nodi.
Gli uomini di Max Sirena ci sono riusciti per lunghi frangenti, sfoggiando un talento naturale in fase di manovra e piazzando le virate nel momento giusto. Hanno sfoderato un colpo di classe al termine della prima poppa spingendo la flotta di Peter Burling fuori dalla layline, hanno sfruttato bene il boundary e letto bene il campo di regata. È bastato per quattro lati e mezzo, non è stato sufficiente di fronte all’ultima accelerazione di Te Rehutai, che opera il sorpasso in extremis e vola sul 6-3 nella serie. Il Defender ha ipotecato la Coppa America (ma non è ancora finita…), Luna Rossa ha contribuito a scrivere una pagina di storia della vela.
Si è detto più volte che gli AC75 fossero noiosi, ma oggi si è dimostrato che gli equipaggi possono regalare spettacolo se si trovano nelle giuste condizioni per farlo. Questo spettacolo vale un’intera competizione. Domani si torna in acqua per gara-10 e l’eventuale gara-11, Luna Rossa deve vincerle entrambe per tenere aperto il discorso.
Foto: Lapresse