Seguici su

Editoriali

America’s Cup, New Zealand ha la barca migliore. Luna Rossa rimpiange le occasioni perse

Pubblicato

il

Come si ripete spesso e, soprattutto, come insegna la storia, è sempre la barca più veloce a vincere la Coppa America. In questa 36ma edizione in corso di svolgimento ad Auckland non vi sono dubbi che tale imbarcazione sia quella di Emirates Team New Zealand. Lo si era capito sin dalle prime regate, ma con il passare dei giorni il gap nei confronti di Luna Rossa è dilatato. I Kiwi non disputavano una competizione dallo scorso dicembre, avevano bisogno di migliorare l’affiatamento e la comunicazione a bordo, nonché la qualità delle manovre.

Una volta che sono stati limati alcuni dettagli, Te Rehutai è diventata un vero e proprio tornado, capace di sviluppare in media una velocità di 1,5/2 nodi in più rispetto a Luna Rossa sia di bolina sia di poppa. Nella vela si tratta di un gap importante e significativo, che alla lunga fa la differenza, soprattutto in una serie al meglio delle tredici regate. Il Team Prada Pirelli ha visto anche ridursi il vantaggio in fase di manovra, in particolare per quanto riguarda le strambate di poppa. Quando devi competere con un mezzo inferiore, seppur non di molto, spesso anche la perfezione non basta.

Oggi Luna Rossa ha disputato una regata spettacolare, che passerà alla storia della Coppa America, con continui sorpassi e capovolgimenti. Ha vinto la partenza, da sottovento ha spinto gli avversari quasi fuori dal campo al termine del secondo lato, è stata più aggressiva che mai. Eppure ha perso. E sarebbe sbagliato attribuire la sconfitta ad una scelta tattica sbagliata: siamo davvero sicuri che, pur seguendo i neozelandesi verso il lato destro del campo durante l’ultima bolina, gli italiani avrebbero poi portato a casa la regata?

Te Rehutai ha mostrato un potenziale debordante: con i suoi foil piccoli, piatti ed a forma di T si può già definire una barca AC75 di seconda generazione, dunque un passo avanti rispetto a Luna Rossa ed anche alle altre sfidanti che utilizzano le ali a Y. Si tratta di un mezzo che riesce a navigare senza particolari patemi anche negli scarichi dell’avversario, peraltro a tratti guadagnando addirittura terreno! E’ stato emblematico come i neozelandesi, dopo essere caduti dai foil dopo la virata del gate-2, siano sprofondati a 250 metri di distanza da Luna Rossa, colmandoli poi nell’arco di poco più di 30 secondi! Inoltre, una volta presa la testa della gara, si sono poi involati durante l’ultimo lato di poppa, guadagnando in un amen quasi mezzo chilometro. Un film peraltro già visto: quando Te Rehutai è al comando, per Luna Rossa diventa imprendibile.

Che i Defender dispongano della barca migliore è oramai assodato. Eppure non erano (o non sono…) imbattibili. Oggi la flotta italiana non può avere rimpianti, tuttavia non si possono dimenticare le tante, troppe occasioni sciupate nei giorni scorsi. L’orzata nella prima regata nel tentativo vano di ottenere una penalità, il tasto sbagliato di Francesco Bruni (quando però gara-4 era ormai compromessa), la caduta dal foil nel pre-partenza di gara-6, per non parlare degli oltre quattro minuti sperperati ieri a causa di una manovra che, con il senno di poi, si sarebbe potuta affrontare con maggiore prudenza per evitare che la barca spanciasse sull’acqua, senza  poi riuscire più a decollare per i successivi 8 minuti e mezzo.

A Luna Rossa è mancato un pizzico di cinismo. Si è ritrovata per due volte in vantaggio (sul 2-1 e 3-2), tuttavia non è riuscita a giocarsi al meglio le proprie carte, soprattutto nella sesta regata, per provare a piazzare un allungo nei confronti dei padroni di casa. Forse anche il 4-2 non avrebbe mutato l’esito finale di questa America’s Cup; forse la superiorità di Te Rehutai, alla lunga, sarebbe comunque emersa. Eppure resta il dubbio che, in vantaggio di due punti, sarebbe potuta essere tutta un’altra storia per il Team Prada Pirelli. Come avrebbero reagito mentalmente i favoritissimi padroni di casa? La pressione li avrebbe condotti a commettere qualche errore di troppo? Non lo sapremo mai. Al cospetto di una barca più forte, sarebbe servita la perfezione assoluta per portare a casa l’impresa. E Luna Rossa perfetta lo è stata solo a tratti. Dispone però ancora di una piccola speranza per provare ad esserlo. Do you believe in miracles?

Credit: ACE Studio Borlenghi – America’s Cup Press

IL NUOVO CALENDARIO DI LUNA ROSSA-NEW ZEALAND DOPO IL RINVIO DI OGGI

LA CRONACA DI LUNA ROSSA-NEW ZEALAND 3-6

ANNULLATA GARA-10 PER VENTO INSTABILE

VIDEO: HIGHLIGHTS E SINTESI GARA-9. SORPASSI A RIPETIZIONE

PROGRAMMA, ORARI E TV DI MERCOLEDI’ 17 MARZO

VIDEO: IL SORPASSO DECISIVO DI TEAM NEW ZEALAND A LUNA ROSSA

GARA-9 POSTICIPATA PER VENTO INSTABILE

1 Commento

1 Commento

  1. Gianky

    16 Marzo 2021 at 07:29

    Partendo dalla assodata evidenza che Luna Rossa è più agile nelle manovre ma più lenta nella velocità lanciata rispetto ai Kiwi, su 6 sconfitte, ben 3 sono nate dopo aver dominato i Kiwi nel match-tace salvo poi averli lasciati andare nell’illusione di aver scoperto un lato migliore. I nostri avversari sono più veloci ma noi sappiamo manovrare meglio, l’unica speranza di batterli era quella di continuare a sporcargli il gioco stando attaccati ovunque, perché nel momento in cui li lasci liberi sviluppano comunque tutta la loro potenza senza limiti e ci surclassano.
    Ti fregano una, due volte, alla terza vuol dire che meritiamo proprio di perdere vista la pochezza di strategia nell’indistere su una tattica suicida.
    Se proprio devi perdere, combatti fino all’ultimo centimetro portando l’avversario sul tuo territorio preferito, il match-tace, invece di lasciarlo improvvisamente libero di lanciarsi.

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità