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America’s Cup, Peter Burling e i dubbi dopo la caduta in barca. Col doppio timoniere non succede. E Luna Rossa…
Team New Zealand non è indistruttibile come si è raccontato per due mesi. Non è inscalfibile come gli stessi Kiwi hanno voluto far credere al mondo intero. Non è imbattibile come il Defender in persona pensava di essere fino a ieri. I detentori della America’s Cup sono vulnerabili e lo hanno dimostrato in avvio del match race che mette in palio il trofeo sportivo più antico al mondo: Luna Rossa ha battuto i padroni di casa in una rovente gara-2, è stata perfetta in partenza e ha messo in ginocchio la corazzata neozelandese nella sua baia di Auckland. I volti tramortiti di Peter Burling e compagni parlano da soli: credevano di vincere con un comodo 7-0, invece si trovano impegnati in una battaglia corpo a copo che non si aspettavano.
Indubbiamente il ko patito nel Golfo di Hauraki mina le certezze dei padroni di casa e il punteggio di parità (1-1) non lascia di certo dormire sonni tranquilli. Gli uomini di Matteo de Nora hanno vinto gara-1 anche grazie a una sbavatura in partenza dell’equipaggio italiano, ma in quella regata è balzato agli occhi anche l’attimo di paura in cui è incappato il timoniere Peter Burling. All’inizio dell’ultimo tratto di bolina, infatti, il detentore del trofeo è scivolato sulla barca mentre stava passando dal lato destro a quello sinistro dello scafo.
Un’operazione necessaria per prendere le redini del timone, ma resasi complicata perché il Campione Olimpico di 49er è caduto sulla sua Te Rehutai. Si è subito rialzato ed è andato a ricollocarsi nel pozzetto con grande rapidità, ma gli attimi di spavento non sono mancati e anche questa è la dimostrazione che Team New Zealand ha qualche criticità. Saranno arrugginiti dopo più di due mesi senza regate ufficiali, come hanno dichiarato loro stessi, e indubbiamente non sono perfetti.
Un errore che fa tornare alla ribalta il tema del doppio timoniere, soluzione copiata da Luna Rossa e provata durante gli allenamenti delle ultime settimane. James Spithill e Francesco Bruni sono ben saldi ai loro due timoni e non devono spostarsi incorrendo in questo genere di pericoli. Max Sirena aveva pensato a tutto quando aveva deciso di adottare questo schema e ora si stanno vedendo tutti i frutti, mentre Peter Burling vola malamente a terra in piena regata (per sua fortuna con un vantaggio già cristallizzato). Cambierà qualcosa a bordo di Team New Zealand o si valuterà questo inciampo come qualcosa di fortuito? Staremo a vedere. Si ritorna in acqua venerdì 12 marzo (ore 04.00) per gara-3 e gara-4.