Sci di fondo
“Atleti fuori condizione, per l’Italia la prima settimana del Mondiale è stata una Caporetto” ‘L’ululato del Bubo’ con Fulvio Valbusa
I Mondiali di sci di fondo di Oberstdorf 2021 sono a metà del guado, in quanto sono stati assegnati sei dei dodici titoli inseriti nel programma. I grandi protagonisti della manifestazione, sinora, sono stati Johannes Høsflot Klæbo e Alexander Bolshunov in campo maschile, mentre fra le donne hanno brillato principalmente Therese Johaug e Jonna Sundling. In casa Italia il bilancio è oggettivamente deludente, poiché spesso e volentieri le prestazioni sono state al di sotto delle aspettative della vigilia. In particolare, brucia la cocente quinta piazza nella sprint a coppie maschile. Andiamo dunque ad analizzare quanto accaduto nella prima settimana della manifestazione iridata in una nuova puntata de “L’ululato del Bubo”, come sempre in compagnia del campione olimpico di Torino 2006 Fulvio Valbusa, gettando anche uno sguardo a quanto ci aspetta nei prossimi giorni.
Bubo, partiamo dall’Italia maschile. Possiamo parlare di ‘Caporetto’? Francamente, i risultati sono stati deludenti. Parlo in particolare della team sprint, dove gli azzurri erano tra i favoriti per le medaglie, invece sono malamente usciti dalla lotta per il podio, venendo battuti da una coppia sulla carta inferiore.
“Sono d’accordo, è stata una Caporetto, perché ci si aspettava molto di più. Ci siamo trovati davanti un Klæbo stellare e un Bolshunov impressionante. Però la realtà dei fatti è che De Fabiani ha toppato. Sinceramente mi ha deluso. Già nella sprint individuale non ha corso da atleta di altissimo livello, commettendo una grande ingenuità quando ha tentato di passare in un punto dove era impossibile farlo. Se esci dal binario, provando a infilarti tra il prisma e chi ti sta davanti, non puoi pretendere che ti venga aperta la porta. Ma soprattutto, non è stato all’altezza della situazione nella team sprint. Non dico di Bolshunov, ma anche di tante altre nazioni. Ha perso le code di tutti, compresi Ristomatti Hakola e Lucas Chanavat. Signori miei, così non si può andare da nessuna parte. A questo punto è necessaria una riflessione. Cosa si vuole fare con De Fabiani? In questo momento non è né carne, né pesce. Se si vuole farne uno sprinter, allora si lavori in quella direzione, perché si è capito come in questo Mondiale si sia puntato tutto proprio sulle prove corte”.
Però anche Federico Pellegrino non ha reso come ci si aspettava. D’accordo, andare a medaglia nella sprint era difficilissimo, però è stato eliminato malamente in semifinale. Cosa gli è mancato?
“Non è stato perfetto tatticamente, perché è rimasto imbottigliato prima della salita finale. Però, in generale, ho notato come gli mancasse brillantezza. Lo si è visto anche nella team sprint. Forse ha pagato il fatto di aver disputato tutte le gare di Coppa del Mondo? Quella è andata bene, però è necessario essere realisti e non si può pensare che i pinguini possano arrivare in Messico. Quindi, anche se Pellegrino ha vinto la Coppa sprint, non significa che è lo sprinter più forte del mondo. Si sa che con i norvegesi in pista cambia tutto. Bisogna festeggiare quanto è stato conquistato con merito in mancanza degli attori principali, senza però dimenticare quali siano i veri valori in campo. Si sapeva che Klæbo e Valnes sarebbero stati pressoché imbattibili, anche perché una volta rinunciato alla Coppa del Mondo, avranno preparato meglio il Mondiale. Giusto o sbagliato? Hanno dominato, quindi hanno avuto ragione loro”.
Passiamo alle donne. Non che le cose siano andate molto meglio. D’accordo, non ci aspettavamo medaglie, ma anche in questo caso i risultati sono al di sotto delle attese.
“La realtà dei fatti è che le nostre punte sono arrivate in calo atletico all’appuntamento principale della stagione. Lucia Scardoni è stata irriconoscibile, perché il suo obiettivo era la semifinale. Invece si è qualificata per il rotto della cuffia e poi non è stata un fattore in batteria. Riguardo Greta Laurent, era tutto già scritto. Ha superato le qualificazioni, ma come sempre si è spenta in batteria. Invece nella team sprint è proprio scomparsa nella neve pesante, ma non per colpa delle condizioni della pista, bensì perché in questa stagione non è mai riuscita a reggere più di due turni o due frazioni. Si era già capito a Ulricehamn che non poteva essere schierata nella gara a coppie. L’avevo già spiegato in una puntata precedente dell’Ululato. Invece si è deciso di perseverare con lei e la si è esposta a una figuraccia. Non è possibile perdere 14 secondi in milleduecento metri come le è capitato! Non è degno di chi si è preparato per un Mondiale! Quindi, devo tirare le orecchie ai tecnici che, nonostante una serie di prove e controprove avute durante l’inverno, hanno comunque presentato Greta in una gara non sua. Se non c’era niente da perdere, perché mandare in pista un’atleta sicuramente senza prospettive? Sarebbe stato molto meglio dare una possibilità a chi è più in forma. Se si è deciso di muoversi in questo modo, vuol dire che non c’è polso né da parte del direttore agonistico, né da parte degli allenatori. Certe decisioni bisogna avere il coraggio di prenderle, perché altrimenti si espongono gli atleti a brutte figure e critiche feroci”.
Fino a questo momento abbiamo parlato solo del settore sprint. Però non è che le cose siano andate molto meglio nello skiathlon.
“L’unica cosa buona è stata la frazione in classico delle ragazze. Però è assurdo e inconcepibile che, dopo aver preso 30” in alternato, si possano accusare 2’40” a skating! Fra i maschi mi ha deluso soprattutto Giandomenico Salvadori. Boh, non so cosa dire, ho davvero l’impressione che non si sia arrivati al meglio al Mondiale, anche se sarebbe incredibile. Sugli altri cosa ti devo dire? Queste convocazioni e queste partecipazioni parlano da sole. Non siamo nel campionato provinciale. Ai Mondiali bisogna arrivare a bomba, perché tutti sono tirati a lucido. Non è produttivo buttare allo sbaraglio gli atleti in questo modo. Si parla di fargli fare esperienza, ma disputare una gara iridata così, praticamente senza averli mai schierati in Coppa del Mondo, serve a poco. L’esperienza la si costruisce correndo costantemente in Coppa del Mondo, mentre al Mondiale dovrebbe andare solo chi lo merita davvero. Venti convocati sono troppi. Trovo più dignitoso quanto fatto dalla Francia. Ai Mondiali deve andare l’élite, non chiunque”.
A proposito di skiathlon, vorrei una tua opinione sulla prova femminile, dove è stato decisivo il cambio degli sci. Il format resta credibile?
“Lo sai bene come la penso. Lo skiathlon è una gara di m***a! Scrivi proprio così, non edulcorare il concetto! Non esiste che una competizione venga decisa durante una fermata per cambiare gli sci! Stavamo ammirando una sfida stupenda tra Johaug, Andersson e Karlsson, che nonostante la caduta stava recuperando sulle prime due. Probabilmente Theresina avrebbe vinto comunque la medaglia d’oro, perché rimane superiore, ma il pit-stop ha di fatto ammazzato un fantastico braccio di ferro tra la norvegese e le due svedesi. Davvero vogliamo assegnare le medaglie mondiali con le soste ai box? Ma stiamo scherzando? Questa non è la Formula Uno! Di cosa stiamo parlando? Lo skiathlon va abolito, cancellato, affossato! Quantomeno tra i maschi è venuta fuori una bella gara, almeno dal 23° chilometro in poi”.
A proposito della prova maschile, vorrei un tuo commento su quanto accaduto. Sono stati più i meriti di Bolshunov, oppure i demeriti della Norvegia? Non mi sembra che gli scandinavi se la siano giocata benissimo.
“Effettivamente i norvegesi potevano giocarsela meglio. Stavolta non hanno fatto come in alcune gare di PyeongChang 2018 o Seefeld 2019, quando avevano mandato in fuga uno dei loro, andatosi poi a prendere la medaglia d’oro. Sono stati più egoisti, perché si sono guardati tra di loro e alla fine hanno spianato la strada a Bolshunov. Però il russo ha vinto alla grandissima, perché è in condizione strepitosa e ha impedito agli scandinavi di metterlo nel sacco. Quindi, qualche demerito della Norvegia c’è, ma sono sicuramente più i meriti di ‘Sasha’”.
Un telegramma sulle gare della seconda settimana. Partiamo da quella di domani, la 10 km femminile.
“Sarà una bella gara perché non è scontata. Therese Johaug è la favorita, però attenzione a Frida Karlsson ed Ebba Andersson, che nello skiathlon le hanno dato filo da torcere. Come outsider indico la russa Yulia Stupak, perché l’ho vista bene nella team sprint. Invece ho dubbi su Jessie Diggins, mi è parsa proprio spenta e giù di condizione”.
Mercoledì, 15 km a skating maschile.
“Se non ci sono problemi di neve pesante o grande caldo, Bolshunov è il grande favorito. Contro il cronometro è superiore e i norvegesi, pur avendo qualche piccola chance, faticheranno a batterlo”.
Giovedì, staffetta femminile.
“Teoricamente un quartetto Kalla-Karlsson-Andersson-Svahn sarebbe stato imbattibile, ma l’ultima non è in condizione e quindi la Svezia potrebbe essere costretta a ridisegnare la sua squadra. Se così fosse, il duello con la Norvegia si riequilibrerebbe, nonostante anche a loro manchi una frazionista. Russia favorita per il bronzo, la vedo un gradino sotto le due squadre scandinave”.
Venerdì, staffetta maschile.
“La Norvegia sulla carta è imbattibile. Ora come ora, la Russia appare inferiore. Per il terzo gradino del podio vedo una bella lotta tra Francia, Finlandia e Svezia. Perché l’Italia possa andare a medaglia devono succedere eventi non conosciuti sulla Terra, tipo i pinguini che arrivano a Cancun o a Miami di cui ho già parlato. Se poi guardiamo alla forma messa in mostra dagli azzurri nella prima settimana, non possiamo proprio competere”.
Sabato, 30 km femminile in classico.
“Se non ci sono condizioni strane, vincerà Therese Johaug. Dietro di lei la situazione è impronosticabile e può succedere di tutto”.
Domenica, 50 km maschile in alternato.
“Sulla carta il favorito è Bolshunov, anche se bisognerà vedere come arriverà a fine Mondiale, ci sarà tanta stanchezza anche per lui. Occhio però, perché i norvegesi, memori di quanto successo nello skiathlon, potrebbero decidere di coalizzarsi e mandare qualcuno in fuga. Attenzione anche a Niskanen, che secondo me nello skiathlon ha fatto le prove in vista proprio della 50 km e magari sarà più fresco di tanti altri avversari”.
ULULATO DEL BUBO – PUNTATE PRECEDENTI
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Foto: Fulvio Valbusa
FondoNelCuore
1 Marzo 2021 at 11:32
Condividendo praticamente tutto di quanto “ululato” dal Bubu, relativamente alla Team Sprint, riguardando molte volte la gare dalle semifinali, ho fatto alcune considerazione che ho riportato su un commento all’articolo di Militello che sollevava anche lui forti perplessità sulla situazione fondo azzurra.
Non c’é volontà di giustificare un risultato al di sotto delle aspettative, ma forse rendere meno pesante il giudizio. Nei commenti all’articolo, ci sono le considerazioni indicate.
https://www.oasport.it/2021/02/sci-di-fondo-mondiale-dellitalia-finito-con-7-giorni-di-anticipo-pochezza-immobilismo-e-rassegnazione/
Federico Militello
1 Marzo 2021 at 11:53
Carissimo, di sicuro è una considerazione molto interessante. L’aver disputato la seconda semifinale non è stato di certo un vantaggio, anzi. Ma non abbiamo la certezza che sarebbe andata diversamente con gli azzurri nella prima batteria.
Un saluto sportivo
Francesco Paone
1 Marzo 2021 at 12:22
Anche a Seefeld 2019 l’Italia disputò la seconda batteria della team sprint, eppure la finale andò in maniera ben diversa. Questa è la realtà dei fatti.