Biathlon

“Chapeau di fronte a Dorothea Wierer e Lukas Hofer. Ora, obiettivo Pechino 2022” ‘Bersaglio Mobile’ con René Laurent Vuillermoz

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La stagione 2020-2021 del biathlon è giunta al suo epilogo. La tappa di Östersund è stata caratterizzata dal palpitante duello per la conquista della Sfera di cristallo in campo maschile, alfine vinto sul filo di lana da Johannes Bø, riuscito ad avere ragione di Sturla Holm Lægreid. Fra le donne Tiril Eckhoff e la Norvegia hanno completato un’annata trionfale. L’Italia ha chiuso letteralmente in bellezza, poiché l’appuntamento svedese ha regalato grandi soddisfazioni a Lukas Hofer e Dorothea Wierer. Andiamo, dunque, ad analizzare quanto accaduto in compagnia dell’ex azzurro Renè Laurent Vuillermoz, nell’ultima puntata di “Bersaglio Mobile”.

Impossibile non partire dal duello da mezzogiorno di fuoco tra Johannes Bø e Sturla Holm Lægreid. Alla fine ha vinto il più forte, ma ha dovuto sudare le proverbiali sette camice. Cosa mi dici al riguardo?
“Meritata la vittoria di Johannes. Diciamo che tra venerdì e sabato ha fatto in modo di tenere aperta la sfida sino a domenica, quando però in condizioni difficili ha trovato quello di cui aveva bisogno per chiuderla in suo favore. Forse Sturla ha commesso un errore di troppo nella mass start decisiva, ma ci sta. Cosa vuoi dirgli? Ha disputato un inverno da sette vittorie e due ori mondiali! Bisogna ringraziarlo per averci fatto vivere un finale del genere, che nessuno avrebbe immaginato possibile solo pochi mesi fa”.

Senti, Johannes ha detto che senza Martin Fourcade è più difficile tenere alto il suo livello. Forse farebbe bene a guardarsi attorno, perché c’è gente che ha tutta l’intenzione di alzare l’asticella…
“Effettivamente Lægreid ha già dimostrato cosa può valere e sono convinto che anche Dale possa salire ulteriormente di colpi l’anno prossimo. Fermo restando che il fratello Tarjei e Christiansen non saranno alla sua altezza, ma proprio fermi non sono. Poi ci sono anche Jacquelin e Fillon Maillet… Insomma, sono curioso di vedere cosa succederà a dicembre, ovvero se la mia idea è corretta. Io penso che Johannes abbia preso sottogamba questa stagione, convinto di avere ampio margine su tutti gli avversari. Invece, ora avrà sicuramente capito di non potersi rilassare affatto!”.

Passiamo al settore femminile. Tiril Eckhoff donna dell’anno, senza se e senza ma. Personalmente la sua stagione mi ha ricordato molto il 2003-04 di Liv Grete Poiree. Anche lei, non sempre irreprensibile al poligono, riuscì ad alzare la propria precisione e a dominare in lungo e in largo per un inverno. Dunque ti chiedo, Tiril potrà confermarsi su questi livelli anche in futuro, oppure le sue percentuali torneranno quelle del passato?
“Partiamo dal presupposto che Liv Grete Poirée aveva altre avversarie. Se la doveva vedere con tre/quattro tedesche, un paio di russe e un paio di francesi fortissime. Oggi il livello medio al vertice non è più lo stesso. Comunque, la stagione di Eckhoff è stata impressionante e non credo sia un caso abbia vinto la Coppa del Mondo. Dopotutto, era già arrivata seconda l’anno scorso. In effetti Tiril ha fatto un salto di qualità al poligono assolutamente incredibile e, sinceramente, non credo che regredirà. Anzi, penso sia più probabile che continui su questa falsariga anche in futuro”.

Allora ci stai dicendo che questa è destinata a dominare anche nel 2021-22…
“Dominare è una parola forte, anche se è la definizione corretta per quanto si è visto quest’anno. A mio modo di vedere nell’inverno prossimo i valori al vertice cambieranno, perché nel biathlon succede di continuo. Però viste le qualità atletiche nel fondo e la maturazione raggiunta al tiro, di sicuro Tiril può vincere ancora per un bel po’!”

Trasferiamoci in Italia, partendo da Dorothea Wierer. Che valutazione diamo alla sua stagione? C’è chi l’ha definita deludente, ma davvero si può parlare di inverno deludente per un’atleta che si è giocata il terzo posto nella classifica generale? D’accordo, l’assenza di medaglie al Mondiale pesa, però personalmente non definirei negativi gli ultimi mesi di Dorothea.
“Deludente? Ma scherziamo? Per me è stata una bella stagione! Ok, le è mancata una medaglia, però arrivava da un Mondiale 2020 strepitoso dove ha raccolto anche più del previsto. È chiaro che se si paragona il 2020-21 ai due inverni precedenti si può parlare di delusione, ma bisogna mettersi in testa che non si possono certo vincere sempre medaglie d’oro e Coppe del Mondo. Sarebbe bellissimo, ma è praticamente impossibile riuscirci. È roba per fuoriclasse assoluti e a volte anche loro devono segnare il passo. Il punto è che nel biathlon a volte ti gira tutto bene, altre no. Al di là di questo, io sono dell’idea che Wierer l’estate passata abbia lavorato con un po’ più di tranquillità, magari per tirare il fiato in vista di quella alle porte, quando comincerà il lungo percorso in vista delle Olimpiadi”.

Invece credo che non vi possano essere dubbi nel definire “eccellente” la stagione di Lukas Hofer, che a 31 anni ha disputato una delle migliori annate della sua carriera.
“Chapeau! Gareggia in Coppa del Mondo ad altissimo livello ormai da più di un decennio. Mi piacerebbe, per lui, che riesca a realizzare uno zero al poligono a metà dicembre o inizio gennaio, perché sono convinto che una volta trovata la gara senza errori, lui si sblocchi. Lo abbiamo visto nelle ultime due settimane, perché dopo lo 0-0 di Nove Mesto si è ripetuto a Östersund. C’è una ragione ben precisa, perchè lavora più tranquillamente al poligono ed è più sciolto. Secondo me bisogna solo fargli un applauso. Ha disputato un inverno pauroso. Spero continui così perché è un esempio di longevità e di talento fuori dal normale. Una medaglia olimpica sarebbe un bel premio alla perseveranza avuta in carriera”.

Capitolo Lisa Vittozzi? Cosa vuoi dire su di lei?
“Secondo me si è visto del buono e questo inverno è stato migliore del precedente. Primo perché ha disputato le sue gare più belle ai Mondiali, secondo perché è andata in crescendo, mentre l’anno scorso è proprio implosa nel momento più importante. Lisa deve ripartire dalle cose positive di questa stagione. Lei sa dove e come agire per tornare quella del 2018-19, in maniera tale da lottare per la Coppa del Mondo. Come ho già detto più volte, ha solo bisogno di trovare tranquillità. Sta a lei riuscire a lavorare nel modo che la rende più serena. Così facendo, sono certo che può tornare a casa da Pechino con qualcosa di pesante al collo”.

Al contrario, credo non ci sia nulla di positivo nel 2020-21 di Dominik Windisch…
“Sono un paio di anni che non c’è nulla di positivo per lui e a questo punto bisogna farsi delle domande, perché un’involuzione del genere non è normale. Dominik deve cambiare registro, ma per farlo è necessario effettuare un passo indietro e tornare a lavorare sulle basi. Le percentuali non ci sono e soprattutto ha anche combinato poco sugli sci, eccezion fatta per qualche sprazzo. Da uno come lui ci si aspetta sicuramente di più di quanto visto nell’ultimo biennio. Quello attuale non è il suo posto, perché il suo livello può essere sicuramente più alto”.

Dal canto loro, Didier Bionaz e Tommaso Giacomel sono piaciuti parecchio. Stagione soddisfacente la loro?
“Certo! Hanno dimostrato di poter essere dei top level nel prossimo futuro. Bisogna solo avere pazienza e dar loro il tempo di crescere. Hanno dimostrato di esserci. Lasciamoli andare avanti con calma perché sono due bestie e potranno togliersi grandi soddisfazioni”.

Qualcosa da aggiungere sugli altri azzurri?
“Thomas Bormolini ha fatto un bel salto in avanti, disputando una bellissima stagione sino ai Mondiali compresi, dove si è persino qualificato per la mass start. A marzo è sicuramente un po’ calato, ma considerando tutto ci può stare. Michela Carrara ha effettuato un passetto in avanti, nonostante i problemi fisici avuti tra l’estate e l’autunno. Invece secondo me si può parlare di piccolo passo indietro per Irene Lardschneider. Ha vissuto un inverno strano, credo si debba capire cosa le possa essere successo”.

Per chiudere ti faccio una domanda scomoda in ottica futura. Secondo te, può essere proficuo aggregare Rebecca Passler alla squadra A già da questa estate?
“No, perché non è ancora pronta per reggere un certo tipo di carichi e, al tempo stesso, sta lavorando bene con Mirco Romanin. Quindi penso sia meglio per lei continuare a essere seguita dall’attuale tecnico, visto che sta producendo ottimi risultati. Questo però non significa che non debba essere presa in considerazione per la Coppa del Mondo. Anzi, io spero che a Rebecca venga data l’opportunità di gareggiare nel massimo circuito il più presto possibile, perché potrebbe essere la nostra quinta atleta alle Olimpiadi di Pechino. Dunque, meglio darle l’opportunità di confrontarsi con le migliori già tra dicembre 2021 e gennaio 2022”.

BERSAGLIO MOBILE – PUNTATE PRECEDENTI
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Foto: La Presse

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