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Ciclismo, Silvio Martinello: “In un Team World Tour italiano Filippo Ganna sarebbe stato tutelato”

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Il 21 febbraio scorso Cordiano Dagnoni è stato eletto nuovo presidente della Federazione ciclistica italiana. Al ballottaggio Dagnoni aveva battuto Silvio Martinello: 128 voti (il 55,90%) contro 96 (41,92%). Un risultato che aveva portato Norma Gimondi, la figlia di Felice, a essere incaricata del ruolo di uno dei tre vicepresidenti insieme con Ruggero Cazzaniga e Carmine Acquasanta, vicepresidente vicario.

La Federciclismo ha fatto questa scelta e i riflessi sul movimento tricolore si vedranno nei prossimi mesi e anni, in una stagione (questa) estremamente importante per via delle Olimpiadi di Tokyo. Da questo punto di vista, Martinello è sempre molto attento a certe dinamiche e quanto accaduto ieri nel corso della Milano-Sanremo 2021 l’ha portato a una riflessione da parte sua.

Il campione campione olimpico ad Atlanta 1996 nella corsa a punti, nonché quattro volte vincitore della Sei giorni di Milano, ha fatto il punto della situazione attraverso un post su Facebook dopo i risultati della Classicissima: “C’è spesso un margine sottilissimo che determina il risultato di una corsa imprevedibile come la Milano Sanremo; un attimo, un alito di vento, un tentennamento di troppo. Nel 2008 Filippo Pozzato lasciò 5 metri a Fabian Cancellara e nessuno lo riprese più; nel 2018 Peter Sagan non reagì immediatamente all’attacco di Vincenzo Nibali sul Poggio, ed il Siciliano trionfò impreziosendo una carriera già straordinaria. Oggi Jasper Stuyven a 2500 metri dal traguardo di Via Roma, intuisce che è il momento buono per provarci. Il Belga che vive a Montecarlo, dove ha sede un rinomatissimo casinò internazionale proprio come a Sanremo, inventa il colpo che cambia una carriera, ha l’intuizione giusta: “All in or nothing” dirà ai microfoni di Raisport nel dopocorsa. Si è preso tutto e scrive il proprio nome nell’albo d’oro della Classicissima. I grandi favoriti? Van Aert, Alaphilippe, Van der Poel; i primi 2 ci hanno provato e Van Aert sale ancora sul podio, Van der Poel spesso fuori posto ha dovuto spendere troppo e, nel finale, ha pagato. Caleb Ewan non corre da velocista sul Poggio ma si ricorda di esserlo appena si ritorna sull’Aurelia, tentenna anche lui e sfiora il successo come nel 2018. Peter Sagan conquista un inaspettato 4 posto. Ancora lì l’ex Campione del Mondo nonostante una condizione precaria. Il suo score personale a Sanremo: 2×2, 5×4,1×6, 1×10, 1×12, 1×17, non sono moltiplicazioni ma la lunga lista dei suoi piazzamenti. Al debutto tra i pro, ai primi errori nei finali di gara, ricordo diversi opinionisti pontificare che sarebbe stata comunque una corsa che avrebbe vinto e rivinto per chissà quante volte. A 31 anni compiuti, per una ragione o per l‘altra, non l‘ha ancora portata a casa. Il tempo comunque non manca per riprovarci e soprattutto riuscirci”, il parere di Martinello.

Non poteva mancare anche un’opinione sugli italiani, che poche chance avevano e poco sono stati in grado di fare per motivazioni diverse: “Per gli Italiani sapevamo sarebbe stata dura, non avevamo nessuno che onestamente rappresentasse una certezza, e non c‘è stato nessuno che abbia avuto l‘intuizione di Stuyven, penso per esempio a Matteo Trentin. Se avesse colto lui l‘attimo? Saremmo qui a fare considerazioni molto diverse, sempre a causa di quel margine sottilissimo che determina il risultato di una corsa come la Classicissima di Primavera. Matteo ci provò nel recente passato, gli andò male, ci ha provato anche oggi ma ormai il treno giusto era partito. Ci accontentiamo dell‘ottava posizione di Colbrelli e di una prestazione superba di Filippo Ganna, sacrificato per la causa Ineos nel tentativo, vano, di spianare la strada a Pidcock e Kwiatkowski. In un Team World Tour italiano, un corridore come Filippo sarebbe stato tutelato e messo nelle condizioni di provarla lui la sparata a 2500 metri dal traguardo. Ma tanto il nostro movimento, sento dire, è in grande salute; abbiamo molti corridori nelle grandi squadre, molti tecnici, molti preparatori, massaggiatori, meccanici ed assistenti vari. Sarà!“, l’affondo del 58enne nativo di Padova.

E poi un ultimo spunto sul percorso: “Mi auguro che nessuno provi mai a cambiarla, la Sanremo è questa e così deve restare, una lunga attesa del colpo di genio del campione di turno“.

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Foto: fonte libera wikipedia

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