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Formula 1

F1, che Ferrari abbiamo visto a Sakhir? Il motore fa sorridere, ma il degrado delle gomme preoccupa…

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La domanda che verrebbe da farsi è la seguente: che Ferrari abbiamo visto a Sakhir? Dare delle risposte non è semplice perché le condizioni nelle quali si è girato e nello stesso tempo le scelte in termini di benzina e di mappatura di motore non sono note. Tuttavia, qualche ragionamento lo si può fare.

GLI ASPETTI POSITIVI

Ascoltando Mattia Binotto, si è avuta la conferma che la potenza del motore non è più un problema. Le velocità di punta raggiunte a Sakhir confermano le parole del Team Principal della Ferrari e questo conforta i tecnici circa il lavoro svolto sul propulsore anche sull’aerodinamica. Le prestazioni di Carlos Sainz e di Charles Leclerc, infatti, simulando il time-attack hanno dato queste indicazioni e le velocità sui long run sono un ulteriore elemento con il segno “+”. A questi aspetti, vanno legati quelli dell’affidabilità dal momento che dei problemini ci sono stati, ma non così gravi da impedire alla Rossa di mettere insieme 404 giri in tre giorni, 35 in più della Red Bull e 100 in più della Mercedes.

GLI ASPETTI NEGATIVI

Le noti dolente, sempre accompagnate da un punto interrogativo, riguardano la gestione del passo gara. Sia Leclerc che Sainz, quando hanno girato con benzina nel serbatoio, hanno dovuto fare i conti con un calo chiaro specialmente girando con temperature alte sull’asfalto. Ora, non si sa se la scuderia di Maranello abbia voluto capire in maniera molto precisa quale fosse il limite delle gomme, ma è chiaro che questo ragionamento è stato fatto anche da altri, che una prestazione così in discesa non l’hanno avuta. Dubbi e perplessità che ci saranno fino alla prima corsa in programma il 28 marzo sempre sulla pista in Bahrain e allora lì non ci saranno più segreti.

Foto: Florent Gooden /LPS

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