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F1, cosa aspettarsi dalla Ferrari nei Test di Sakhir. L’importante è che la pista suffraghi le aspettative dei progettisti

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La Formula Uno sta per riaccendere i motori, spenti poco meno di tre mesi orsono ad Abu Dhabi. Nel weekend la pista di Sakhir, in Bahrein, sarà teatro dei primi test stagionali. Anzi, dell’unica sessione di prove collettive prima dell’inizio del Mondiale che avverrà sul medesimo circuito nell’ultimo weekend di marzo. Viene da chiedersi cosa aspettarsi dalla Ferrari, che proprio oggi svelerà al pubblico la nuova SF21. Purtroppo le premesse non sono incoraggianti, poiché il calmieramento dello sviluppo non ha permesso di cambiare radicalmente la catastrofica SF1000, di cui la vettura 2021 dovrà giocoforza essere figlia. Peraltro, lo scorso anno il tracciato mediorientale non ha detto bene alla Scuderia di Maranello.

D’accordo, nel 2020 le Rosse hanno sofferto più o meno dovunque, ma le piste dove la potenza del motore giocava un ruolo preponderante sono risultate viepiù problematiche per l’asfittica power unit 065. Non a caso, nel Gran Premio di Bahrein disputato a fine novembre il Cavallino Rampante è apparso alquanto imbolsito. A conti fatti, la Ferrari era addirittura la settima forza in campo, lontana anni luce da Mercedes e Red Bull, ma inferiore anche a Racing Point, McLaren, Renault e persino Alpha Tauri. Una situazione già vista su altre piste ricche di rettilinei, dove la Scuderia di Maranello riusciva a tenersi dietro solamente le Haas e le Alfa Romeo, spinte dallo stesso motore, oltre alle derelitte Williams.

Considerando come la McLaren abbia cambiato motorizzazione, abbandonando Renault per passare alla più efficiente Mercedes, è verosimile che il team di Woking possa effettuare un passo avanti. Dunque, nel fine settimana le Rosse saranno destinate a vegetare costantemente nella seconda metà della classifica? Possibile, non aspettiamoci miracoli, perché bene o male le vetture 2021 sono tutte dirette evoluzioni di quelle 2020. Sarà tuttavia importante verificare se i difetti della SF1000 siano in qualche modo stati ridotti sulla SF21. Ovviamente, il problema principale era rappresentato dalla scarsa potenza della power unit, alla quale si associava una diffusa inefficienza aerodinamica dell’intera monoposto che aveva come conseguenza quella di non poter sfruttare adeguatamente gli pneumatici Pirelli. Insomma, un disastro su tutta la linea che appare impossibile possa essere stato aggiustato in pochi mesi, soprattutto valutata la lacunosa base di partenza.

Più che la prestazione pura, per la Ferrari sarà importante verificare proprio la risposta in pista della SF21 al lavoro svolto in fase di progettazione. In altre parole, se la vettura è quantomeno quella attesa e non la catastrofe dell’anno passato, addirittura “lunatica” e difficilissima da assettare correttamente. Nel 2020, una volta preso atto di quanto fosse sportivamente drammatica la situazione, si è deciso di fermare lo sviluppo della SF1000 per riprenderlo con il dichiarato obiettivo di capire se la direzione intrapresa in vista del 2021 fosse quella giusta.

A sentire le parole dello staff tecnico, i riscontri sarebbero stati positivi, in particolar modo nelle gare tra il GP di Russia e quello di Turchia. Vedremo tra venerdì e domenica quale sarà il responso dell’asfalto. Non ci si attende niente di eclatante, considerando le premesse poste dalle caratteristiche del tracciato bahreinita. In tale contesto Mercedes, Red Bull, Aston Martin e probabilmente McLaren dovrebbero teoricamente risultare superiori. Presto scopriremo di quanto e se sarà possibile vedere le Rosse almeno davanti alle Alpha Tauri e alle Alpine-Renault. Infine, non va sottovalutato l’aspetto affidabilità, ma quella sarà un’incognita per tutti.

FOTO: La Presse

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