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F1, Ferrari e un 2021 di passione da evitare. Ma il Mondiale sembra più che un’utopia

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Foto LM-LPS/DPPI/Antonin Vincent

Cosa deve aspettarsi la Ferrari dalla sabbia del deserto bahreinita? Il primo appuntamento del Mondiale di Formula Uno 2021, che si disputerà sul tracciato di Sakhir, costringerà la scuderia di Maranello a scrutare verso il proprio futuro. Si sa, la distesa sabbiosa tutto è tranne che il luogo più chiaro dove fissare l’orizzonte, tra dune, miraggi, oasi e, nel complesso, tanta incertezza. Charles Leclerc e Carlos Sainz vivranno il loro primo weekend di quest’anno con la loro nuova SF21, confidando che le prestazioni siano valide e veritiere, per non perdersi ancora una volta in un deserto davvero pesante dal quale riemergere.

La stagione 2020, dopotutto, non può che essere ancora ben nitida nella mente di tutti i componenti della scuderia emiliana. Tanti sogni ed aspettative, naufragati in pochi attimi già alla conclusione dei test pre-stagionali di Barcellona. Le parole di Mattia Binotto furono letteralmente laconiche. Il team principal ammise, con estrema sincerità, che erano presenti alcuni problemi difficili da risolvere, anche pensando al lungo periodo, e così è stato. Quello che frenava, nel vero senso della parola, la SF1000 erano la potenza del motore e una aerodinamica fallimentare.

Per quanto visto nei test 2021, almeno da questo punto di vista la scuderia tinta di rosso ha saputo intervenire nella maniera giusta. La rinnovata Power Unit, dopo le ben note limitazioni di un anno fa, ha visto un incremento di circa 20-30 cavalli, per tornare a essere competitiva sui rettilinei, dopo mesi in difesa assoluta. Di questo miglioramento se ne gioverà tutto il pacchetto vettura, per andare a far fronte al notevole effetto “drag” della monoposto 2020.

Passando al fronte aerodinamico, il cuore del problema era rappresentato il retrotreno. Sulla SF1000 la parte posteriore, nonostante presentasse una forma interessante, non permetteva di convogliare i flussi d’aria in una maniera efficace e, in secondo luogo, rendeva particolarmente complicato il comportamento della macchina in uscita di curva, con gli pneumatici che, di conseguenza, andavano rovinandosi troppo in fretta. Dando per buono quello che si è visto nei test di Sakhir, la SF21 sembra avere mosso qualche passo in avanti sotto questo punto di vista, ma il lavoro da svolgere è ancora notevole. La rivoluzione della trasmissione (un intervento necessario quanto avveniristico) può e deve fare la differenza, ma per avere ulteriori conferme occorreranno conferme dai weekend di gara, non solamente qualche sessione di test.

In conclusione, quindi, come si presenta la Ferrari ai nastri di partenza di questo nuovo Mondiale? Le basi di partenza sono migliori rispetto a dodici mesi fa, oggettivamente, ma ora starà alla scuderia con il Cavallino Rampante dimostrare che il salto di qualità tanto atteso si potrà estendere a tutta la stagione. Anche perchè, come si è visto a Sakhir, le rivali saranno numerose e quanto mai agguerrite. Un dato di fatto è che Mercedes e Red Bull (in rigoroso ordine di chance di successo finale) sembrano gareggiare su un altro pianeta rispetto a tutti gli altri, mentre alle loro spalle (non in scia, la distanza appare maggiore) si staglia un gruppo nutrito con McLaren, Alpine, Alpha Tauri, Aston Martin e proprio Ferrari, dal quale, di volta in volta, qualcuno potrà emergere in base alle condizioni meteo, al lay-out della pista oppure i classici dettagli.

All’interno del team aleggia una rinnovata voglia di fare bene, con una SF21 che, tutto sommato, fa ben sperare. Ora tutto sarà nelle mani di Charles Leclerc e Carlos Sainz. I due piloti ferraristi saranno chiamati a riportare in alto la Rossa, dato che un altro anno terribile come il 2020 non è minimamente accettabile in quel di Maranello.

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Foto: Charles Leclerc LPS DPPI Antonin Vincent

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