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F1, Ferrari: è un altro mondo. SF21 competitiva, cosa è cambiato dal 2020

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Il Cavallino Rampante ha concluso le qualifiche del Gran Premio del Bahrain tornando, finalmente, a mostrare i muscoli. D’accordo, siamo ancora lontani dal livello di eccellenza assoluta a cui la Scuderia ambisce sempre e comunque, ma il “ronzino rachitico” del recente passato oggi è apparso solo un brutto ricordo, poiché il raffronto rispetto alle qualifiche dell’edizione 2020 della medesima gara è davvero incoraggiante. Non più tardi di quattro mesi orsono, su questo stesso tracciato, i ferraristi si erano dovuti accontentare della sesta fila, venendo entrambi eliminati in Q2. Nella giornata odierna, invece, il riscontro della pista è stato ben diverso. Charles Leclerc ha stampato il quarto tempo, a meno di un decimo alla Mercedes di Valtteri Bottas, pur potendosi lanciare in un solo time attack a causa del fatto di avere avuto a disposizione un unico treno fresco di pneumatici soft. Carlos Sainz ha realizzato l’ottava prestazione cronometrica, soprattutto a causa di un errore commesso in Q3. Cionondimeno, nel Q2 si è assistito a un autentico “lampo rosso”, in quanto le due monoposto di Maranello, munite di mescola morbida, hanno occupato la prima e la seconda posizione. Una sorta di “exploit di Pirro”, se così può essere definito, che però rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per tutta la squadra.

La SF21 non sarà certo la miglior vettura del lotto, ma a differenza della disgraziata progenitrice ha risposto “presente” al battesimo del fuoco. Dopotutto, il Reparto Corse non si è lanciato in alcuna rivoluzione, lavorando piuttosto sulla correzione del disastroso progetto precedente. Considerata la base di partenza, non ci si poteva certo aspettare di lottare ad armi pari con Mercedes e Red Bull, tuttavia quest’oggi la Ferrari ha dato l’impressione di avere centrato il primo obiettivo da raggiungere, ovvero ridurre il gap dai due team destinati a giocarsi il titolo Mondiale sul piano della prestazione pura. Per riuscirci si è agito sui principali difetti della SF1000, a cominciare dall’asfittica power unit. La nuova 065/6 è stata riprogettata, in maniera tale da sopperire alle enormi lacune della vecchia 065/2. Le migliorie hanno garantito un aumento di potenza stimato in circa 40 cv.

In ogni caso non sono solo il motore e la potenza dello stesso ad aver permesso al Cavallino Rampante di risalire la china. Tutto il retrotreno è nuovo di zecca, poiché la scatola del cambio e i punti di attacco della sospensione posteriore sono stati rivisti rispetto al 2020; inoltre le fiancate sono state ulteriormente ristrette. Un duro lavoro che ha dato i propri frutti, perché la SF21 ha palesato una resistenza all’avanzamento inferiore, migliorando al contempo la trazione e il bilanciamento in curva (letteralmente disastroso sulla SF1000, che riusciva a essere sia sottosterzante che sovrasterzante nello stesso giro, a seconda delle caratteristiche delle pieghe).

Insomma, la Ferrari oggi a Sakhir ha realizzato una prova d’orgoglio, tirando fuori gli artigli. Quanto accaduto il sabato, rischia di essere però solo il prodromo in vista della battaglia di domenica, quando bisognerà lottare ancora più duramente. Infatti ci sono tutte le premesse per una gara difficile. Innanzitutto la SF21 ha messo in mostra un forte degrado degli pneumatici e, per di più, i ferraristi avranno l’handicap di partire con mescola morbida, dovendo quindi fermarsi prima degli altri per poi essere verosimilmente obbligati a correre in difesa. Leclerc e Sainz faranno bene a guardarsi le spalle. L’Alpha Tauri di Pierre Gasly appare pericolosissima, inoltre Sergio Perez sicuramente non accetterà di fare da comprimario dopo essere rimasto impantanato a centro gruppo in qualifica e con la sua Red Bull promette di dare spettacolo. Inoltre c’è una McLaren avida di riscattarsi dopo l’opaca performance odierna. In altre parole, difendere la quarta piazza delle qualifiche sarà impresa ardua, perché la concorrenza sarà fortissima. Cionondimeno, il primo responso del 2021 è stato positivo, perché la Ferrari ha una monoposto competitiva sul giro secco.

Il logo dello sponsor principale è stato tinto di verde. “Come messaggio per la salvaguardia dell’ambiente” hanno spiegato da Maranello. In realtà, il verde è anche il colore della speranza. I primi vagiti della SF21 permettono, appunto, di sperare per il meglio. Appuntamento a domani per osservare il valore della nuova monoposto con il carico di benzina e sulla lunga distanza, in maniera tale da capire i valori sul long run e comprendere se l’incubo chiamato 2020 può essere archiviato definitivamente.

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Foto: La Presse

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