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F1, Ferrari e un probabile 2021 di transizione. Leclerc e l’arte dell’attesa

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Mancano ormai meno di tre settimane all’inizio dell’edizione 2021 del Mondiale di Formula Uno. La Ferrari si presenta al via della nuova stagione con una rilevante novità sul fronte dei piloti, ovvero l’arrivo di Carlos Sainz Jr. in sostituzione di Sebastian Vettel. Una scelta che, almeno inizialmente, conferisce giocoforza i galloni di caposquadra a Charles Leclerc. Lo spagnolo è infatti all’esordio nel team di Maranello, mentre per il monegasco sta per cominciare il terzo anno in rosso. Normale, pertanto, che sia proprio il ventitreenne del Principato il punto di riferimento dell’intera squadra. Cosa possiamo aspettarci, però, dal Cavallino Rampante in questo 2021?

Le prime risposte in pista arriveranno dai test di Sakhir, programmati per questo weekend. Sulla carta non ci sono grandi ambizioni. Tutti gli addetti ai lavori sono concordi nel ritenere l’imminente stagione agonistica una parente stretta di quella andata in archivio nel 2020. Dunque, niente di buono per la Ferrari, destinata a sgomitare a centro gruppo, inseguendo da lontano sia Mercedes che Red Bull. Queste pessimistiche previsioni hanno le proprie fondamenta nel fatto che lo sviluppo delle monoposto è stato calmierato, indi per cui la “nuova” SF21, che sarà svelata al pubblico domani, sarà inevitabilmente un’evoluzione della disgraziata SF1000, vettura il cui nome avrebbe dovuto celebrare il 1000° GP delle Rosse, ma che sembra in realtà fare riferimento alle mille lacune evidenziate sul campo. Viene da chiedersi quanto si possa sviluppare un mezzo meccanico poco competitivo…

Francamente, la situazione attuale sembra riportare indietro l’orologio di 28 anni, ovvero al 1993, con il quale ci sono svariati punti in comune. Anche allora, come oggi, la Ferrari arrivava da una stagione catastrofica a causa di una monoposto profondamente sbagliata (la F92A). Allo stesso modo, la nuova vettura (la F93A) altro non era che un’evoluzione del modello precedente, del quale erano stati corretti alla bell’e meglio gli enormi difetti, concentrando però i principali sforzi progettuali sul 1994. La storia ci insegna che il 1993 non andò molto meglio del 1992, anche se soprattutto nel finale di stagione ci furono incoraggianti segnali di vita. Pertanto, meglio mettersi il cuore in pace. Di miracoli non se ne vedono all’orizzonte e, per il 2021, i ferraristi appaiono destinati nuovamente a fare da comprimari. La speranza è che possa esserci qualche acuto più rilevante dei tre podi raccolti nel 2020.

Per Leclerc il 2021 può comunque rappresentare un’occasione di crescita. Lo scorso anno il monegasco ha alternato prestazioni da urlo a errori clamorosi, a volte persino concentrati nella stessa gara, come accaduto in Turchia. Fortunatamente le luci sono state più delle ombre, ma al tempo stesso è ormai evidente come per vincere il Mondiale non ci si possa permettere alcun passaggio a vuoto. Nel 2017 Vettel dovette inchinarsi a Lewis Hamilton sostanzialmente a causa di due episodi, l’incidente in partenza a Singapore e i problemi alla power unit a Suzuka. Un paio di gare storte su una stagione di venti sono state sufficienti a determinare la differenza tra la conquista del titolo e un’amara seconda posizione in classifica generale. Ovviamente, nel 2021 Leclerc non avrà certo l’ambizione di vincere il Mondiale, ma è lui l’uomo su cui la Ferrari ha deciso di puntare in ottica futura per riportare a Maranello quell’Iride che manca ormai dal 2007. Ciò significa che per Charles sarà fondamentale utilizzare un’annata di transizione allo scopo di maturare ulteriormente come pilota.

Intendiamoci, il talento e la velocità pura non mancano, però ora come ora fa difetto la continuità di rendimento. Finché ci si deve accontentare di qualche saltuario exploit, questi connotati non sono un problema, ma nel momento in cui si dovrà lottare per il Mondiale, avere dei vuoti di sceneggiatura rischia di essere letale. Ecco perché il monegasco può (e deve) sfruttare il 2021 transitorio per diventare più solido di quanto non sia stato finora. Non ci si aspetta nulla di eclatante, ma proprio per questo si potrebbero svolgere “le prove generali” in vista di un futuro dove Leclerc può competere per il titolo. Andrea Köhler ha spiegato come l’attesa non sia tempo sprecato, ma possa essere impiegata per coltivare le nostre qualità, sviluppandole e aspettando il momento migliore per metterle a frutto. La speranza è che per il ventitreenne del Principato, questo fatidico momento possa già arrivare nel 2022. Dunque, nel caso, meglio farsi trovare pronti.

FOTO: La Presse

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