Formula 1

F1, i test di Sakhir incoronano Red Bull e Mercedes, Alpha Tauri e McLaren in palla, Ferrari da rivedere, Haas e Aston Martin dietro la lavagna

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Red Bull e Mercedes su un pianeta, tutti gli altri sulla Terra? Il bilancio a caldo della tre-giorni dei Test F1 di Sakhir (Bahrain) potrebbe essere questo. Brutale e parziale, certo, ma non propriamente lontano dalla realtà. Un giorno intero di lavoro (tre turni da otto ore, dopotutto) cosa ci può rappresentare, con sicurezza totale, in vista dell’avvio della stagione? Possono queste sessioni essere indicative per le 23 gare che ci attendono nel corso di questa annata?

La risposta, ovviamente, è “no”, ma diversi punti fermi ci sono. Innanzitutto, la Red Bull fa paura. Inutile nascondersi. La scuderia di Milton Keynes appare quella più in palla in questo primissimo scorcio di 2021. La monoposto con i due tori sulla livrea sembra quella che ha concluso la scorsa stagione e, soprattutto, ha proseguito il percorso di crescita. Nei tre giorni di lavoro in quel di Sakhir non ha messo in mostra il minimo intoppo o scricchiolio, anche sul fronte dell’affidabilità. Max Verstappen ed il neo-arrivato, Sergio Perez, hanno fatto capire a tutti come la RB17 sia performante sul giro secco e sul passo gara. Anzi, sotto questo aspetto, sembra davvero non avere rivali al momento. Se dovessimo comporre una ideale griglia di partenza della stagione non potremmo non mettere la Red Bull davanti a tutti ma, sia ben chiaro, la Mercedes è assolutamente al suo fianco.

Anche se i tempi non hanno quasi mai posizionato in vetta Lewis Hamilton e Valtteri Bottas non possono certo partire in secondo piano rispetto a qualsiasi altro rivale. La scuderia che domina in lungo ed in largo, da sette anni, sarà nuovamente la squadra da battere, anche se la W12 non è partita con il piede giusto. Solitamente nei test Toto Wolff e company hanno sempre amato giocare a nascondino, ma mai come in questo 2021 sembra che la nuova monoposto non sia stata celata, quanto abbia qualche problema strutturale. Sostanzialmente sistemare il bilanciamento al posteriore. Non una inezia, ovviamente, ma sappiamo bene come il team anglo-tedesco sappia reagire in fretta, e con profitto. La prima gara del campionato, sempre a Sakhir, riproporrà la Mercedes al suo consueto livello, con un duello davvero all’ultimo sangue con la Red Bull.

Bene, a questo punto torniamo sulla Terra. Se Red Bull e Frecce nere sono lassù nella stratosfera, quaggiù rimane un foltissimo gruppo comprendente diverse scuderie tutte, più o meno sullo stesso piano: McLaren, Alpine, Alpha Tauri e Ferrari. L’Aston Martin sarebbe assolutamente nella mischia, ma i problemi tecnici che hanno contraddistinto il loro esordio stagionale, non fanno ben sperare Sebastian Vettel e Lance Stroll. Per quanto riguarda le altre squadre, la McLaren ha fatto quello che tutti ci attendevamo, ovvero progredire grazie alla Power Unit Mercedes. Daniel Ricciardo e Lando Norris compongono un binomio davvero intrigante e la MCL35 sembra pronta a battagliare per il podio in ogni gara.

Discorso differente per Alpine e Alpha Tauri. Nel primo caso il sodalizio francese ha nelle proprie mani un Fernando Alonso che è una garanzia a prescindere, quindi un buon secondo pilota come Esteban Ocon. La vettura non è certo da titolo, ma qualche soddisfazione se la potrà togliere in questo 2021, avendo già dato una discreta idea di solidità. L’Alpha Tauri, invece, è pronta a stupire. Pierre Gasly, il “Re di Monza”, vuole confermare quanto di buono fatto vedere un anno fa, mentre il giovanissimo e rampante Yuki Tsunoda non vuole certo partire come un semplice rookie.

Passiamo al capitolo Ferrari. Se la SF1000 è andata a riscrivere ogni record negativo per la storia della scuderia di Maranello, la SF21 parte con due punti a favore: il fatto che non potrà fare peggio di quel “disastro sportivo” e, soprattutto, un nuovo motore. La Power Unit rinnovata darà modo a tutto il pacchetto di crescere e, quantomeno, dovrebbe concedere la chance a Charles Leclerc e Carlos Sainz di lottare con costanza per il podio. Come ha specificato Mattia Binotto, è troppo prematuro fare previsioni a lungo raggio per la Rossa, ma le basi appaiono comunque più solide di quelle, fragilissime, di dodici mesi fa.

Concludiamo con le vetture più in difficoltà del lotto. Dell’Aston Martin abbiamo già detto ma, essendo una “copia” della Mercedes, sarà sufficiente ritrovare la giusta affidabilità per rimettersi in carreggiata. Chi appaiono messe peggio, invece, sono Williams e Haas. La scuderia americana quest’anno è di fronte a 23 gare di transizione. La line-up giovanissima composta da Mick Schumacher e Nikita Mazepin avrà bisogno di tempo per fare esperienza, contando anche una vettura che parte molto indietro rispetto alle rivali, nonostante un motore Ferrari cresciuto rispetto alla scorsa annata. Passiamo alla Alfa Romeo. Il 2020 è stato vissuto con enormi difficoltà, ma sembra che il peggio sia passato e, di tanto in tanto, si potrà pensare anche alla zona punti. Più o meno quello che attende alla Williams, con un George Russell che scalpita (per lui Sakhir, dopo quanto accaduto nel GP di novembre, ha un sapore particolare) e farà di tutto per meritarsi la chiamata nel 2022 in Mercedes, con o senza Lewis Hamilton. Per il momento, buon Mondiale di Formula Uno a tutti!

Foto: Foto LM-LPS/DPPI/Antonin Vincent

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