Formula 1

F1, il peso di chiamarsi Mick Schumacher. Grandi attese e obiettivo Ferrari

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Il Mondiale 2021 di F1 bussa alle porte degli appassionati: dal 26 al 28 marzo primo weekend del campionato sulla pista di Sakhir (Bahrain) e primi punti in palio.

Per tanti motivi sarà una stagione di transizione: monoposto congelate in alcune parti, limitati interventi tecnici, tutto in funzione di un risparmio dei costi prima della rivoluzione tecnica del 2022 che rimescolerà le carte o quantomeno si proverà a farlo. Vero è che degli spunti ve ne sono anche in questo 2021 e il riferimento è a Mick Schumacher.

Il tedeschino, vincitore del campionato FIA di F2 del 2020 grazie al supporto della Ferrari Driver Academy, farà il suo esordio nel Circus con la Haas, esattamente 30 anni dopo quello che fece suo padre con la Jordan (1991). Corsi e ricorsi storici per un ragazzo che da subito ha dovuto gestire il peso di un cognome non trascurabile.

Tuttavia, Mick ha sempre ritenuto che questo non fosse un qualcosa da portare sulle spalle, ma da onorare e a cui ispirarsi: “Non ho mai detto che fosse una pressione extra e penso di essere abbastanza sicuro che non lo dirò mai, perché sono felice di portare questo cognome e sono molto felice di riportarlo in F1“, le parole di Schumi Jr. nel corso della presentazione della Haas. Una figura, dunque, da cui appresso soprattutto un aspetto importante nel Circus: “Avere un legame forte con la squadra. E’ davvero quello a cui miro. Poi essere il più forte possibile dal punto di vista mentale è un’altra cosa davvero fondamentale“.

Sarà una stagione complicata per lui perché la monoposto americana, pur spinta da un motore Ferrari evoluto, dal punto di vista aerodinamico sembra piuttosto indietro e i test in Bahrain hanno un po’ confermato questa tendenza. Dovrà fare di necessità virtù e imparare anche da questa difficile esperienza il 22enne perché l’obiettivo chiaramente è quello di essere un giorno a Maranello da pilota titolare. Si vuol portare avanti con orgoglio la dinastia degli Schumacher nel Circus, ricordando anche lo zio Ralf, e nello stesso tempo creare una sua storia, non essendo più riconosciuto essenzialmente come “il figlio di…”.

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Foto: Florent Gooden / LPS

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