Formula 1

F1, perché la Ferrari può sorridere dopo il GP del Bahrain? SF21 migliore della SF1000 e due piloti motivati

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Un sesto e un ottavo posto: è questo il computo finale della Ferrari al termine del GP del Bahrain, primo round del Mondiale 2021 di F1. Si può essere soddisfatti?

La risposta è sì. Per poter affermare ciò infatti non si può non tener conto del contesto che altrimenti porterebbe a una valutazione diametralmente opposta. Da appassionati/tifosi, una valutazione positiva per una scuderia così gloriosa sembra una contraddizione: come è possibile che il team di Maranello, che tanti titoli vanta in bacheca, possa essere considerato con il “+” dopo una gara come quella di Sakhir, con il monegasco Charles Leclerc (sesto) a 59″090 dal vincitore?

In una F1 un po’ ovattata da regolamenti che limitano le capacità di intervento, cambiare l’ordine delle cose è molto complicato. Pertanto, la Ferrari avrebbe avuto bisogno di stravolgere completamente il progetto SF1000 per puntare a qualcosa di ambizioso. Ciò non è possibile a livello normativo e pertanto le modifiche sostanziali riguardano il motore e l’aerodinamica. Dati alla mano la Rossa è migliorata per quanto ottenuto nelle qualifiche e per quanto ha detto la corsa. Nel time-attack la monoposto del Cavallino Rampante è stata quella che meno ha perso rispetto al 2020 relativamente alle modifiche tecniche imposte (riduzione del carico aerodinamico del 10%). Nello stesso tempo, in gara, Leclerc l’anno scorso finiva doppiato e decimo, quest’anno le monoposto nella top-10 sono due e non doppiate.

CONFRONTI 2020-2021 NELLE QUALIFICHE

Magra consolazione? Se si parte dal presupposto che il nome Ferrari voglia dire vittoria sì, se invece si considera il fatto che l’anno scorso si era la sesta forza in pista e nel giro di tre mesi si è la terza/quarta la considerazione è molto diversa. Indubbiamente gli obiettivi dovrebbero essere più ambiziosi, ma per fare questo serve anche il modo per procedere e ciò non è possibile se si parte da un telaio che è lo stesso dell’anno passato e non si ha la possibilità di cambiarlo, al pari dell’avantreno e delle sospensioni anteriori.

Altro aspetto riguarda i due piloti. L’avvento dello spagnolo Carlos Sainz ha portato i suoi frutti, in quanto le motivazioni sono altissime. Contrariamente all’anno passato con un Sebastian Vettel già certo di essere in uscita, i due alfieri di Maranello spingeranno al 100% per dimostrare il loro valore, accelerando lo sviluppo della macchina e favorendo l’interazione coi tecnici. Non esiste la bacchetta magica per tornare vincente, ma cominciare da delle basi solide è sicuramente confortante.

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Foto: Florent Gooden / LPS

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