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Ginnastica artistica, Serie A: Vanessa Ferrari è una scintilla impertitura. Una sacra artista con l’ardore olimpico

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Siamo abituati da una vita ai grandi ritorni di Vanessa Ferrari, ma ogni volta è come se fosse la prima. La Farfalla di Orzinuovi si porta dietro un alone di magia e una scintilla della sacra arte praticamente impareggiabili. Salire in pedana con quella facilità, con quella semplicità, con quella sagacia è una dote innata che soltanto delle fuoriclasse sono in grado di vantare. Quello di oggi al PalaRossini di Ancona non è di certo un rientro da un infortunio, come è più volte capitato all’Araba Fenice della Polvere di Magnesio globale, ma è una ripartenza dal valore immensamente significativo e che ha risposto a due quesiti che circolavano da ormai un anno: sì, Vanessa Ferrari è ancora al top della forma a 30 anni; sì, la voglia di Vanessa Ferrari non si è mai sopita ed è pienamente in lizza per volare alle Olimpiadi di Tokyo.

Gli indizi sono innumerevoli. Ha deciso di tornare a gareggiare in Serie A1 a quattro anni di distanza dall’ultima volta (Eboli 2017, prima degli sfortunati Mondiali di Montreal dove si infortunò gravemente), ha optato all’ultimo per esibirsi al corpo libero dopo il piccolo risentimento fisico di Alice D’Amato, ha in dote gli elementi tecnici dei giorni migliori (anche se non ancora portati in garaa). Il suo esercizio al quadrato è stato un tuffo al cuore: la scelta di esibirsi sulle note di “Bella ciao” (in una versione rivista rispetto a quella classica) è un esempio di resilienza e di classe cristallina, del desiderio di rinnovarsi ogni volta e di rilanciarsi costantemente, senza mai accontentarsi. Doveva essere un esercizio semplificato, eppure il D Score parla di 5.9 e le difficoltà non sono ancora al top… Tsukahara avvitato, doppio teso, Tsukahara, doppio raccolto. Arriva un 13.100, ma inficiato da una caduta in terza diagonale, giustificabile visto che era la prima gara dell’anno e che fino a questa mattina non avrebbe nemmeno dovuto eseguire questo esercizio: senza quell’errore avrebbe superato il muro dei 14 punti.

Il doppio avvitamento al volteggio (14.750) è significativo perché non lo eseguiva in gara praticamente da un lustro e certifica la volontà di essere competitiva sui quattro attrezzi, proprio per cercare di strappare un pass olimpico agli Europei di aprile (oltre ad avere la chance in Coppa del Mondo, il duello finale con Lara Mori a Doha è stato rinviato a data da destinarsi). Oggi non abbiamo visto parallele e trave, che ammireremo nelle prossime tappe di Serie A (l’ultimo all-around risale alle Olimpiadi di Rio 2016). Certo è che questa Vanessa Ferrari non sta lasciando nulla al caso e ai Giochi di Tokyo, se dovesse qualificarsi a livello individuale o se dovesse trovare un posto in squadra, andrà con l’obiettivo di lottare per qualcosa di importante.

Foto LM-LPS/Filippo Tomasi

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