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Jannik Sinner-Lorenzo Musetti, un dualismo che fa bene? Icone di un tennis italiano in salute, ma calma
Il futuro del tennis italiano è roseo? Probabilmente sì. Jannik Sinner e Lorenzo Musetti regalano emozioni e ottengono risultati. Entrambi i giovani alfieri del Bel Paese hanno raggiunto i quarti di finale di due tornei ATP 500 (nel caso dell’altoatesino Dubai e del toscano Acapulco), stabilendo un piccolo primato: i due giocatori più giovani ad approdare ai quarti di due tornei con queste caratteristiche sono italiani.
Il nativo di San Candido ieri si è dovuto arrendere al russo Aslan Karatsev, mentre Musetti quest’oggi si è permesso il lusso di battere anche Grigor Dimitrov. Resta intatta la portata della prova di entrambi e del fatto che ci troviamo a parlare di due tennisti che interpretano il gioco in maniera diametralmente opposta: Sinner fa della potenza da fondo e del timing perfetto i suoi punti di forza; il giovane toscano ha come marchio di fabbrica le variazioni di gioco e un ampio ventaglio di soluzioni.
Per caratteristiche, quindi, il dualismo vien da sé e tra i tifosi dell’uno e dell’altro qualcosa già si percepisce a livello social. I risultati impressionanti, però, non devono portare a giungere conclusioni affrettate, perché di fatto entrambi sono in una fase di costruzione, con Jannik più avanti per successi e classifica. Si dovrà avere pazienza perché questo “binomio” potrebbe essere utile per motivarsi, come è accaduto in altri confronti sportivi che hanno scritto la storia.
Il concetto, però, è proprio questo: diamo loro il tempo di scrivere le loro gesta, senza prefigurare paesaggi metafisici prima del tempo o affossarli quando c’è una sconfitta. Servirà calma e pazienza.
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Foto: LaPresse