Festival di Sanremo
LIVE Sanremo 2021 in DIRETTA venerdì 5 marzo: Colapesce e Dimartino vincono la serata! Ermal Meta sempre in testa, Gaudiano trionfa tra i Giovani!
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2.02: L’appuntamento è per domani alle 20.20 per la quinta e ultima serata del Festival. Grazie per averci seguito e buonanotte
2.01: I giornalisti hanno premiato prima di tutto Colapesce e Dimartino, molto bene anche i Maneskin, terza piazza per Willie Peyote, quarta piazza per La Rappresentante di lista
2.00: Ermal Meta si difende dall’assalto della sala stampa e resiste in testa alla classifica, secondo posto per Willie Peyote che è la bella sorpresa di questa edizione, terza piazza per Arisa
1.58: 10. Noemi, 9. Malika Ayane, 8. Colapesce e Dimartino, 7. La rappresentante di lista, 6. Irama, 5. Maneskin, 4. Annalisa, 3. Arisa, 2. Willie Peyote, 1. Ermal Meta
1.56: 13. Coma_Cose, 12. Orietta Berti, 11. Francesca Michielin e Fedez, 10. Madame, 9. Malika Ayane, 8. Irama, 7. Arisa, 6. Noemi, 5. Ermal Meta, 4. La Rappresentante di Lista, 3. Willie Peyote, 2. Maneskin, 1. Colapesce e Dimartino
1.53: 26. Random, 25. Aiello, 24. Gio Evan, 23. Bugo, 22. Francesco Renga, 21. Fasma, 20. Gaia, 19. Ghemon, 18. Extraliscio, 17. Annalisa, 16. Fulminacci, 15. Lo Stato sociale, 14. Max Gazzè
1.52: Tra poco la classifica della serata
1.51: Si sono chiuse le esibizioni della serata che finirà ancora più tardi rispetto a ieri
1.48: Stonature assortite in un pezzo blues “vorrei ma non posso”
1.47: Random con ‘Torno a te’
Quando giri intorno a me
Sai non mi sembra vero
E forse non lo sei
Forse è la testa mia
Ogni sorriso ricordo sai
Quanti sogni nel cassetto che
A volte lasciamo alle spalle
Non lasciamo la vita di sempre
Per paura di restare da soli
Quando giri intorno a me
Sai non mi sembra vero
E forse non lo sei
Forse è la testa mia
E oggi ritorno a te
Torno ad amare almeno
Forse non penso più
Oggi mi sento vivo
E ci perdiamo sempre sul più bello
Sfiori il mio viso poi fuggi ridendo
Siamo migliaia e migliaia
Ma non ci troviamo
Quando giri intorno a me
Sai non mi sembra vero
E forse non lo sei
Forse è la testa mia
E oggi ritorno a te
Torno ad amare almeno
Forse non penso più
Oggi mi sento vivo
Cercami e mi troverai
Dentro le note che mai scriverei
È solo il tempo che scriverà il resto
Che cambia se siamo diversi dal resto
Quando giri intorno a me
Torno a te
Quando giri intorno a me
Torno a te
Quando giri intorno a me
Canzone d’amore dedicata a un amore finito e a una persona che, nonostante tutto, riesce a suscitare ancora stima e affetto anche nella potenza del ricordo. Random presenta così “Torno a te“: “Narra di una storia d’amore finita. Incoraggia le persone a tornare al primo amore e a vivere tutte le cose come se fosse il primo amore. La canzone avrà delle sonorità diverse da quelle che ho portato fino ad ora. È un pezzo molto sentito e molto emozionale. L’artista prosegue: “Ho 19 anni e per me essere a Sanremo quest’anno è un sogno che si realizza soprattutto dopo un anno e mezzo di carriera. Sto cercando di mettere da parte l’ansia altrimenti è un casino, ma provo tanta emozione e tanta carica.”
1.45: Una nuvola azzurro-sexy sul palco dell’Ariston: atmosfera spagnoleggiante… Diciamo che non è certo un pezzo complicato da cantare, più o meno monotona però farà ballare
1.43: Gaia con ‘Cuore amaro’
Fedele ai miei sogni
Senza paura poi di cadere
Fedele ai ricordi
Ricadere
Benedico gli errori più grandi
Perché ho fatto di peggio più tardi
Io volevo soltanto portarmi
La giungla tra questi palazzi
Sotto una lacrima che bagna tutta la città
Strada di arterie che ritorna da me
Ma il mio cuore è amaro
Un disordine raro
Io non vedo il denaro ma il mio cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Mani radici sole sulla schiena
Parole pioggia che mi disseta
A volte mi sveglio la sera
E strappo pensieri di seta
Foglia nuda per strada
Luna chiara nirvana
Quella che ho dentro è una notte lontana
Quella di chi non sa tornare a casa
Sotto una lacrima che bagna tutta la città
Strada di arterie che ritorna da me
Ma il mio cuore è amaro
Un disordine raro
Io non vedo il denaro ma il mio cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Il mio cuore è amaro
Un disordine raro
Sa di un giorno lontano questo cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Il mio cuore è amaro
È un disordine raro
Sa di un giorno lontano questo cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Anche se mi resta
Sulla pelle l’ultima
Goccia di tempesta
Ormai non mi interessa
Sei il mio cuore amaro
Un disordine raro
Io non vedo il denaro ma il mio cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Il mio cuore amaro
Un disordine raro
Sa di un giorno lontano questo cuore amaro
Ora ci vedo chiaro
Ora ci vedo chiaro
Canzone d’amore che descrive il cuore amaro della vincitrice di Amici 2020. Un po’ autobiografica e un po’ autoreferenziale, il brano racconta successi e delusioni della giovane cantante.
Gaia, da “X Factor” e “Amici” al palco dell’Ariston, svela ai microfoni di Tv Sorrisi e Canzoni: “È una canzone che non parla d’amore, per quanto a me piaccia parlare d’amore, parla di me. Infatti il “Cuore amaro” è mio. Parla della mia storia, del mio percorso, di come mi sento attualmente. È molto personale, anche a livello di sound mi rappresenta tanto, porta molta della mia cultura al pubblico, però sempre con un twist un po’ più contemporaneo“.
1.40: Fulminacci ha un pezzo non sconvolgente, che strizza l’occhio al repertorio di Vasco Rossi però anche lui ha le carte in regola per raccogliere il testimone dei cantautori romani
1.39: Bugo con ‘E invece sì’
Le metropolitane vanno molto veloci
I giornali gratis
La radio
Le voci
Bella la campagna ma mi rende un po’ triste
Vorrei comprare un disco ma non ho il giradischi
Vorrei fare l’arbitro ma non mi piacciono i fischi
Il superfluo è a volte più importante
Scriverò il nostro nome sui portoni
Anche se mi dici
Cristian cresci, stai su dritto
Grazie ma io
Voglio immaginarmi che non ho sbagliato
E che il paradiso è il mio supermercato
Con la birra in saldo e il poster di Celentano
È meglio così
Voglio immaginarmi che anche un dittatore
S’innamora, vomita e poi si commuove
Che davvero non ci avranno mai capiti
E invece sì
Na na na na na
Vorrei pensare che Ronaldo non sia perfetto
Vorrei essere onesto ma non timbro il biglietto
Chiamare mio papà per dirgli che sto bene
Scriverò le risposte sulla mano
Anche se mi dici
Cristian sveglia, perdi il treno
Grazie ma io
Voglio immaginarmi che non ho sbagliato
E che il paradiso è il mio supermercato
Con la birra in saldo e il poster di Celentano
È meglio così
Voglio immaginarmi che anche un dittatore
S’innamora, vomita e poi si commuove
Che davvero non ci avranno mai capiti
E invece sì
E tu gridami addosso
Che va bene lo stesso
E tu gridami addosso
Cristian cresci, stai su dritto
Grazie ma io
Voglio immaginarmi che non ho sbagliato
E che Ringo Starr è il mio miglior amico
Che io e lei lo abbiamo fatto e le è piaciuto
Si dice così
Voglio immaginarmi che anche un dittatore
S’innamora, vomita e poi si commuove
Che davvero non ci avranno mai capiti
E invece sì
E invece sì
Una canzone che descrive il coming of age di Cristian Bugatti, in arte Bugo, che scrive una lettera di autoanalisi che critica ed esalta il suo percorso come artista e uomo. “E invece sì” nel ritmo e nella struttura rispecchia a pieno lo stile di Bugo, affezionato nostalgico del cantautorato firmato anni ’70. Il brano rappresenta un inno alla spensieratezza e all’immaginazione contro chi, fin da bambino, ti intima di “dover crescere”. Nel ritornello, ritroviamo la semplicità di un supermercato che può diventare un paradiso, “con una birra in saldo e un poster di Celentano“.
1.38: Bugo cresce, il suo pezzo resta in testa ed è ancora piuttosto originale anche se l’aria ricorda un paio di pezzi un po’ datati
1.33: Bugo con ‘E invece sì’
Le metropolitane vanno molto veloci
I giornali gratis
La radio
Le voci
Bella la campagna ma mi rende un po’ triste
Vorrei comprare un disco ma non ho il giradischi
Vorrei fare l’arbitro ma non mi piacciono i fischi
Il superfluo è a volte più importante
Scriverò il nostro nome sui portoni
Anche se mi dici
Cristian cresci, stai su dritto
Grazie ma io
Voglio immaginarmi che non ho sbagliato
E che il paradiso è il mio supermercato
Con la birra in saldo e il poster di Celentano
È meglio così
Voglio immaginarmi che anche un dittatore
S’innamora, vomita e poi si commuove
Che davvero non ci avranno mai capiti
E invece sì
Na na na na na
Vorrei pensare che Ronaldo non sia perfetto
Vorrei essere onesto ma non timbro il biglietto
Chiamare mio papà per dirgli che sto bene
Scriverò le risposte sulla mano
Anche se mi dici
Cristian sveglia, perdi il treno
Grazie ma io
Voglio immaginarmi che non ho sbagliato
E che il paradiso è il mio supermercato
Con la birra in saldo e il poster di Celentano
È meglio così
Voglio immaginarmi che anche un dittatore
S’innamora, vomita e poi si commuove
Che davvero non ci avranno mai capiti
E invece sì
E tu gridami addosso
Che va bene lo stesso
E tu gridami addosso
Cristian cresci, stai su dritto
Grazie ma io
Voglio immaginarmi che non ho sbagliato
E che Ringo Starr è il mio miglior amico
Che io e lei lo abbiamo fatto e le è piaciuto
Si dice così
Voglio immaginarmi che anche un dittatore
S’innamora, vomita e poi si commuove
Che davvero non ci avranno mai capiti
E invece sì
E invece sì
Una canzone che descrive il coming of age di Cristian Bugatti, in arte Bugo, che scrive una lettera di autoanalisi che critica ed esalta il suo percorso come artista e uomo. “E invece sì” nel ritmo e nella struttura rispecchia a pieno lo stile di Bugo, affezionato nostalgico del cantautorato firmato anni ’70. Il brano rappresenta un inno alla spensieratezza e all’immaginazione contro chi, fin da bambino, ti intima di “dover crescere”. Nel ritornello, ritroviamo la semplicità di un supermercato che può diventare un paradiso, “con una birra in saldo e un poster di Celentano“.
1.30: Struggente Ermal Meta, con l’occhiolino strizzato agli anni ’90 in un pezzo costruito per vincere Sanremo
1.28: Ermal Meta con ‘Un milione di cose da dirti’
Senza nome io, senza nome tu
E parlare finché un nome non ci serve più
Senza fretta io, senza fretta tu
Ci sfioriamo delicatamente
Per capirci un po’ di più
Siamo come due stelle scampate al mattino
Se mi resti vicino non ci spegne nessuno
Avrai il mio cuore a sonagli
Per i tuoi occhi a fanale
Ti ho presa sulle spalle
E ti ho sentita volare
Con le mani nel fango
Per cercare il destino
Tu diventi più bella ad ogni tuo respiro
E mi allunghi la vita inconsapevolmente
Avrei un milione di cose da dirti, ma non dico niente
In un mare di giorni felici annega la mia mente
Ed ho un milione di cose da dirti
Ma non dico niente
Ma non dico niente
Il tuo viaggio io, la mia stazione tu
E scoprire che volersi bene
È più difficile che amarsi un po’ di più
È la mia mano che stringi, niente paura
E se non riesco ad alzarti starò con te per terra
Avrai il mio cuore a sonagli per i tuoi occhi a fanale
Ce li faremo bastare
Ce li faremo bastare
Con le mani nel fango per cercare il destino
Tu diventi più bella ad ogni tuo respiro
E mi allunghi la vita inconsapevolmente
Avrei un milione di cose da dirti, ma non dico niente
In un mare di giorni felici annega la mia mente
Ho un milione di cose da dirti
Solo un milione di cose da dirti
Ti do il mio cuore a sonagli per i tuoi occhi a fanale
E senza dirlo a nessuno
Impareremo a volare
Tu mi allunghi la vita inconsapevolmente
Avrei un milione di cose da dirti, ma non dico niente
In un mare di giorni felici annega la mia mente
Ed ho un milione di cose da dirti
Ma non dico niente
Ma non dico niente
Cuore a sonagli io
Occhi a fanale tu
Il brano è una canzone d’amore semplice che rivolge parole ricche di poesia e assonanza al proprio innamorato. Un classico brano sanremese. Ermal Meta ama definire Un milione di cose da dirti una “semplicissima canzone d’amore”. Attenzione però a non confondere la semplicità con la banalità, perché questo brano è ben definito, concettualmente parlando. Esso ha, infatti, l’aspetto di una semiretta: “E’ una canzone che parte, ma non so dove va a finire. Parte e va verso l’alto e se finisce io non la vedo“
1.27: Non ruba l’orecchio e nemmeno l’occhio Gio Evan. La pesia c’è ma solo quella. Musicalmente il pezzo non è forte e non basta il profluvio di parole di Gio Evan…
1.25: Gio Evan con ‘Arnica’
E sbaglio ancora a vivere e non imparo la lezione
Prendere in tempo il treno, e poi sbagliare le persone
E sbaglio ancora a fidarmi a regalare il cuore agli altri
Che poi ritorna a pezzi curarsi con i cocktail e fare mezzanotte e non risolvere mai niente
Cerco un amico per un buon tramonto insieme
Voglio arrivare all’alba e dire dai di nuovo
E voglio farmi scivolare il mondo addosso
E non scivolare sempre io
E volo con la testa tra le nuvole
Ma vedessi il cuore quanto va più in alto
E non voglio dimenticare niente
Però fa male ricordarsi tutto quanto
Le corse lungomare
Nuotare fino a non toccare
L’ansia di non fare in tempo
Coi regali di Natale
Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare
Le partite sulla strada
Fare i pali con la maglia
Restare accanto
A chi non ce l’ha fatta
Le prime cicatrici
Gli amori mai finiti
Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure non riesco a rinunciare
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure lo voglio rifare
E portami una primavera prima che appassisca
Davanti all’estate di tutti
Così esile che la tormenta
Mi confonde con un panno steso al vento
E cerco un posto dove poter fare il debole
Amici buoni per smezzare una tempesta
‘Che’ l’amore si scopre solo in mezzo al temporale, ammiro i vostri punti fermi ma ho bisogno di viaggiare
E volo con la testa tra le nuvole
Ma vedessi il cuore quanto va più in alto
E non voglio dimenticare niente
Però fa male ricordarsi tutto quanto
Le corse lungomare
Nuotare fino a non toccare
L’ansia di non fare in tempo
Coi regali di Natale
Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare
Le partite sulla strada
Fare i pali con la maglia
Restare accanto
A chi non ce l’ha fatta
Le prime cicatrici
Gli amori mai finiti
Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici
Le corse di mia madre per fare in tempo a scuola
Sognare ad occhi aperti
L’estate senza soldi
L’ansia degli esami
Ma che festa il giorno dopo
La faccia di mio padre
Quando andava a lavoro
Le volte in cui pensiamo che andrà tutto male
I viaggi con chi ami
Sì ma i sogni a puttane
Le prime delusioni
Perché i baci finiscono
Le nottate a casa con gli amici
A dire resteremo uniti
E poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure non riesco a rinunciare
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure lo voglio rifare.
Il brano è un inno alla giovinezza e ai tempi spensierati che hanno condotto alla vita adulta che, forse, non è mai troppo tardi da rivivere. “Arnica“, che il poliedrico artista e paroliere di Molfetta, Gio Evan, farà conoscere al pubblico di Sanremo 2021 è un bilancio tra passato e presente in cui chiunque si può identificare e contiene la consapevolezza che, nonostante a volte faccia male, questo viaggio chiamato vita vale ogni giorno la pena di essere intrapreso.
1.14: Non si era sentita la prima parte della canzone di Renga che risale sul palco dell’Ariston per cantare nuovamente il suo pezzo
1.09: Dopo l’appello per i lavoratori dello spettacolo, Alessandra Amoroso canta Una notte in Italia
1.01: Purtroppo si conferma in difficoltà sugli acuti Renga che non riesce a cantare come dovrebbe e potrebbe questo pezzo
0.59: Francesco Renga con ‘Quando trovo te’
Guarda un po’ la mia città è insonne
E ha smesso di sognare
Come mai nessuno ora lo ammette
Gente che taglia le ombre
Mentre il traffico ancora riempie
Spazi immensi di solitudine
Questa volta ho come l’impressione
Che la speranza abbia cambiato umore.
E la mia testa non ne vuole più sapere
Di stare ferma e io continuo ancora a camminare
Si bagnano anche gli occhi, forse piove
E lo sguardo che segue il tragitto di un cane
E va a finire che
Come sempre mi dimentico
Dimentico di te
Sempre mi dimentico
Ma poi io ti ritrovo
Sempre se mi guardo
E intorno non c’è niente
Sei lo stupore atteso, un desiderio
La verità in un mondo immaginario
Sempre sempre
Si confondono perfettamente
Le mie gioie
Inevitabilmente
Sempre sempre
Le ritrovo tutte quante sempre
Solo quando trovo te.
Questa città confonde
Di luci sempre accese
Dicono che tornerà sereno a fine mese
Io sempre fuori stagione
E la tua testa non ne vuole più sapere
Di stare ferma e quel silenzio dentro fa rumore
All’improvviso torno a respirare
Una stanza, due sedie, la cena, un film
Qual è il finale?
Come sempre mi dimentico
Dimentico di te
Sempre mi dimentico
Ma poi io ti ritrovo
Sempre se mi guardo
E intorno non c’è niente
Sei lo stupore atteso, un desiderio
Tra mille note in volo un suono nuovo
Sempre sempre
Si confondono perfettamente
Le mie gioie
Inevitabilmente
Sempre sempre
Le ritrovo tutte quante sempre
Solo quando trovo te.
Tu che dormi sul divano
Quando resta sulle mani
Il tuo profumo
Le tue cose fuori posto
Quelle scarpe sulle scale
Mi portano da te
Come sempre mi dimentico
Dimentico di te
Sempre mi dimentico
Ma poi io ti ritrovo
Sempre se mi guardo
E intorno non c’è niente
Sei lo stupore atteso, un desiderio
La meraviglia di ogni giorno nuovo
Sempre sempre
Si confondono perfettamente
Le mie gioie
Inevitabilmente
Sempre sempre
Le ritrovo tutte quante sempre
Solo quando trovo te.
Solo quando trovo
Trovo te.
“Quando trovo te” è stata scritta a sei mani da Francesco Renga, Roberto Casalino e Dario Faini. La canzone si concentra su quel momento di rottura ed epifania che si inserisce nella vita di tutti i giorni e nella ruotine che spesso ci costringe a ritmi talmente serrati da impedirci di vedere la bellezza della vita nel suo quadro generale. “Quando trovo te” esplora il concetto di “oblio salvifico”. Dimenticare infatti, in alcuni casi rappresenta una salvezza, una via d’uscita. Eppure il ricordo che spesso riaffiora quando meno ce lo aspettiamo, viene poi ad essere il senso stesso della relazione, sia essa finita o ancora in bilico. E’ quella sensazione che stravolge il quotidiano e lo rende straordinario.
0.58: Coerente Ghemon che ha un progetto, non lo ha mai nascosto e con questo Sanremo si assesta tra i migliori soul men italiani
0.56: R&B e Jazz si intrecciano nel pezzo di Ghemon con i cromatismi dei fiati che infiammano
0.55: Ghemon con ‘Momento perfetto’
Avevo aspettative su chissà che risultati
Ma erano tranelli
E mi ritrovo con le mani nei capelli
Alle volte vorrei smettere
Non nego che m’intriga il pensiero di sparire,
L’idea di cambiare vita
Certe mattine che è ancora buio
Mi alzo ad orari quasi vietati
Non voglio più lavorare gratis
O che mi cambino i connotati
Se non avveri i tuoi desideri
Finisci a vivere di ricordi
Ma nel momento in cui te ne accorgi
Qualcun altro ha il tuo posto e i tuoi soldi
Ho aspettato in silenzio e con calma
Ma ora mi è venuta voglia di urlare
Sono convinto che questa sia
L’ora mia, il momento perfetto per me
Dicono sempre che è il turno degli altri
Ma non mi sento secondo a nessuno
Sono convinto che questa sia
L’ora mia, il momento perfetto per me
“Non ti ho sentito più ma dì, com’è fratello?
Tu puoi contare su di me e questo lo sai fratello!”
Ma quando poi sei senza chiave nel tuo inferno
Ti scopri figlio unico e sei chiuso dall’esterno
A te è rimasto il veleno
Ma lo sai come sono i serpenti
Se tu gli tendi la mano
Poi loro hanno affondato i denti
È andata ma se ci ripensi
Che razza di rischi ti sei preso?
Ed il fatto che non ti sei mai arreso
È un miracolo e va difeso
Ho aspettato in silenzio e con calma
Ma ora mi è venuta voglia di urlare
Sono convinto che questa sia
L’ora mia, il momento perfetto per me
Dicono sempre che è il turno degli altri
Ma non mi sento secondo a nessuno
Sono convinto che questa sia
L’ora mia, il momento perfetto per me
Non ho dubbi adesso
Dentro sento che è il mio momento
Per questo ora dirò all’universo
Che mi voglio giocare tutte le mie chance
Un flusso di energia mi attraversa
Mi sta mandando fuori di testa
Sto caricando l’aria di elettricità
Ho aspettato in silenzio e con calma
Ma ora mi è venuta voglia di urlare
Sono convinto che questa sia
L’ora mia, il momento perfetto per me
Dicono sempre che è il turno degli altri
Ma non mi sento secondo a nessuno
Sono convinto che questa sia
L’ora mia, il momento perfetto per me
Un momento di rivalsa, la rivincita davanti a un progetto andato male o un lavoro perduto per cui si è dato tanto spendendo energie giorno e notte. Ghemon con “Momento perfetto”, porta sul palco sanremese un “urlo di rivalsa“. All’anagrafe Gianluca Picariello, attraverso un flusso di coscienza, si rivolge a quanti gli hanno voltato le spalle, lasciandolo in compagnia solo della propria musica. Dall’altro lato, l’artista si prepara alla rinascita: è il momento giusto per lasciarsi indietro il male e ripartire con grinta.
0.54: Fiorello e Amadeus presentano in sincrono Ghemon
0.50: Fiorello e Amadeus si improvvisano ballerini e coristi. Si stanno divertendo stasera
0.48: Dopo il break l’omaggio a Renato Carosone. Enzo Avitabile in Caravan Petrol
0.40: Al secondo ascolto resta in testa il pezzo degli Extraliscio, con atmosfere romagnolo-balcaniche, in un abbraccio mediterraneo
0.38: Extralisco feat. Davide Toffolo con ‘Bianca luce nera’
Bianca
Come la neve
Nera
Come l’inverno
Mi agito se non ti sento
Divento aceto che ero vino
Strano il mio sentimento
Che mi fa male e mi tiene vivo
Ora che mi leggi la mano
Ora che conosci il destino
Dimmi che c’è un posto lontano
Noi che camminiamo vicino
Lì dove nessuno ci vede
E nessuno sa chi siamo
Senza te
Senza te io morirei
Perché ho paura di camminare
Se perdo la tua luce bianca
Se perdo la tua luce nera
Se perdo la tua luce bianca
Se perdo la tua luce nera
Bianca
Di porcellana
Nera
Ossidiana
Mi curi medicamentosa
Mi pungi come ragno ortica
Stringi forte calamita
Se voglio andare
Mi prendi ancora
Ora che conosci le carte
Ora che conosci il destino
Dimmi che c’è un treno che parte
Noi che ci sediamo vicino
E nessuno ci conosce
E non importa dove andiamo
Senza te
Io da solo qui morirei
Perché ho paura di camminare
Se perdo la tua luce bianca
Se perdo la tua luce nera
Se perdo la tua luce bianca
Se perdo la tua luce nera
Fonte miracolosa
Piantagione velenosa
Ti ho cercato in ogni cosa
E ti ho trovato e ti cerco ancora
Senza te
Io da solo qui morirei
Ho deciso di camminare
E seguo la tua luce bianca
E seguo la tua luce nera
E seguo la tua luce bianca
E seguo la tua luce nera
La canzone ricalca con metafore il tema della speranza e di una luce che nonostante si avvicini sembra sempre irraggiungibile. Un inno a ritrovarsi quando ci sembra di esserci persi. Mirco Mariani descrive la canzone in gara a Sanremo 2021 come “Un lampeggiante, una luce intermittente che si insegue, si avvicina ma non si raggiunge, è tutto e il contrario di tutto e non la trovi mai dove l’avevi lasciata l’ultima volta. Batte forte sul tempo, dentro una balera persa in un labirinto, in un ballo controtempo“.
0.37: Per la terza volta l’esibizione di Irama è stata mandata in onda registrata
0.34: Irama ha fatto un’operazione interessante. Niente di sconvolgente ma con l’aiuto di Dardust ha confezionato un pezzo molto orecchiabile che resta subito in testa
0.32: Irama con ‘La genesi del tuo colore’
Non sarà la neve
A spezzare un albero
Avessi finto sarebbe stato meglio
Di averti visto piangere in uno specchio
E mi manca la tua voce ormai
Ora che, ora che, ora che sei qui
Io sono qui
Ci vestiremo di vertigini
Mentre un grido esploderà
Come la vita quando viene
Mai smetterai canterai
Perderai la voce
Andrai, piangerai, ballerai
Scoppierà il colore
Scorderai il dolore
Cambierai il tuo nome
Avessi finto sarebbe stato meglio
Hai poco tempo ormai
Per vivere una vita che non sentirai
Chiudo il sole un attimo
Anche se non dormirò oh
E i pensieri passano
Come eclissi resti qui
Io resto qui
E danzeremo come i brividi
Mentre la vita suonerà
Con le dita tra le vene
Mai smetterai canterai
Perderai la voce
Andrai, piangerai, ballerai
Scoppierà il colore
Scorderai il dolore
Cambierai il tuo nome
Colora l’anima
Con una lacrima
Colora l’anima
Con una lacrima
Sottovoce nasce il sole
La scia che ti porterà dentro
Nel centro dell’universo
E l’armonia del silenzio
Sarà una genesi
La genesi del tuo colore
Mai smetterai canterai
Perderai la voce
Andrai, piangerai, ballerai
Scoppierà il colore
Colora l’anima
Con una lacrima
Colora l’anima
Con una lacrima
Scoppierà il colore
Colora l’anima
Con una lacrima
Scorderai il dolore
Colora l’anima
Con una lacrima
Cambierai il tuo nome
Il brano descrive l’assenza e il dolore di una perdita e la potenza del ricordo in grado di rigenerare la memoria vivida di chi ci manca. Irama racconta così il brano: “La canzone in poche parole, diciamo senza spoilerare niente, è un inno alla vita“. L’artista spiega che l’ispirazione per il testo è scaturita osservando un ragazzo che alza il viso a una ragazza che piange e poi inizia a radersi i capelli: “Ancora oggi quando ci penso mi scava dentro e lì nascono le parole della canzone. Ha due facce come una moneta, prima arriva l’energia poi il resto. I violini sono melanconici e ci sono riferimenti struggenti.”
0.27: La canzone è Pezzo di Cuore cantato assieme ad Emma Marrone
0.25: E’ il momento Alessandra Amoroso
0.21: Mainstream questo pezzo che non aggiunge nulla di nuovo. Un altro tassello nel mosaico di due carriere che forse autorizzavano ad osare un po’ di più
0.20: Francesca Michielin e Fedez con ‘Chiamami per nome’
Oggi ho una maglia che non mi dona
Corro nel parco della mia zona
Ma vorrei dirti non ho paura
Vivere un sogno porta fortuna
La tua rabbia non vince
Certi inizi non si meritano nemmeno una fine
Ma la tua bocca mi convince
Un bacio alla volta
Come sassi contro le vetrine
Le mie scuse erano mille, mille
E nel cuore sento, spille spille
Prova a toglierle tu baby
Tu baby
Chiamami per nome
Solo quando avrò
Perso le parole
So che in fondo ti ho stupito arrivando qui da sola
Restando in piedi con un nodo alla gola
Chiamami per nome
Perché in fondo qui sull’erba siamo mille, mille
Sento tutto sulla pelle, pelle
Ma vedo solo te baby
Te baby
In ascensore spreco un segno della croce e quindi?
So bene come dare il peggio non darmi consigli
Cerco un veleno che non mi scenda mai
Ho un angelo custode sadico
Trovo una scusa ma che cosa cambierà?
La grande storia banale
Prima prosciughiamo il mare
Poi versiamo lacrime
Per poterlo ricolmare
Le promesse erano mille mille
Ma nel cuore sento spille spille
Prova a toglierle tu baby tu baby
Chiamami per nome
Solo quando avrò
Perso le parole
So che in fondo ti ho stupito venendo qui da solo
Guidando al buio piango come uno scemo
Chiamami per nome
Perché in fondo qui sull’erba siamo mille mille
Sento tutto sulla pelle, pelle
Ma vedo solo te baby
Te baby
Mi sembra di morire quando parli di me in un modo che odio
Aiutami a capire se alla fine di me vedi solo il buono
Sotto questo temporale
Piove sulla cattedrale
Rinunceremo all’oro
Scambiandolo per pane
Chiamami per nome
Solo quando avrò
Perso le parole
So che in fondo
Ci ha stupiti finire qui da soli in questo posto
Ma se poi non mi trovi
Chiamami per nome
Perché in fondo qui sull’erba siamo mille, mille
Sento tutto sulla pelle, pelle
Ma vedo solo te baby
Te baby
Le promesse sono mille mille
Ma non serve siano mille
Ora che ho solo te baby
Te baby
Canzone d’amore che mette in scena un dialogo tra due innamorati che vengono interpretai dalla Michielin e Fedez. Il brano, scritto da Fedez, era stato diffuso per sbaglio dallo stesso artista che ha anche rischiato la squalifica dal Festival.
“È una canzone che a me emoziona tantissimo“, racconta la Michielin aggiungendo: “Credo che sia un’evoluzione delle cose che abbiamo fatto assieme“. “Ho notato la nostra maturazione, il nostro crescere anche artisticamente con questo brano” dichiara il marito di Chiara Ferragni, che specifica: “C’è qualcosa in più, è una sensazione strana, bella“. Fedez, all’anagrafe Federico Lucia, e e Francesca si sono promessi a vicenda di sostenersi l’un l’altro nei giorni della kermesse sanremese: “Se mai dovessimo cadere, cadremo insieme“.
0.10: Citazione voluta, il pezzo è carino, fa canticchiare e ballare. Senza tirare in mezzo la Vecchia che balla
0.09: Al secondo ascolto emerge sempre più la somiglianza della strofa con Il Rock di capitan Uncino
0.08: Lo Stato Sociale con ‘Combat pop’
Questo è combat pop!
O era combat rock?
Erano i Clash lo so,
Ma che stile!
Metti il vestito buono,
Sorrisi e strette di mano,
Che non è niente male
Questo funerale.
Credevi fosse amore
E invece era un coglione,
Sbaglia anche il migliore, ma con stile!
Questo è combat pop,
Mica rock’n’roll.
Nella vita si può
Anche dire di no,
Alle canzoni d’amore,
Alle lezioni di stile,
Alle hit del mese,
Alle buone maniere…
Ma… ma che senso ha?
Volere sempre troppo,
Pagare tutto il doppio
E godere la metà?
Ma che senso ha
Vestirsi da rockstar,
Fare canzoni pop
Per vendere pubblicità?
Che bravo cantautore
Con tutto questo dolore…
No bella ‘sta canzone eh,
Ma che sfiga!
Il tatuaggio sul collo
Ce l’ha anche mio nonno
E le elezioni di maggio
Le vince il solito gonzo!
Questo è combat pop,
Mica rock’n’roll.
Nella vita si può
Anche dire di no,
Alle canzoni d’amore,
Alle lezioni di stile,
Alle hit del mese,
Alle buone maniere…
Ma… ma che senso ha?
Volere sempre troppo,
Pagare tutto il doppio
E godere la metà? Ma che senso ha
Vestirsi da rockstar,
Fare canzoni pop
Per vendere pubblicità?
Non c’è più il punk
Per dire quanto sei fuori
O il rock per litigare
Con i tuoi genitori,
La canzone impegnata,
Sì ma niente di serio,
Ormai solo Amadeus
Ha un profilo di coppia.
A canzoni non si fanno rivoluzioni
Ma nemmeno un venerdì di protesta,
La moda passa, lo stile resta
Fidati, l’ha detto una stilista.
Ma… ma che senso ha?
Volere sempre troppo,
Pagare tutto il doppio
E godere la metà?
Ma che senso ha
Vestirsi da rockstar,
Fare canzoni pop
Per vendere pubblicità?
Il brano analizza il consumismo ironizzando sulle pieghe avute da quella musica troppo attenta a moda e influence che divorano tutto senza lasciare il tempo di assaporare i momenti che valgono. “Il brano parla della necessità di abbattere le regole. Sarà un pezzo rock, ma anche kombat, ma anche pop”, spiega Lo Stato Sociale. I componenti della band chiariscono: “A Sanremo 2021 ci approcciamo come… cacciatori di fagiani! Speriamo che sia la prima grande festa, visto che è un anno che non si può suonare…”.
0.06: La linea della vita di Barbara Palombelli, tra le canzoni di Sanremo e la lotta per l’indipendenza femminile
23.56: Il monologo di Barbara Palombelli
23.52: Un Fasma riflessivo anche con autotune… Arrangiamento rivedibile, percussioni esagerate. Destinato a spopolare sui social
23.50: Fasma con ‘Parlami’
Vorrei darti la mia forza per vederti parlare
Non di ciò che ti succede ma parlare di te
Anche un granello di sabbia che si è perso nel mare può tornare roccia come puoi farlo te
Non dire non dire
Che ti va bene questo mondo bastardo
Anche con il posto rubi il posto di un altro
Anche se voglio io non posso cambiarlo,
Io non sono quell’altro
Che di me
Che di me
Ti rimane solo addosso il tabacco
Qualche foto e qualche vestito sparso
Anche se voglio io non posso cambiarlo
Io non posso cambiarlo
Ma noi sì
Parlami parlami
Dai ti prego tu guardami
Perché dentro i tuoi occhi già vedo come mi immagini
E quindi guardami guardami
Sai che adoro quegli attimi
In cui non litighiamo e siamo proprio come ci immagini
E quindi parlami parlami
Dai ti prego tu parlami
Perché dentro i tuoi occhi già vedo come mi immagini
E quindi guardami guardami
Sai che adoro quegli attimi
In cui non litighiamo e siamo proprio come ci immagini
Quindi parlami parlami
Dai ti prego tu parlami
Se vuoi stiamo più vicini ma rendendoci apatici
Quindi baciami baciami
Che dai baci fantastici che mi aumentano i battiti
Ti prego tu salvami
Dimmi come faccio a stare bene così
Nei miei giorni no tu sei l’unico sì
Tu che mi parlavi e mi parlavi di te
E come se parlassi e parlassi di me
Quegli sguardi e quelle smorfie io le ho prese da te
Il modo in cui ora gridi tu l’hai preso da me
E sei tu che mi ringrazi
Ma grazie di che
Grazie a te ho tirato fuori il meglio di me
Parlami parlami
Dai ti prego tu guardami
Perché dentro i tuoi occhi già vedo come mi immagini
E quindi guardami guardami
Sai che adoro quegli attimi
In cui non litighiamo e siamo proprio come ci immagini
E quindi parlami parlami
Dai ti prego tu parlami
Perché dentro i tuoi occhi già vedo come mi immagini
E quindi guardami guardami
Sai che adoro quegli attimi
In cui non litighiamo e siamo proprio come ci immagini
Quindi parlami parlami
Dai ti prego tu parlami
Se vuoi stiamo più vicini ma rendendoci apatici
Quindi baciami baciami
Che dai baci fantastici che mi aumentano i battiti
Ti prego tu salvami
Lettera d’amore aperta a una persona amata che invoca attenzione e supporto in nome di una salvezza raggiungibile attraverso l’altro. “Non vi dico di cosa tratta Parlami poiché ogni persona si potrà immaginare nel testo la propria esperienza. Le sonorità che abbiamo scelto per il pezzo ci appartengono e sono l’evoluzione dell’anno scorso, ma con qualcosa di totalmente nuovo”, ha dichiarato Fasma. Poi, l’artista in gara a Sanremo 2021 ha aggiunto: “Penso che siamo cresciuti dall’anno scorso. La rinascita è il tema più importante di quest’anno. Gli artisti possono insegnare la voglia di ricominciare e di non farsi fermare da questo mondo, indipendentemente da quello che succede“.
23.49: Fiorello: Mahmood sta già al Festival di Sanremo del 2030
23.47: La chiusura con una versione rivista di Soldi
23.45: Inuyasha per Mahmood, che poi cresce di ritmo con Barrio e Calypso
23.41: C’è Mahmood sul palco che lo ha visto trionfare due anni fa. Canta Rapide
23.35: Dal rap Sociale a Don Matteo è un attimo… La trasformazione dei Coma_Cose porta in spiaggia con il falò. Sicuramente brano ammiccante per adolescenti o poco più su
23.33: Coma_Cose con ‘Fiamme negli occhi’
Quando ti sto vicino sento
Che a volte perdo il baricentro
E ondeggio come fa una foglia
Anzi come la California
Metà sono una donna forte
Decisa come il vino buono
Metà una Venere di Milo
Che prova ad abbracciare un uomo
E anche se qui c’è troppa gente
Io me ne fotto degli altri
E te lo dico ugualmente
Resta qui ancora un minuto
Se l’inverno è soltanto un’estate
Che non ti ha conosciuto
E non sa come mi riduci
Hai le fiamme negli occhi ed infatti
Se mi guardi mi bruci
Quando ti sto vicino sento
Che a volte perdo il baricentro
Galleggio in una vasca piena di risentimento
E tu sei il tostapane che ci cade dentro
Grattugio le tue lacrime
Ci salerò la pasta
Ti mangio la malinconia
Così magari poi ti passa
Mentre ondeggi come fa una foglia
Anzi come la California
Resta qui ancora un minuto
Se l’inverno è soltanto un’estate
Che non ti ha conosciuto
E non sa come mi riduci
Hai le fiamme negli occhi ed infatti
Se mi guardi mi bruci
Resta qui e bruciami piano
Come il basilico al sole
Sopra un balcone italiano
Che non sa come mi riduci
Hai le fiamme negli occhi ed infatti
Se mi guardi mi bruci
Se mi guardi mi bruci
Se mi guardi mi bruci
Se mi guardi mi bruci
Mi bruci
Mi bruci
Se mi guardi senti.
La canzone è stata scritta da Fausto Lama e Francesca Mesiano (veri nomi dei Coma_Cose). Si tratta di un brano che richiama l’affrontare la vita e le sue difficoltà anche davanti a quelli che sembrano cose impossibili. La forza di restare insieme anche davanti alle avversità, così gli autori hanno descritto il brano. Fiamme negli Occhi”, dal sapore contemporaneo e il ritmo incalzante. E’ un amore, quello tra Francesca e Fausto, tutt’altro che lirico ma che anzi si rifà ad immagini estremamente quotidiane come il tostapane, la grattugia per il formaggio e il basilico sul balcone che brucia al sole come lo sguardo di una persona innamorata. “Quando ti sto vicino sento che perdo il baricentro” sarà sicuramente, dopo Sanremo 2021, la frase più riciclata (anche sui social) per dichiarare i propri sentimenti al partner.
23.30: Scena per Ibra che ringrazia l’orchestra di Sanremo
23.26: Amadeus e Fiorello cantano Siamo donne con tanto di parrucca per emulare Jo Squillo e Sabrina Salerno
23.24: Arrangiamento un po’ scarno, percussioni quasi insopportabili però Arisa sovrasta tutto. Finale anni 90 alla Giorgia, con armonie fuori dalla tonalità
23.22: Padrona del palco e voce da urlo per Arisa
23.20: Arisa con ‘Potevi fare di più’
Lasciarsi adesso non fa più male non è importante
Cosa ci importa di quello che può dire la gente
L’abbiamo fatto oramai non so più quante volte
Te lo ricordi anche tu
Ci sono troppi rancori che ci fanno star male
Mi sono messa in disparte sola col mio dolore
Dove c’era dell’acqua oggi solo vapore
Potevamo fare di più
A che serve cercare se non vuoi più trovare
A che serve volare se puoi solo cadere
A che serve dormire se non hai da sognare
Nella notte il silenzio fa troppo rumore
A che serve una rosa quando è piena di spine
Torno a casa e fa festa solamente il mio cane
Ora i nostri percorsi sono pieni di mine
Sto annegando ma tu non mi tendi la mano
A che serve un cammino senza avere una meta
Dare colpa al destino che ci taglia la strada
Non importa se sono vestita o son nuda
Se da sopra il divano più niente ti schioda
A che serve truccarmi se nemmeno mi guardi
Ero dentro i tuoi occhi ma tu non lo ricordi
Noi di spalle nel letto più soli e bugiardi
Ti addormenti vicino ti svegli lontano
Mi mancheranno i sorrisi che da un po’ non vedevo
Ti chiamerò qualche volta senza avere un motivo
Racconterò a chi mi chiede che sto bene da sola
Questo farai anche tu
Cancellerò foto e video dal mio cellulare
Solo per non vederti né sentirti parlare
Ne avrò piena la testa e spazio sulla memoria
E chissà quanto tempo io ti amerò ancor
A che serve truccarmi se nemmeno mi guardi
Ero dentro i tuoi occhi ma tu non lo ricordi
Noi di spalle nel letto più soli e bugiardi
Ti addormenti vicino ti svegli lontano
A che serve morire se ogni giorno mi uccidi
Dallo specchio ti vedo mentre piango tu ridi
È tutto quello che è stato oramai non ci credi
Potevi fare di più
La fine di una relazione tossica è descritta nella canzone di Arisa che descrive i tentativi e la stanchezza psicologica derivati da una storia che si nutre delle energie di chi, purtroppo, non sa di non essere più innamorato.
Il brano, nato dalla penna di Gigi D’Alessio ed incentrato sull’amore tossico, è stato definito dall’artista di “Sincerità” un “testo di rinascita“, “terapeutico“, con cui tenterà di “esorcizzare alcuni capitoli della sua vita“. Alla stampa, in diretta Zoom, l’artista dichiara di volere che arrivi questo messaggio, soprattutto alle donne: “Quando ci troviamo in una situazione non congeniale alle nostre corde, dobbiamo ricercare la felicità. Prenderci la responsabilità anche del nostro disagio. Cambiare le cose è possibile“.
23.14: C’è un pizzico della prima Carmen Consoli anche nella pronuncia ostentatamente poco comprensibile… Un’eresia? Chissà…
23.07: L’autotune impera, però il pezzo è originale. Pur cercando si fatica a darle un’etichetta. Al secondo, terzo ascolto è già lì che gira in testa
23.06: Madame con ‘Voce’
Mi ricordo di te
Ricordo i mille giri sulle giostre su di te
Ho fatto un’altra canzone
Mi ricorda chi sono
Ho messo un altro rossetto sopra il labbro superiore
Negli occhi delle serrande si stenderanno e io sparirò
L’ultimo soffio di fiato e sarà la voce ad essere l’unica cosa più viva di me
Voglio che viva a cent’anni da me
Fumo per sbarazzarmi di lei
Ma torna da me
Dove sei finita amore
Come non ci sei più
E ti dico che mi manchi
Se vuoi ti dico cosa mi manca
Adesso che non ci sono più
Adesso che ridono di me
Adesso che non ci sei più
Non so se
Ti ricordi di me
Quanto bello abbracciarti
Che mi mancavi tanto
Sarà bello abbracciarti
Dirti mi sei mancata
In un bosco di me
C’è un rumore incessante
E lo faccio da parte
Tu sei la mia voce
Mi ricordo di te
Mi vedevano ridere sola
Ma eri te
Ho baciato un foglio bianco
E la forma delle mie labbra
Ha scritto da dove nasci tu e che non morirai e se
Negli occhi delle serrande si stenderanno e io sparirò
L’ultimo soffio di fiato darà la voce a quella che è l’unica cosa più viva di me
Voglio che viva a cent’anni da me
Perché in giro mi chiedon di me
E mi chiedo di te anch’io
Dove sei finita amore
Come non ci sei più
E ti dico che mi manchi
Se vuoi ti dico cosa mi manca
Adesso che non ci sono più
Adesso che ridono di me
Adesso che non ci sei più
Non so se
Ti ricordi di me
Quanto bello abbracciarti
Per sentirti un po’ a casa
Sarà bello abbracciarti
Dirti mi sei mancata
In un bosco di me
C’è un rumore incessante
E lo faccio da parte
Tu sei la mia voce
Baby ne ho fatte
Baby ne ho fatta di strada
Baby ti ho cercato in ogni dove
Nelle corde di gente che non conosco
Ma infondo bastava guardarsi dentro più che attorno
Sei sempre stata in me e non me ne rendevo conto
Dove sei finita amore
Come non ci sei più
E ti dico che mi manchi
Se vuoi ti dico cosa mi manca
Adesso che non ci sono più
Adesso che ridono di me
Adesso che non ci sei più
Io so che
Ti ricordi di me
Perché è bello abbracciarmi
Per sentirti un po’ a casa
Ti ricordi le notti
Che urlavamo per strada
Ma nel bosco di me
Ora siamo tornate
E per sempre sarà
Che tu sei la mia voce
E noi siamo tornate
E per sempre sarà
Sì per sempre sarà
Che tu sei la mia voce
il brano descrive il senso di smarrimento derivato da una perdita e dalla fine di un amore che, molto spesso, porta con sé l’allontanamento fisico della persona interessata ma ne potenzia il ricordo.
ll brano racconta un viaggio introspettivo alla ricerca della propria voce, della propria identità, in mezzo a tutto il caos che ci circonda. “Conosci te stesso”, l’invito che Socrate faceva sempre a tutti, infatti, per poterci ritrovare prima dobbiamo capire chi siamo veramente.
23.05: Gli anni 80 ritornano ancora, l’elettronica di Dardust e la voce di Veronica sono un mix che funziona
23.03: La rappresentante di lista con ‘Amare’
Ogni volta che nella mia vita
Non pensavo di essere abbastanza
Come un vuoto dentro la mia testa
Un incendio dentro la mia stanza
Come un sole che non sorgerà
Dal riflesso dei miei occhi stanchi
Io corro e poi corro
Piango e poi piango
Amare senza avere tanto
Urlare dopo avere pianto
Parlare senza dire niente
Come il sole, mi consolerà
Amare senza avere tanto
Urlare dopo avere pianto
È come l’aria che non finirà
Ogni volta che stai bene
Vorrei essere tutto
Potrei essere niente
Nella strada infinita
La paura è la vita
Apro gli occhi e vedo l’universo
Tra la gente che non crede
Che sognarlo era diverso
Amare senza avere tanto
Urlare dopo avere pianto
Parlare senza dire niente
Come il sole, mi consolerà
Amare senza avere tanto
Urlare dopo avere pianto
È come l’aria che non finirà
Ogni volta che stai bene
Ho su di me
Un desiderio profondo
Ho dentro me
Tutti i sogni del mondo
Amare senza avere tanto
Urlare dopo avere pianto
Parlare senza dire niente
Come il sole, mi consolerà
Amare senza avere tanto
Urlare dopo avere pianto
È come l’aria che non finirà
Ogni volta che stai bene
Come l’aria che non finirà
Ogni volta che stai male
Cosa significa l’amore e cosa vuol dire amare tra gioia e dolore in un testo lungo pieno di metafore e riflessioni su un sentimento tanto importante, declinato in chiave universale. Il duo La Rappresentante di Lista (formato da Veronica Lucchesi e Daniele Mangiaracina) esordisce nella gara vera e propria con “Amare”, un brano serrato e musicalmente contemporaneo in cui si racconta l’amore universale. La canzone, scritta insieme a Dardust, “parla di corpi – spiegano – di vita, di comunità, della ricerca di una rinascita, di un senso di libertà“.
23.00: Sdrammatizzare va bene ma così rischiamo di cadere nel ridicolo
22.57: Entra Fiorello in completo nero, truccato alla Achille Lauro, rossetto viola scuro con corona di spine in testa per duettare in Rolls Royce
22.56: Piume in ogni dove, spallina coperta. A chi si ispirerà stasera? Carla Fracci?
22.55: L’Inno di Mamelik eseguito con la chitarra elettrica e il distorsore, poi l’inno nuziale
22.54: E’ il momento di Achille Lauro che canterà i due pezzi di Sanremo
22.26: C’è un pizzico di Paola Turci e un pizzico della Bertè di Non sono una signora nel pezzo di Malika Ayane che sarà un altro bel successo
22.44: Pezzo di portata internazionale per Malika Ayane. Anche qui gli anni ’80 sono sullo sfondo e in primo piano c’è la grande classe di Malika
22.43: Malika Ayane con ‘Ti piaci così’
Non è mai tardi
Non è mai detto
Che tutto sia fermo
Immobile
Già scritto
Forse c’è una possibilità
Che desideri
E puoi scegliere
Ti fa muovere
Senza spingere
E ti piace sì
Ti piace così
E ti piace com’è
È ora che ti vedi
Non era, non sarà
Ci pensi
E ti piace com’è
Lo senti che cedi
Come lo sguardo al fulmine
Non c’è intuizione
Senza scintilla
Perderti senza chiedere ti assomiglia
Non è spocchia ma necessità
Di sorprenderti
Di decidere
Cosa prendere, quando smettere
E ti piace sì
Ti piace così
E ti piace com’è
È ora che ti vedi
Com’era non sarà
Ci pensi
E ti piace com’è
Lo senti che tremi
A che serve resistere
Ti desideri e vuoi scegliere
Cosa muovere, quando spingere
E ti piace sì
Ti piace così
E ti piace com’è
È ora che ti vedi
Non era, non sarà
Ci pensi
E ti piace com’è
Lo vedi che tremi
Non ha senso resistere
Scritta e arrangiata da Pacifico, Rocco Rampino e Alessandra Flora, il brano racconta della consapevolezza personale e del risolversi dopo una serie di situazioni difficili e spiacevoli. Riconoscere sé stessi senza giudicarsi troppo severamente e accettearsi per quel che si è.
“L’idea di tornare sul luogo del delitto” – confessa Malika Ayane ai microfoni Tv Sorrisi e Canzoni – “mi è venuta la scorsa estate mentre mi trovavo su una spiaggia bellissima. Mi sono resa conto che qualcosa era cambiato nel nostro presente e che quindi la musica ancora di più aveva un valore, ho sentito una sorta di senso di responsabilità“. Il brano che proporrà all’Ariston “parla di sensazioni, è la descrizione di un preciso attimo in cui ci si accorge che tutto può succedere, purché parta da una consapevolezza di sé. È la stessa sensazione che ti porta a ballare da solo scalzo in mezzo a una stanza, perché sei vivo“.
22.41: Willie Peyote ricorda qualche pezzo del primo Daniele Silvestri, incalzante e intelligente. Un altro momento che non dimenticheremo facilmente
22.40: Tirato il pezzo di Willie Peyote, cassa in 4 in tutti i pezzi, Festival con suoni anni ’80 e la cosa non ci dispiace…
22.39: Willie Peyote con ‘Mai dire mai (La locura)’
Questa è l’Italia del futuro, un paese di musichette mentre fuori c’è la morte
Ora che sanno che questo è il trend tutti ‘sti rapper c’hanno la band
Anche quando parlano l’autotune, tutti in costume come gli X-men
Gridi allo scandalo, sembrano Marilyn Manson nel 2020
Nuovi punk vecchi adolescenti, tingo i capelli e sto al passo coi tempi
C’è il coatto che parla alla pancia ma l’intellettuale è più snob
In base al tuo pubblico scegliti un bel personaggio, l’Italia è una grande sit-com
Sta roba che cinque anni fa era già vecchia ora sembra avanguardia e la chiamano It-pop
Le major ti fanno un contratto se azzecchi il balletto e fai boom su Tik-tok
Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype
Non si vendono più i dischi tanto c’è Spotify
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Siamo giovani affermati, siamo schiavi dell’hype
Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Mai dire mai, mai dire mai
Mai dire mai dire mai dire mai dire mai
Ora che sanno che questo è il trend tutti che vendono il culo a un brand
Tutti ‘sti bomber non fanno goal ma tanto ora conta se fanno il cash
Pompano il trash in nome del LOL e poi vi stupite degli Exit poll?
Vince la merda se a forza di ridere riesce a sembrare credibile
Cosa ci vuole a decidere “tutta ‘sta roba c’ha rotto i coglioni?”
Questi piazzisti, impostori e cialtroni a me fanno schifo ‘sti cazzi i milioni
“le brutte intenzioni…” che succede? Mi sono sbagliato
Non ho capito in che modo twerkare vuol dire lottare contro il patriarcato
Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype
Non si vendono più i dischi tanto c’è Spotify
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Siamo giovani affermati, siamo schiavi dell’hype
Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
(Mai dire mai) non so se mi piego non so se mi spezzo
(Mai dire mai) non so se mi spiego, dipende dal prezzo
(Mai dire mai) lo chiami futuro ma è solo progresso
(Mai dire mai) sembra il Medioevo più smart e più fashion
(Mai dire mai) se è vero che il fine giustifica il mezzo
(Mai dire mai) non dico il buongusto ma almeno il buonsenso
(Mai dire mai) ho visto di meglio, ho fatto di peggio
(Mai dire mai) ecco, tu dì un’altra palla se riesco palleggio
Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype
Non si vendono più i dischi tanto c’è Spotify
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Siamo giovani affermati, siamo schiavi dell’hype
Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Mai dire mai, mai dire mai
Mai dire mai dire mai dire mai dire mai
Mai dire mai, mai dire mai
Mai dire mai dire mai dire mai dire mai
La locura è un termine utilizzato nella serie TV Boris che viene direttamente citata nel brano in diversi passaggi. La canzone critica i tempi moderni e la piega della musica innestata al boom dei social media ritagliandosi un inno di speranza in quel Mai dire mai ripetuto come fosse un monito portafortuna.
In un’intervista in esclusiva su Rai Play, Willie Peyote spiega il significato del brano che presenterò all’Ariston: “La canzone che porterò a Sanremo parla dell’approccio alla cultura nel nostro paese. La musica, la politica, come viviamo la cultura dopo un periodo come quello che abbiamo trascorso nel 2020. Si intitola Mai Dire Mai e non posso dire molto sulle sonorità del brano perchè altrimenti svelo tutto il trucco. Posso dire che il sound è diverso da quello che si aspettano da me ed è differente da quello che si è abituati a sentire a Sanremo.“
22.35: L’elettronica alla Battiato di Max Gazzè, l’arguzia del testo scritto dal fratello fanno di questo pezzo uno degli esperimenti meglio riuscito del Festival
22.33: E’ travestito da Salvador Dalì con baffi all’insù Max Gazzè. Strepitoso
22.32: Max Gazzè con la Trifluoperazina Monstery Band con ‘Il farmacista’
(Si può fare!)
Polvere d’amore,
Té verde due bustine
E non mi dici
Più che non ti va…
Dimetisterone,
Poi Norgestrel in fiale
Per chiuderci
Una notte
In camera!
Son tutte
Soluzioni al naturale…
Amore
Mio,
Vedrai che male
Non ti fa…
Te le ho create io,
Ma in nome
Della scienza
Per quella tua tendenza
Alla rigidità!
Trifluoperazina,
Stramonio e Pindololo…
Un pizzico
Di Secobarbital:
Somministra
Prima
Di un logorroico
Assolo
E via anche questa
Smania di parlar!
Non c’è neppure
Controindicazione…
Amore
Mio,
Ti dirò come
Si starà
Senza
Il pesante
Tuo brusio
Da conferenza
Che mi rompe
L’anima!
Io ho la soluzione
(Si può fare!)
Per un tormento
Che attanaglia,
Punto
Debole o magagna
E qualsivoglia
Imperfezione!
Per tutto
Invento,
Stai tranquilla,
Una bio-chimica pozione!
(Ma che cos’è?)
È quel miracolo
Che non ho visto
Mai
In nessun’altra
Se non te dopo
La cura,
E stai sicura
Che stavolta
È quella buona
E presto
Mi ringrazierai!
Noci,
Zafferano,
Lavanda e passiflora…
Poi ci
Mettiamo
Anche del guaranà:
Travasare piano
L’essenza su verdura…
Contro lo shopping
È una favola!
E per i troppi
Tuoi salti
D’umore,
Fiore
Di Bach
E aggiungo
Vitamina E…
Ma addizionando
Del trifoglio rosso
Posso
Cancellarti
Anche lo stress!
Io ho la soluzione
(Si può fare!)
Per la pettegola
Che origlia…
Vanità,
Coda di paglia
O qualsivoglia
Imperfezione!
Per tutto
Invento,
Stai tranquilla,
Una bio-chimica pozione!
(Ma che cos’è?)
È quel miracolo
Che non ho visto
Mai
In nessun’altra
Se non te dopo
La cura,
E stai sicura
Che stavolta
È quella buona
E presto
Mi ringrazierai!
Ma adesso
Aspetta
Cara, c’è
Un problema:
Questa camicia m’incatena
Un po’…
Me l’hanno stretta
A forza sulla schiena…
Non chiedermi perché,
Io che ne so!
(Si può fare!)
(Ma che cos’è?)
È quel miracolo
Che non ho visto
Mai
In nessun’altra
Se non te dopo
La cura,
E stai sicura
Che stavolta
È quella buona
E presto
Mi ringrazierai!
Io ho la soluzione
(Si può fare!)
Per un tormento
Che attanaglia,
Punto
Debole o magagna
E qualsivoglia
Imperfezione!
Per tutto
Invento,
Stai tranquilla,
Una bio-chimica pozione!
(Ma che cos’è?)
È quel miracolo
Che non ho visto
Mai
In nessun’altra
Se non te dopo
La cura,
E stai sicura
Che stavolta
È quella buona
E presto
Mi ringrazierai!
Esiste una ricetta medica per tutto? Max Gazzè veste i panni di un farmacista pronto a mescolare polveri, ingredienti e medicinali per trovare la cura ai più grandi mali moderni. Canzone carica di ironia intelligente e spensierata.
Un brano che ricorda l’elettronica Anni Ottanta, con un arrangiamento folle e complesso in cui spicca un theremin; nel testo vengono enumerati una serie di rimedi contro le più disparate e diffuse malattie dell’uomo contemporaneo, dal brusio da conferenza agli sbalzi d’umore fino alla classicissima mania per lo shopping.
22.24: La ascolteremo per radio, nei negozi, in ogni dove. Questa è quasi una certezza
22.21: La leggerezza dei due cantanti siciliani è coinvolgente. IK richiami sono chiari ma tutt’altro che insostenibili
22.20: Colapesce e Dimartino con ‘Musica leggerissima’
Se fosse un’orchestra a parlare per noi
Sarebbe più facile cantarsi un addio
Diventare adulti sarebbe un crescendo
Di violini e guai
I tamburi annunciano un temporale
Il maestro è andato via
Metti un po’ di musica leggera
Perchè ho voglia di niente
Anzi leggerissima
Parole senza mistero
Allegre ma non troppo
Metti un po’ di musica leggera
Nel silenzio assordante
Per non cadere dentro al buco nero
Che sta ad un passo da noi, da noi
Più o meno
Se bastasse un concerto per far nascere un fiore
Tra i palazzi distrutti dalle bombe nemiche
Nel nome di un Dio
Che non viene fuori col temporale
Il maestro è andato via
Metti un po’ di musica leggera
Perché ho voglia di niente
Anzi leggerissima
Parole senza mistero
Allegre ma non troppo
Metti un po’ di musica leggera
Nel silenzio assordante
Per non cadere dentro al buco nero
Che sta ad un passo da noi, da noi
Più o meno
Rimane in sottofondo
Dentro ai supermercati
La cantano i soldati
I figli alcolizzati
I preti progressisti
La senti nei quartieri
Assolati
Che rimbomba leggera
Si annida nei pensieri
In palestra
Tiene in piedi una festa
Anche di merda
Ripensi alla tua vita
Alle cose che hai lasciato
Cadere nello spazio
Della tua indifferenza
Animale
Metti un po’ di musica leggera
Perché ho voglia di niente
Anzi leggerissima
Parole senza mistero
Allegre ma non troppo
Metti un po’ di musica leggera
Nel silenzio assordante
Per non cadere dentro al buco nero
Che sta ad un passo da noi, da noi
Più o meno
Il brano riflette sull’importanza della musica anche nei momenti più difficili della vita, descrivendo gli effetti benefici di un buon brano o un arrangiamento anche sui momenti più complicati dell’esistenza e della società. “Musica leggerissima” di Colapesce e Dimartino si configura come un omaggio alla musica pop in grado di tenere lontane le ansie e le preoccupazioni. Il duo, infatti, chiede più volte di mettere un po’ “un po’ di musica leggera, Perché ho voglia di niente, Anzi leggerissima”
22.17: Giacca bianca per Zlatan Ibrahimovic e pantalone grigio
22.15: La quota age di Sanremo è di qualità. Grande professionalità, una partecipazione che sarà comunque ricordata
22.13: Mantello con paillettes anche per Orietta Berti che non accusa la stanchezza e sta cantando con grande energia
22.12: Orietta Berti con ‘Quando ti sei innamorato’
La senti e già lo sai che brucia dentro
Come una fiamma ormai ti lascia il segno
Quando mi guardi tu so quello che vorrei.
Come una musica mi scorri dentro,
Un fiume in piena ormai fino allo schianto,
Pericoloso sei ma è quello che vorrei.
Sembrava tanto eppure non ho niente
Se non ti ho accanto tutto è apparente,
Un’onda senza il mare, un cielo senza stelle,
Solo il mio pianto mi resta senza te.
Quando ti sei innamorato, perduto
Da allora niente è cambiato.
Quando mi hai detto “ti amo”, confuso
Dicesti non vado lontano, io resto con te.
Ancora non lo sa ma nel mio mondo
Esiste solo lui che mi sta accanto
E mi perdonerà se non mi sveglierò
Da questo sogno che non è stato inganno
Senza più orgoglio, senza più affanno
Ci abbandoniamo al mondo senza nessun rimpianto
Non vado a fondo se sono insieme a te.
Quando ti sei innamorato, perduto
Da allora niente è cambiato.
Quando mi hai detto “ti amo”, confuso
Dicesti non vado lontano, io resto con te.
La senti e già lo sai che brucia dentro
L’amore che mi dai è quello che vorrei.
Brano melò sotto forma di lettera d’amore al proprio innamorato che descrive le emozioni dell’amore e dell’innamoramento. Orietta Berti, una delle cantanti più amate ed apprezzate nella penisola italiana, concorre a Sanremo 2021 dopo anni di assenza dal Festival con il brano ”Quando ti sei innamorato”. Il brano parla di amore, un amore appena nato tanto forte quanto bello, tanto da farti perdere il fiato.
22.05: Le gag di Amadeus e Fiorello
22.02: Buona performance tecnica di Noemi, la sua canzona aggiunge poco alla storia della musica
22.00: Credibile Noemi, non particolarmente coraggiosa, ma assolutamente piacevole. Al secondo ascolto piace di più
21.59: Noemi con ‘Glicine’
Mi dici che
Che non funziona più
Siamo soli adesso noi
Sopra a un pianeta blu.
E quando arriva sera
Invadi la mia sfera
Non è la primavera
Che non sento da un po’.
Non sento da un po’
I brividi sulla mia pelle,
Il tuo nome fra le stelle.
Sembra ieri,
Sembra ieri che la sera
Ci stringeva quando tu stringevi me.
Ricordo ancora quella sera guardavamo le
Le code delle navi dalla spiaggia sparire
Vedi che son qui che tremo
Parla parla parla parla con me
Ma forse ho solo dato tutto per scontato e
E mi ripeto che scema a non saper fingere
Dentro ti amo e fuori tremo
Come glicine di notte.
Scommetto che
Ora non prendi più
L’abitudine di far
Sempre come vuoi tu.
E quando arriva sera
Mi manca l’atmosfera
Non è la primavera…
Sembra ieri, sembra ieri che la sera
Ci stringeva quando tu stringevi me.
Ricordo ancora quella sera guardavamo le
Le code delle navi dalla spiaggia sparire
Vedi che son qui che tremo
Parla parla parla parla con me
Ma forse ho solo dato tutto per scontato e
E mi ripeto che scema a non saper fingere
Dentro ti amo e fuori tremo
Come glicine di notte.
Dietro di noi vedo giorni spesi su treni infiniti
Forse è solo che mi manca parte
Di un passato lontano come Marte
Tu cosa dirai vedendomi arrivare
Quando ti raggiungerò
Ricordo ancora quella sera guardavamo le
Le code delle navi dalla spiaggia sparire
Vedi che son qui che tremo
Parla parla parla parla con me
Ma forse ho solo dato tutto per scontato e
E mi ripeto che scema a non saper fingere
Dentro ti amo e fuori tremo
Come glicine di notte.
Ora che
Non posso più tornare
A quando ero bambina
Ed ero salva da ogni male
E da te, da te, da te…
La fine di un amore è protagonista del brano di Noemi, dai tratti malinconici che porta in musica una lettera ricca di ricordi verso un amato ormai perduto.
Noemi racconta in un’intervista che, quando ricevette la telefonata di Amadeus, passò il telefono a mio marito, convinta fosse un call center con un numero sconosciuto. Su Glicine, ha detto: “E’ una canzone in cui mi ritrovo molto, è un pezzo emozionante». Il suo augurio è che il pezzo “possa essere un arcobaleno che colora finalmente questo cielo che nell’ultimo anno non è stato proprio chiaro“
21.58: Amadeus e Barbara Palombelli presentano Noemi
21.55: Amadeus e Fiorello accompagnano sul palco dell’Ariston Barbara Palombelli
21.53: Sdraiato a terra Damiano a fine pezzo. Peccato per il pubblico che avrebbe saltato sulle poltrone (dalla quarta fila indietro)
21.52: C’è un lavoro alle spalle di questi ragazzi che stanno offrendo una performance di alto livello
21.51: Cresce il pezzo dei Maneskin. Hard rock italiano, come poche volte si è sentito a Sanremo
21.49: Måneskin con ‘Zitti e Buoni’
Loro non sanno di che parlo
Voi siete sporchi fra’ di fango
Giallo di siga’ fra le dita
Lo con la siga’ camminando
Scusami ma ci credo tanto
Che posso fare questo salto
Anche se la strada è in salita
Per questo ora mi sto allenando
E buonasera signore e signori
Fuori gli attori
Vi conviene toccarvi i coglioni
Vi conviene stare zitti e buoni
Qui la gente è strana tipo spacciatori
Troppe notti stavo chiuso fuori
Mo’ li prendo a calci ‘sti portoni
Sguardo in alto tipo scalatori
Quindi scusa mamma se sto sempre fuori, ma
Sono fuori di testa ma diverso da loro
E tu sei fuori di testa ma diversa da loro
Siamo fuori di testa ma diversi da loro
Siamo fuori di testa ma diversi da loro
Io
Ho scritto pagine e pagine
Ho visto sale poi lacrime
Questi uomini in macchina
Non scalare le rapide
Scritto sopra una lapide
In casa mia non c’è Dio
Ma se trovi il senso del tempo
Risalirai dal tuo oblio
E non c’è vento che fermi
La naturale potenza
Dal punto giusto di vista
Del vento senti l’ebrezza
Con ali in cera alla schiena
Ricercherò quell’altezza
Se vuoi fermarmi ritenta
Prova a tagliarmi la testa
Perché
Sono fuori di testa ma diverso da loro
E tu sei fuori di testa ma diversa da loro
Siamo fuori di testa ma diversi da loro
Siamo fuori di testa ma diversi da loro
Parla la gente purtroppo
Parla non sa di che cosa parla
Tu portami dove sto a galla
Che qui mi manca l’aria
Parla la gente purtroppo
Parla non sa di che cosa parla
Tu portami dove sto a galla
Che qui mi manca l’aria
Parla la gente purtroppo
Parla non sa di che cazzo parla
Tu portami dove sto a galla
Che qui mi manca l’aria
Ma sono fuori di testa ma diverso da loro
E tu sei fuori di testa ma diversa da loro
Siamo fuori di testa ma diversi da loro
Siamo fuori di testa ma diversi da loro
Noi siamo diversi da loro
La canzone è un ballad rock che porta i temi della redenzione e della potenza della musica capace di sfidare tutti i pregiudizi esistenti.
Scritto e composto interamente dai Måneskin, “Zitti e Buoni”, con sonorità crude e distorte, porta all’Ariston il graffio rock che caratterizza l’attitudine del gruppo, per la prima volta a Sanremo. Un brano carico che ha la dimensione live nel suo dna, quella di cui gli artisti si sono nutriti attraversando l’Italia e l’Europa nel primo lungo tour. “Zitti e buoni” è un pezzo che parla principalmente di redenzione e voglia di spaccare il mondo con la musica, una sfida contro i pregiudizi, tema centrale nelle produzioni dei Måneskin.
21.42: Base HipHop, interpretazione arrabbiata, comunque in rialzo rispetto al debutto
21.41: Grida e un po’ stona Aiello, probabilmente non era una questione di emozione dell’esordio
21.39: Aiello con ‘Ora’
Ora ora ora ora
Mi parli come allora
Quando ancora non mi conoscevi
Pensavi le cose peggiori
Quella notte io e te
Sesso ibuprofene
Tredici ore in un letto
A festeggiare il mio santo
Il giorno dopo su un treno che mi portava a casa
Nessuno mi aveva detto “devi tornare a scuola”
Mi sono perso nel silenzio delle mie paure
L’atteggiamento di uno stronzo, invece era terrore
Non riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi ricordavi di lui, ero fuori da poco
Ora ora ora ora
Te la ricordi ancora
Quella notte io e te
Sesso ibuprofene
Avevo il cuore malato
Ma tu non lo vedevi
Mi tenevo le pezze gelide dietro al petto
Ci tenevo a mostrarmi come un drago nel letto
Mi sono perso nel silenzio delle mie paure
L’atteggiamento di uno stronzo, invece era terrore
Non riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi ricordavi di lui ero fuori da poco
Mi sono perso nella notte, non mi hai mai abbracciato
E mi vergogno a dirlo di solito sputo fuoco
Non riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi ricordavi di lui, ero fuori da poco
Ho visto foto di te
Il tuo compagno, una bambina
Poi quella casa l’hai finita
Dovevi portarci me
Dovevi portarci me
Sesso ibuprofene
Mi sono perso nel silenzio delle mie paure
L’atteggiamento di uno stronzo, invece era terrore
Non riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi ricordavi di lui ero fuori da poco
Mi sono perso nella notte, non mi hai mai abbracciato
E mi vergogno a dirlo di solito sputo fuoco
Non riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi ricordavi di lui, ero fuori da poco
La canzone è la confessione nero su bianco del protagonista che chiede scusa alla sua ex per i comportamenti sbagliati tenuti in piedi, un’autocritica spietata ma che ricorda anche i bei momenti passati insieme.
Aiello dichiara alla stampa: “Ora parla di sesso, un sesso speciale. L’ho definito ibuprofone. Era giusto che spiegassi a me stesso cosa mi stava succedendo in quel periodo. La mia canzone si chiama “Ora” e parla di quando non riusciamo a superare una storia passata che ci ha fatto male. Chi viene dopo si prende la parte peggiore di noi, che sembra quella peggiore, ma non lo è… Facciamo la figura degli strxxxi, ma non lo siamo.“
21.38: Il pezzo di Annalisa può giocare per la vittoria, anche se non decolla al secondo ascolto
21.36: Sanremese il pezzo di Annalisa. Non è una innovatrice. Arrangiamento rivedibile, un po’ statico
21.35: Annalisa con ‘Dieci’
Cos’è che ti ho promesso
Non so
Non mi ricordo adesso
Me lo dici cos’hai
Siamo dentro i ghiacciai
Dieci giorni in una notte
Dieci bocche sul mio cocktail
Se è più facile scrivimi
Che hai bisogno di quello che hai perso
E va bene una volta su cento
Se ci pensi precipiti
Non ho tempo deciditi
A fine lavoro ti penso
Ho cenato col vino sul letto
E non deve andare così
Non fanno l’amore nei film
E forse non ritorno in me
Ma niente panico
Guarda come piove forte
Questo sabato
Perché l’ultima volta è sacra
Fa freddo tornare a casa
Ma non è così amara
Questa notte si impara
E sta piovendo
E sono fuori da
Fuori da me
E questa casa non ha
Niente di
Niente di te
Ma l’ultima volta è sacra
L’ultimo bacio in strada
Tu scrivimi tra un’ora
Serviranno ancora
Dieci ultime volte
Dieci
Dieci ultime volte
Vestiti fuori posto
Addormentati in un parcheggio
Baci francesi delivery
Le scenate nell’appartamento
Merito caffè latte corretto
E mi piace se esageri
Non ho tempo deciditi
Io però non ti aspetto
Mi ricordi di un libro che ho letto
E non deve andare così
Non fanno l’amore nei film
E forse non ritorno in me
Ma niente panico
Guarda come piove forte
Questo sabato
Perché l’ultima volta è sacra
Fa freddo tornare a casa
Ma non è così amara
Questa notte si impara
E sta piovendo
E sono fuori da
Fuori da me
E questa casa non ha
Niente di
Niente di te
Ma l’ultima volta è sacra
L’ultimo bacio in strada
Tu scrivimi tra un’ora
Serviranno ancora
Dieci ultime volte
Tra un’ora…
Forse non te l’ho mai detto
Forse lo sai già
Che ho bisogno di quello che ho perso
Di quella volta su cento
Non ritorno in me
Ma niente panico
Guarda come piove forte
Questo sabato
Perché l’ultima volta è sacra
Fa freddo tornare a casa
Ma non è così amara
Questa notte si impara
E sta piovendo
E sono fuori da
Fuori da me
E questa casa non ha
Niente di
Niente di te
Ma l’ultima volta è sacra
L’ultimo bacio in strada
Tu scrivimi tra un’ora
Serviranno ancora
Dieci ultime volte
Dieci
Dieci ultime volte
Dieci
Il numero dieci è al centro di una storia d’amore prendi e molla, fatta di continue riprese e finali che si alternano in un vortice di bei momenti e recriminazioni declinate in decine. “Ho ricevuto la telefonata di Amadeus mentre stavo guidando e mi sono agitata tantissimo – spiega l’ex concorrente di Amici a Tv Sorrisi e Canzoni – Ero talmente presa da questa sensazione che sono andata a sbattere contro la sbarra del telepass». Il brano che porterà a Sanremo 2021 “è un po’ la mia dichiarazione d’amore alla musica, questo amore lo condivido con il pubblico da dieci anni, non vedo l’ora di vivere questa festa con tutti quelli che avranno voglia“
21.34: Inizia la gara con Annalisa
21.33: Saluta il pubblico la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi che era vestita Valentino
21.32: Gaudiano è visibilmente commosso e dedica la vittoria al padre scomparso due anni fa
21.31: Un po’ a sorpresa il successo di Gaudiano quando tanti davano per favorito Davide Shorty
21.30: VINCE LA CATEGORIA GIOVANI: GAUDIANO
21.29: 3. Folcast
21.26: Chi è il vincitore della categoria Giovani?
4. Wrongonyou
21.23: Dopo il break verrà comunicato il vincitore della categoria Giovani
21.19: Premio Lucio Dalla assegnato dalla sala stampa va a Davide Shorty
21.18: Premio della critica della categoria Giovani a Wrongonyou
21.17: Stop al Televoto
21.14: Base classica, chitarra in braccio e buona prestazione canora per Wrongonyou. Niente da dire sulla qualità canora dei più giovani
21.13: WRONGONYOU
Piccole cose che succedono
sto pensando a te ed esce il tuo
nome sul telefono (dove sei?)
ho cinque sensi che lo chiedono
se non sei con me non funzionano
come devono, hai gli occhi neri
quando sono triste, piove giorni
interi, voleremo da fermi
per stare meglio
Toccami le mani, che mi sveglio
come quel film, mai finito
in albergo, io con te gioco
allo scoperto,
se un giorno dimenticherai,
spero che poi mi riconoscerai
Avvicinati facciamo una foto
esci bene anche se non metto
a fuoco, non scappare che mi perdo
da solo, ma puoi darmi lezioni di volo
accompagnami che andiamo a una festa
ce ne andremo tardi col mal di testa
e se domani ti risvegli con me
ci prendiamo solo il meglio che c’è
ci prendiamo solo il meglio che c’è
Resto nei miei spazi personali
hai cambiato tutto,
una carezza, uno tsunami
intreccio le tue braccia come rami
se un giorno dimenticherai
spero che poi mi riconoscerai
Avvicinati facciamo una foto
esci bene anche se non metto
a fuoco, non scappare che mi perdo
da solo, ma puoi darmi lezioni di volo
accompagnami che andiamo a una festa
ce ne andremo tardi col mal di testa
e se domani ti risvegli con me
ci prendiamo solo il meglio che c’è
ci prendiamo solo il meglio che c’è
Riflettori sul nostro concerto
e non vogliamo niente di diverso
dove sei?
Avvicinati facciamo una foto
esci bene anche se non metto
a fuoco, non scappare che mi perdo
da solo, ma puoi darmi lezioni di volo
accompagnami che andiamo a una festa
ce ne andremo tardi col mal di testa
e se domani ti risvegli con me
ci prendiamo solo il meglio che c’è
ci prendiamo solo il meglio che c’è
21.12: Suggestivo il finale con gli archi, anche qui niente di particolarmente nuovo ma si ascolta con piacere
21.09: Atmosfere gitane per Gaudiano, anche lui radiofonico… Richiama leggermente gli Studio 3. Alzi la mano chi li ricorda…
21.08: Tocca a Gaudiano
Ho dormito un tot.
non sto ancora meglio
però per un po’ ho dimenticato tutto
sento che piano sparisce l’effetto del sonno anestetico
riaffiora il dolore il cassetto è sprovvisto di un buon analgesico
e mi brucia il cuore perché non ti ho detto quanto ti abbia amato
per quello che hai fatto, per come hai lottato con i mulini a vento
con la forza del tuo cuore fatto di cemento
tigre nella giungla dei pensieri sparsi
non riuscivi a dirmi quanto detestassi
non poterti alzarti la mattina a prepararmi quello stramaledetto caffè
Perché tutto quello che mi resta è una domanda
polvere da sparo in un solo colpo da spararmi nella testa
se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchio
Voglio scappare a Milano per farmi tagliare la faccia dal vento
se non elaboro ancora il tuo lutto è perché ho il metabolismo lento
ma cosa somatizzo a fare se voglio ancora piangere
se nella notte mi sveglio con la mano al collo di un demone
che mi toglie il fiato, faccio resistenza, con il mio autocontrollo
con la mia pazienza, spero sia soltanto un altro sogno
con la forza che mi hai dato mi alzo e vado in bagno
prendo un bel respiro, per un po’ l’accetto
poi riascolto del tuo cuore in petto
stringo negli occhi il ricordo in un mare di lacrime
Perché tutto quello che mi resta è una domanda
polvere da sparo in un solo colpo da spararmi nella testa
se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchio
Tutti che parlano e sanno capire
come mi sento, sanno cosa dire
“la vita è questa non puoi farci niente
così come inizia dovrà anche finire
tu focalizzati sopra i dettagli, affidati al tempo e non sbagli
e nel frattempo che lento ricuce io resto sveglio ma spengo la luce
Perché tutto quello che mi resta è una domanda
polvere da sparo in un solo colpo da spararmi nella testa
se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchiO
21.07. Voto alto per Folcast
21.06: In Italia l’R&B ha pochi seguaci, ci fu un po’ di movimento negli anni ’90, potrebbe essere il segnale di una rinascita di questo genere che in USA spopola
21.03: R&B per Folcast, piacevole all’ennesimo ascolto. Niente di nuovo però il mix rende
21.02: FOLCAST
Scopriti
che fuori non piove
non fa neanche freddo
e batte forte il sole
però c’è confusione
tra le nostre parole
Non mi sento più le gambe,
m’hai lasciato qui in mutande
su una sedia senza ruote
che gira intorno a stanze vuote
non mi sento più la faccia
questo cuore adesso macchia
spero questo tu lo sappia
sì chi io ero e chi avevi davanti
ma quindi tu
Scopriti che fuori non piove
non fa neanche freddo
e batte forte il sole
Scopriti che fuori non piove
non fa neanche freddo
e batte forte il sole
però c’è confusione
tra le nostre parole
mi sento come un latitante
alla ricerca di una fonte
ma ho le scarpe rovinate
e dovrei cambiare le suole
senza te non c’è risveglio
questo cuore stava meglio
spero questo tu lo sappia
sai chi io ero e chi avevi davanti
ma quindi tu
Seguimi per stare meglio
ogni rammarico è una bolla d’aria nel cervello
tipo le volte che tu vuoi uscire
io ti rispondo che son preso male
ma che se vuoi andare
vai vai, vai vai, vai vai, quindi tu
Scopriti che fuori non piove
non fa neanche freddo
e batte forte il sole
Scopriti che fuori non piove
non fa neanche freddo
e batte forte il sole
però c’è confusione
tra le nostre parole
Scopriti
21.01: Un pezzo estivo, solare, scommettiamo che lo sentiremo ancora per tanto tempo tempo?
21.00: La parte iniziale ricorda “Mangio troppa cioccolata”. Bello l’arrangiamento, l’orchestra finalmente suona!
20.57: Inizia Davide Shorty. Qui sotto il testo del pezzo:
DAVIDE SHORTY
Camminami di fronte
Così mi fai seguire le tue forme con lo sguardo
Guarda, c’è una casa all’orizzonte
E noi ci urliamo in faccia alla stazione singhiozzando
Entrambi con un ego enorme che ci mette in imbarazzo
Per sentirsi più al sicuro dal primo piano di un palazzo
Ed io ti amo, te lo giuro, infatti a volte sono pazzo
Se la testa ti va in fumo quando ti manca lo spazio
Questa pioggia è così fina che quasi non la senti
La strada è una piscina e quando meno te lo aspetti tu
Diventi una bambina con due genitori assenti
Ma cresciuta una regina con il sole tra i capelli
Aria, tu diventi aria (Oh oh)
Cos’è sto sguardo? Mi sembra quasi un rimprovero
Sono sempre il solito, a volte neanch’io mi tollero
Navigo la mente per frasi con senso logico
Panico come un coltello stretto dal manico
Trami e poi mi ami, mi chiedi se mai io spariró
Mani nelle mani e come Dani adesso salirò
Sei nei miei piani e sai che ogni promessa è un debito
Anima latina, regina con regno a seguito
E inoltre una corona, hai pur bisogno di un palazzo
E a volte se ti senti sola e la tua vita è un po uno strazio
Se la cosa ti consola, io ti sono sempre accanto
Dentro questa vita nuova che ha l’odore di un abbraccio
Questa pioggia è così fina che quasi non la senti
La strada è una piscina e quando meno te lo aspetti tu
Diventi una bambina con due genitori assenti
Ma cresciuta una regina con il sole tra i capelli
Aria, tu diventi aria
Aria, aria, oh oh
Questa pioggia è così fina che quasi non la senti
La strada è una piscina e quando meno te lo aspetti tu
Diventi una bambina con due genitori assenti
Ma ritorni una regina con il sole tra i capelli
Aria, tu diventi aria (Oh oh)
20.55: Sta per iniziare la finale dei Giovani: chiama la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi
20.52: Capelli lunghi per Fiorello che aveva annunciato ieri Siamo Donne fatto con Amadeus
20.51: Completo azzurro per Amadeus che scende la scala dell’Ariston
20.50: Tra pochi minuti si accenderanno le luci dell’Ariston
20.49: Gli ospiti musicali saranno Mahmood, vincitore dell’edizione 2018 del Festival con Soldi, e Alessandra Amoroso
20.45: A condurre il Festival sarà Amadeus, affiancato questa sera dalla dalle co-conduttrici Beatrice Venezi e Barbara Palombelli.
20.42: Questi i giovani in gara nella finale di oggi: Folcast – Scopriti; Gaudiano – Polvere da sparo; Davide Shorty – Regina; Wrongonyou – Lezioni di volo
20.37: Questa la seconda metà delle canzoni in gara che verranno eseguite questa sera: Bugo – E invece sì; Gaia – Cuore amaro; Ermal Meta – Un milione di cose da dirti; Extraliscio feat Davide Toffolo – Bianca luce nera Gio Evan – Arnica; Fulminacci – Santa Marinella; La Rappresentante Di Lista – Amare; Lo Stato Sociale – Combat Pop; Malika Ayane – Ti piaci così; Noemi – Glicine; Orietta Berti – Quando ti sei innamorato; Random – Torno a te; Willie Peyote – Mai dire mai (la locura)
20.34: Questa la prima metà delle canzoni in gara che verranno eseguite questa sera: Aiello – Ora; Arisa – Potevi fare di più; Annalisa – Dieci; Colapasce & Dimartino – Musica leggerissima; Coma_Cose – Fiamme negli occhi; Fasma – Parlami; Francesca Michielin & Fedez – Chiamami per nome; Francesco Renga – Quando trovo te; Ghemon – Momento perfetto; Irama – La genesi del tuo colore; Madame – Voce; Maneskin – Zitti e buoni; Max Gazzè e La Trifluoperazina Monstery Band – Il farmacista
20.33: Oggi è in programma infatti l’esibizione delle 4 canzoni finaliste dei giovani che saranno votati dalla Giuria demoscopica, Televoto, Giuria Sala Stampa, Radio e Web. Al termine ci sarà la proclamazione del vincitore assoluto della categoria Giovani.
20.31: Grande attesa, invece, per l’esito della gara dei giovani che questa sera, con la proclamazione del vincitore, giungerà al termine.
20.28: La quarta serata del Festival prevede che per la prima volta si esibiscano in una sola serata tutti e 26 i Big con le canzoni in gara. A votare sarà soltanto la giuria della sala stampa, tv, radio e web: sulla base dei voti di questa serata e delle serate precedenti, verrà stilata una nuova classifica provvisoria dei 26 brani.
20.26: Vi raccontiamo tutto, dalla qualità delle canzoni in gara al comportamento di presentatori e ospiti italiani e internazionali, vi terremo aggiornati su classifiche, votazioni, immancabili polemiche e novità.
20.23: Seguiamo minuto per minuto le cinque serate del Festival con l’aiuto di alcuni esperti del settore che vi aiuteranno nell’ascolto delle canzoni in gara, nell’individuare le qualità sonore e nel giudicare i look dei partecipanti.
20.20: Buonasera agli amici di OA Sport e benvenuti alla diretta live della quarta serata della 71ma edizione del Festival di Sanremo, in programma venerdì 5 marzo 2021
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Buonasera e benvenuti alla DIRETTA LIVE della quarta serata della 71ma edizione del Festival di Sanremo, in programma venerdì 5 marzo 2021. OA Sport sta seguendo minuto per minuto le cinque serate del Festival con l’aiuto di alcuni esperti del settore che vi accompagnano con la diretta scritta nell’ascolto delle canzoni in gara, nell’individuare le qualità sonore e nel giudicare i look dei partecipanti. Vi raccontiamo tutto, dalla qualità delle canzoni in gara al comportamento di presentatori e ospiti italiani e internazionali, vi teniamo aggiornati su classifiche, votazioni, immancabili polemiche e novità, fino ad arrivare alla proclamazione del vincitore dell’edizione 2021 al termine della serata finale di sabato 6 marzo.
Dopo i primi tre appuntamenti che hanno svelato tutte le canzoni in gara e hanno regalato momenti intensi con le cover e i duetti di ieri, ci attendono altre due serate piene di musica. La quarta serata del Festival prevede che per la prima volta si esibiscano in una sola serata tutti e 26 i Big con le canzoni in gara. A votare sarà soltanto la giuria della sala stampa, tv, radio e web: sulla base dei voti di questa serata e delle serate precedenti, verrà stilata una nuova classifica provvisoria dei 26 brani. Grande attesa, invece, per l’esito della gara dei giovani che questa sera, con la proclamazione del vincitore, giungerà al termine. Oggi è in programma infatti l’esibizione delle 4 canzoni finaliste dei giovani che saranno votati dalla Giuria demoscopica, Televoto, Giuria Sala Stampa, Radio e Web. Al termine ci sarà la proclamazione del vincitore assoluto della categoria Giovani.
A condurre il Festival è Amadeus, affiancato da Fiorello e dalle co conduttrici Barbara Palombelli, celebre volto Mediaset alla guida di trasmissioni di successo come Forum e Stasera Italia e Beatrice Venezi. Ospiti fissi saranno anche Zlatan Ibrahimovic, che torna sul palco dell’Ariston dopo essere stato protagonista della prima e della terza serata e il cantante “trasformista” Achille Lauro. Fra gli ospiti musicali della serata ci sarà Mahmood, vincitore a Sanremo due anni fa.
Queste le esibizioni in programma oggi: Aiello – Ora; Arisa – Potevi fare di più; Annalisa – Dieci; Colapasce & Dimartino – Musica leggerissima; Coma_Cose – Fiamme negli occhi; Fasma – Parlami; Francesca Michielin & Fedez – Chiamami per nome; Francesco Renga – Quando trovo te; Ghemon – Momento perfetto; Irama – La genesi del tuo colore; Madame – Voce; Maneskin – Zitti e buoni; Max Gazzè e La Trifluoperazina Monstery Band – Il farmacista; Bugo – E invece sì; Gaia – Cuore amaro; Ermal Meta – Un milione di cose da dirti; Extraliscio feat Davide Toffolo – Bianca luce nera Gio Evan – Arnica; Fulminacci – Santa Marinella; La Rappresentante Di Lista – Amare; Lo Stato Sociale – Combat Pop; Malika Ayane – Ti piaci così; Noemi – Glicine; Orietta Berti – Quando ti sei innamorato; Random – Torno a te; Willie Peyote – Mai dire mai (la locura)
Finale della categoria Giovani: Folcast – Scopriti; Gaudiano – Polvere da sparo; Davide Shorty – Regina; Wrongonyou – Lezioni di volo
OASport vi propone la DIRETTA LIVE della quarta serata della 71ma edizione del Festival di Sanremo, in programma venerdì 5 marzo 2021: cronaca in tempo reale ed aggiornamenti costanti per non perdervi nulla di questo spettacolo. Appuntamento alle 20.20 circa. Buon divertimento!
Foto: Lapresse