Ciclismo

Mathieu van der Poel regna su Siena al termine di una gara dominata di gambe e di testa

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Mathieu van der Poel ha vinto la Strade Bianche 2021 in modo a dir poco autoritario, da vero tiranno del pedale. Il fuoriclasse neerlandese, sugli sterrati senesi, ha fatto fuoco e fiamme e si è lasciato alle spalle diversi tra i migliori interpreti del ciclismo contemporaneo. Il campione del Mondo in carica del ciclocross si presentava al via della prima gara World Tour italiana della stagione coi favori del pronostico dalla sua, ma la prestazione con cui si è imposto a Piazza del Campo ha comunque lasciato tutti a bocca spalancata.

Dinnanzi a un assoluto parterre de roi, composto da specialisti delle classiche come Julian Alaphilippe e Wout Van Aert, così come da vincitori di Tour de France quali Egan Bernal e Tadej Pogacar, il fuoriclasse neerlandese ha dimostrato di avere, attualmente, qualcosa in più. L’esibizione odierna di Mathieu van der Poel ha ricordato quelle con cui è solito mettere tutti al tappeto nelle gare di ciclocross. Sullo strappo di via Santa Caterina, quando si è prodotto nello scatto vincente, sembrava di assistere al lancio dell’Apollo 11. Il trionfo di MvdP, però, è nato molto prima.

L’olandese, innanzitutto, si è presentato alla gara con una condizione ben diversa rispetto a quella che aveva ad agosto 2020. Anzi, verosimilmente questo van der Poel aveva anche qualcosina in più rispetto a quello che, a metà ottobre, ha vinto il Giro delle Fiandre. L’impressione è che abbia finito in crescendo la stagione del ciclocross, culminata con il convincente successo iridato, il quarto della carriera, è che ora sia tirato a lucido come mai prima d’ora durante le sue escursioni su strada.

Per vincere le gare, soprattutto quando hai contro i migliori corridori al mondo, però, non bastano le gambe. Van der Poel, infatti, ha anche interpretato la Strade Bianche, dal punto di vista tattico, in modo a dir poco impeccabile. Sul tratto di sterrato di Pieve a Salti, ove ci sono state le prime schermaglie, è rimasto nella pancia del gruppo, dando quasi l’idea di essere in giornata no. Probabilmente, per la verità, ancora non aveva ingranato del tutto, essendo lui un atleta che tende a crescere col passare dei chilometri. Ben scortato dai sempre ottimi Gianni Vermeersch e Peter Vakoc, ad ogni modo, ha superato il segmento di sterrato in questione senza il minimo problema e si è fatto trovare pronto in testa al plotone all’imbocco di Monte Sante Marie.

Anche qua, MvdP, ha evitato di dare sfoggio di tutta la sua forza. Ha lasciato che fossero Van Aert e Alaphilippe a fare gran parte del forcing, mentre lui si è difeso e ha dato giusto qualche cambio sul finire della strada bianca in questione. Dal successivo segmento in asfalto, però, Mathieu è stato uno dei più generosi. Il tentativo di otto atleti che si era avvantaggiato evidentemente piaceva al neerlandese, dato che davanti c’erano tutti atleti ben disposti a collaborare per staccare ulteriormente i primi inseguitori.

Quanto stesse realmente bene van der Poel, alla fine, lo abbiamo capito solo a Colle Pinzuto, quando è balzato con facilità sulla ruota di un arrembante Alaphilippe che in quel tratto ha portato uno scatto convinto. Negli ultimi sterrati della gara, Mathieu filava molto karascho come la Durango 95 di Arancia Meccanica, e al momento giusto, in vetta a Le Tolfe, è stato lui a prodursi in uno straordinario cambio di ritmo.

Lo scatto di MvdP è stato talmente violento che ha inizialmente lasciato sul posto anche Alaphilippe, il quale è, o forse è meglio dire era, il migliore al mondo in questo tipo di sforzi brevi e violenti. Il francese, ad ogni modo, è rientrato e, successivamente, ai primi due si è riaccodato anche Egan Bernal. A questo punto, van der Poel si è trovato davanti a una situazione tattica non facile, poiché era chiaro che avrebbe dovuto lavorare più degli altri due per portare quel terzetto ai piedi dello strappo finale.

L’iridato del ciclocross, però, ha letto bene la situazione e ha deciso che per lui era meglio rischiare di farsi beffare da uno dei due atleti alla sua ruota, piuttosto che permettere un ricongiungimento tra il terzetto e il plotoncino di Van Aert. Scelta che si è rivelata azzeccata poiché, una volta giunti sullo strappo di Via Santa Caterina, è riuscito a prodursi in un’altra rasoiata letale e anche questa volta Alaphilippe non è stato in grado di tenergli la ruota.

Decisive per il successo di Mathieu, oltre alla condizione e alla sapiente gestione della gara dal punto di vista tattico, sono state due qualità che da anni allena grazie al ciclocross. La prima è il recupero nel breve, per merito del quale è riuscito a prodursi in due devastanti cambi di ritmo nell’arco di pochi minuti, il tutto senza mai realmente avere un momento per rifiatare. La seconda, invece, è la capacità di aumentare in modo vertiginoso la velocità in un arco temporale brevissimo. Questa dote il neerlandese l’ha affinata grazie alle partenze che si fanno nelle gare di cross, ove gli atleti sono chiamati a fare una volata di duecento metri scattando da fermi.

Foto: Lapresse

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