Ciclismo
Milano-Sanremo 2021, i grandi sconfitti: Alaphilippe, Van Aert e Van der Poel non sfondano sul Poggio, poi si guardano
Julian Alaphilippe, Mathieu van der Poel e Wout Van Aert erano i tre attesi grandi protagonisti della Milano-Sanremo 2021 e, ora, sono da considerarsi tutti e tre i grandi sconfitti di giornata. Alaphilippe ha pagato delle gambe non al livello di quelle delle stagioni precedenti. Il francese è stato il primo ad accendere la miccia sul Poggio, ma la sua rasoiata non ha fatto la differenza come in passato. Inoltre, sul successivo contrattacco di Van Aert è apparso abbastanza in difficoltà, sintomo che oggi non era al livello del 2019 e del 2020.
Van der Poel, invece, ha dovuto fare i conti con una Alpecin-Fenix poco a suo agio nelle dinamiche di una gara come la Milano-Sanremo, ove correre in modo garibaldino è pressoché impossibile. Il sodalizio belga non è stato capace di scortare nel modo adeguato il suo capitano e questi si è ritrovato a iniziare il Poggio troppo lontano dalla testa. Van der Poel aveva delle buone gambe, anche se non eccezionali come in altre occasioni, ma le ha dovute usare per rimontare e non è riuscito a lanciare un attacco dei suoi. Va fatto notare, ad ogni modo, che il neerlandese ha cominciato l’erta regina della Classicissima in ventottesima posizione e ha scollinato in terza, a ruota del rivale Van Aert.
Van Aert, infine, il quale sembrava stare meglio dei due rivali, si è ritrovato a fare i conti con un Caleb Ewan che lo ha marcato per tutto il Poggio. La presenza dell’australiano, che è uno dei corridori più veloci al mondo, ha costretto il capitano della Jumbo-Visma a correre in modo fin troppo accorto e quando, giù dal Poggio, è partito Stuyven, Van Aert si è visto costretto a lasciarlo andare, conscio che se gli avesse risposto, poi, verosimilmente, non avrebbe avuto le energie per giocarsela in un eventuale sprint con l’australiano.
Il vero problema, per tutti e tre, però, è stato il tracciato della Sanremo. È inutile girarci intorno, la Classicissima si svolge su un percorso che, al giorno d’oggi, offre pochissimo spazio per inventarsi qualcosa. La Cipressa non fa la differenza da venticinque anni e ai Capi è rimasta solo la storia. Lo scenario che si è venuto a creare nel finale, coi tre che si neutralizzano a vicenda sul Poggio, era ampiamente ipotizzabile già alla vigilia della gara.
[sc name=”banner-article”]
Foto: Lapresse