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Ciclismo
Milano-Sanremo 2021: la Classicissima è ancora adatta ai velocisti?
La Milano-Sanremo, dopo l’esclusione de Le Manie dal tracciato, si era conclusa, per tre anni consecutivi, dal 2014 al 2016, con una volata corposa. Dal 2017, però, qualcosa è cambiato. Campioni come Peter Sagan, Vincenzo Nibali, Julian Alaphilippe e Wout Van Aert sono sempre riusciti a fare la differenza sul Poggio, nelle ultime quattro edizioni della Classicissima di Primavera, rompendo, dunque, le uova nel paniere a tutti quegli atleti che speravano in un arrivo a ranghi compatti.
La domanda, dunque, sorge spontanea: la Milano-Sanremo è ancora una corsa per velocisti? La risposta è sì, perché il tracciato presenta poche asperità e una ruota veloce dotata di un minimo di resistenza, come Demare o Kristoff, può sicuramente superarle. Tuttavia, le chance di arrivare allo sprint, da quando i corridori hanno capito che il Poggio è una rampa di lancio ottimale, sono molto poche. Un velocista quasi puro non può certo tenere lo scatto di un van der Poel o di un Alaphilippe e, dunque, si vede costretto a giocare sulla difensiva.
Se le squadre non riescono a organizzare un inseguimento efficace, e con sette corridori per team è diventato decisamente più difficile rispetto a quando i sodalizi potevano portare otto atleti alla Milano-Sanremo, l’unica chance per un velocista è rappresentata da un eventuale mancanza di accordo tra i battistrada. In sostanza, quindi, uno sprinter per vincere la Sanremo deve sperare che gli attaccanti commettano qualche errore, a meno che non abbia dalla sua un’autentica corazzata in grado di sfruttare il poco spazio presente tra la discesa del Poggio e il traguardo per neutralizzare i tentativi di chi è partito in salita.
Al contrario di quanto si fa nelle classiche del Nord, inoltre, alla Milano-Sanremo non è nemmeno ipotizzabile, per uno sprinter, anticipare il Poggio. Negli ultimi due anni abbiamo visto Alexander Kristoff e Mads Pedersen vincere la Gand-Wevelgem poiché si erano mossi prima del Kemmelberg ed erano stati ripresi dal gruppo dei migliori solo dopo la salita in questione, quando non c’erano più asperità da lì al traguardo. Ma alla Gand-Wevelgem le strade sono strette, la selezione lontano dal traguardo, tra muri ed eventuali ventagli, è maggiore e organizzare un inseguimento è difficile. Alla Sanremo, invece, il plotone resta compatto anche dopo la Cipressa e non ha problemi ad andare a riprendere chiunque si sia mosso prima del Poggio.
Foto: Lapresse