Ciclismo
Milano-Sanremo 2021, promossi e bocciati: Stuyven indovina lo scatto giusto, Ewan fa quasi tutto bene, Kwiatkowski da rivedere
Con la vittoria di Jasper Stuyven, va in archivio la Milano-Sanremo 2021, la ‘Classicissima di primavera’ che apre la stagione delle grandi corse di un giorno. Tante emozioni nei 299 chilometri dalla Lombardia fino alla costa ligure, che ci hanno regalato un vincitore diverso dal trittico van Aert-Alaphilippe-van der Poel che tutti aspettavano al varco. Analizziamo chi esce meglio e chi esce peggio da questa Milano-Sanremo.
PROMOSSI
JASPER STUYVEN: E non poteva essere altrimenti. Sembrava un fenomeno nella categoria junior, quando divenne campione del mondo e vinse la Parigi-Roubaix. La sua carriera invece ha vissuto fino ad ora pochi acuti in gare da un giorno ‘di contorno’ (Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2016 ed Omloop Het Nieuwsblad lo scorso anno) e qualche piazzamento nelle grandi Classiche del Nord, quello che sembrava il suo territorio di caccia preferito. E invece, a tre chilometri dall’arrivo, decide di provarci non avendo nulla da perdere, resistendo fino alla fine grazie all’aiuto di Kragh Andersen e mette in bacheca la prima grande vittoria della sua carriera. Se l’è meritato
CALEB EWAN: Nonostante sia il primo dei battuti, l’australiano ha tanto di cui poter andare fiero. Corre una gara attenta e accorta, alzando i giri del motore negli ultimi 30 chilometri, al momento di Cipressa e Poggio. Rischia qualcosa sulla prima ascesa, ma nella seconda è sempre lì tra i migliori e risponde con autorevolezza all’attacco di Julian Alaphilippe, rimanendogli incollato ed entrando nel gruppo dei migliori. Se si arrivasse in volata il corridore della Lotto-Soudal sarebbe il favorito a mani basse, ma Stuyven gli rompe le uova nel paniere con lo scatto a tre chilometri dal traguardo e senza collaborazione nell’organizzare l’inseguimento non può nulla.
PETER SAGAN: La preparazione dello slovacco alla Milano-Sanremo numero 112: Tirreno-Adriatico. E basta. Prima, la positività al Covid che lo ha bloccato. Purtroppo per lui continua la maledizione della ‘Classicissima’, mai vinta nella sua meravigliosa carriera, ma chi si aspettava per lui una corsa da comparsa si è sbagliato di grosso. Rimane fra i migliori e partecipa anche allo sprint, strappando un buon quarto posto. Chissà se avesse avuto un po’ di condizione in più…
TOM PIDCOCK: Obbligatorio spendere qualche parola per il britannico nonostante il quindicesimo posto finale. Resta sempre tra i migliori e nella discesa del Poggio ci prova pure con personalità, tamponato subito da van Aert. Dopo i buoni piazzamenti alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne e alle Strade Bianche il britannico sfodera un’altra prova convincente per imporsi come uno dei protagonisti delle corse di un giorno nel prossimo futuro.
RIMANDATI
MATHIEU VAN DER POEL, WOUT VAN AERT, JULIAN ALAPHILIPPE, I TRE TENORI: Erano i tre favoriti della vigilia, alzi la mano chi si aspettava un nome differente da questi qui alla voce ‘Milano-Sanremo 2021’. E le squadre in corsa si sono adeguate, correndo ad un ritmo davvero forsennato per sfiancare questi tre fenomeni. E alla fine non ci sono nemmeno riusciti: è il campione del mondo a promuovere l’azione buona sul Poggio, gli altri due non perdono tempo per buttarsi dentro il gruppo dei migliori. Se dobbiamo stilare una classifica interna, mettiamo l’uomo della Jumbo-Visma avanti al campione del mondo, più staccato van der Poel che si è francamente limitato al compitino. Non si può vincere sempre, ma alla fine hanno fatto la loro parte.
BOCCIATI
MICHAL KWIATKOWSKI: Nonostante la buona prova di Pidcock, la Ineos-Grenadiers si aspettava probabilmente di più dal polacco, vincitore a via Roma nel 2017. I britannici hanno lavorato benissimo su Cipressa e Poggio, spompando van der Poel, van Aert e Alaphilippe con un ritmo forsennato sulle due salite impresso da Luke Rowe prima e dal nostro Filippo Ganna poi. Kwiatkowski però non ha sfruttato il lavoro dei compagni, perdendo l’attimo e di conseguenza la possibilità di entrare nel gruppo dei migliori, lasciando al compagno Pidcock, sì forte ma che ha bisogno ancora di qualche ripasso per poter essere l’uomo da battere in queste corse, l’incombenza di far bene.
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Foto: Lapresse