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MotoGP, GP Qatar 2021: primo giorno di scuola a Losail e tanta incertezza. Valentino Rossi vuol stupire

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E’ suonata la campana. Si aprono le porte per questo primo giro di giostra a Losail (Qatar) per la MotoGP. Dopo un lunga attesa, si torna a fare sul serio. Non si tratta però di un ritorno senza riferimenti, perché qualcosa i test sempre sul circuito del deserto ci hanno detto, ma incertezza ed equilibrio regnano sovrani.

Sono arrivate buone indicazioni da Ducati e Yamaha. La Rossa, su questa pista, ha confermato il proprio feeling: la potenza del motore della moto italiana è stata ben supportata dall’aerodinamica. La nuova carena ne è un esempio. Una soluzione per migliorare l’efficienza aerodinamica, ovvero aumentare il carico senza incidere sulla resistenza all’avanzamento. Gigi Dall’Igna e il suo staff hanno dato fondo a tutte le loro energie ed ecco quindi un nuovo codone con smorzatore inerziale e un sistema innovativo per il blocco della forcella al fine di garantire la massima stabilità. Materiale che, a detta dei piloti, ha funzionato e la conferma è arrivata anche dal cronometro: l’australiano Jack Miller è stato il più veloce dei giorni qatariani, siglando anche il primato ufficioso della pista di 1’53″183, mentre Francesco “Pecco” Bagnaia si è molto concentrato sulla messa a punto in configurazione gara e i riscontri sono stati più che soddisfacenti.

Tuttavia la Yamaha c’è. Lo spagnolo Maverick Vinales, il francese Fabio Quartararo e Franco Morbidelli hanno manifestato forti segnali di vitalità, assecondati da una M1 più equilibrata e meno enigmatica. In termini di prestazione sul giro secco, la moto di Iwata è molto veloce, mentre sul passo gara è da verificare in relazione alla durata degli pneumatici. Tante le novità portate dai tecnici giapponesi: un forcellone in carbonio, un nuovo telaio con una fenditura caratteristica e un parafango aperto nella parte superiore. Modifiche che sono state approvate da Valentino Rossi, che nel corso delle prove ha saputo accrescere il proprio feeling, riuscendo per la prima volta ad abbattere il muro dell’1’54” (1’53″993). Va fatto un discorso a parte per Morbidelli, che pur avendo avuto alcuni aggiornamenti sul motore, non disporrà dei medesimi update dei compagni di marca ufficiali. Scopriremo nel corso della stagione se ci saranno dei cambiamenti in merito.

Attenzione però alla Suzuki. La squadra del campione del mondo Joan Mir, pur non regalando numeri a effetto, ha lavorato molto bene e sui long run ha fatto vedere il proprio potenziale. Mir e il connazionale Alex Rins si sono divisi i compiti, testando accorgimenti sull’elettronica e sull’aerodinamica della moto di Hamamatsu e, stando ai loro commenti, c’è soddisfazione. Per il resto, tante novità in Aprilia. Aleix Espargaró e Lorenzo Savadori hanno potuto contare su un grande apporto della Casa di Noale: nuovi  telaio, testata del motore, salad box con smorzatore inerziale, abbassatore posteriore abbinato al blocco della forcella, forcellone in carbonio, elettronica aggiornata per TC e anti impennamento e ala più carica. Espargaró, da questo punto di vista, qualcosa di interessante l’ha mostrato. Si attendono conferme quando ci saranno i punti in palio.

Sviluppi anche in KTM, che è però parsa un po’ indietro. Il collaudatore d’eccellenza Dani Pedrosa ha testato un nuovo telaio, un codone con uno scarico integrato e altre soluzioni aerodinamiche. Tuttavia, i piloti ancora fanno fatica a sfruttare la moto austriaca come vorrebbero, ma il potenziale c’è.

E la Honda? Il collaudatore Stefan Bradl e il nuovo arrivato Pol Espargaró si sono spremuti per comprendere la bontà della moto che la scuderia giapponese ha messo a loro disposizione. E’ chiaro, l’assenza dello spagnolo Marc Marquez peserà non poco: la defezione dell’iberico per evitare rischi legati alla sua salute costringerà la scuderia nipponica a correre in difesa nei primi due round stagionali, augurandosi che possa tornare abile dal terzo appuntamento iridato in Portogallo.

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Credit: MotoGP.com Press

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