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MotoGP, Valentino Rossi e la voglia di stupire in Yamaha Petronas

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No, il momento del sipario non è ancora arrivato. Valentino Rossi, con la presentazione odierna, ha iniziato una nuova avventura con il Team Yamaha Petronas. Dopo 15 anni di militanza nella squadra Factory, si cambia per capire se ne varrà ancora la pena perché il capitolo finale della sua storia non è ancora stato scritto.

Sempre in sella a una M1 ufficiale (Team Petronas) il “Dottore” andrà in cerca di qualcosa di grande, perché il sogno del 10° titolo vive ancora dentro di lui. Sarà davvero possibile? Il partito degli scettici vanta sempre più iscrizioni e il 2020 ha rafforzato le argomentazioni della fazione citata. Un 15° posto finale a una vita dal campione del mondo Joan Mir rappresenta la cartina di tornasole di un’annata in cui il Covid-19 è stato il vero protagonista e anche lo stesso Valentino ne ha pagato le conseguenze, ricordando il doppio forfait ad Aragon (Spagna).

Si va dunque in nuovo team per trovare nuovi stimoli e capire se si è in grado di dar seguito al film, oppure se è meglio pensare ai titoli di coda. Le motivazioni per far bene ci sono, ma è chiaro che la convinzione nei propri mezzi si alimenta coi risultati. In questo momento in Yamaha c’è una situazione un po’ confusa. Non è un caso che il migliore della truppa di Iwata sia stato Franco Morbidelli, giunto secondo in campionato, il centauro su cui la scuderia giapponese ha creduto meno, tenuto conto del materiale a sua disposizione.

Ecco che il connubio tra il “Morbido” e Valentino potrebbe essere fruttuoso per entrambi: da un lato Rossi avrà uno stimolo di non poco conto come riferimento in pista; dall’altro Franco potrà giovare della grande esperienza del nuovo team-mate, forte dell’ottimo rapporto che hanno al di fuori della pista. E che secondo tempo sia allora, augurandoci che arrivino gli applausi nel momento in cui si metterà davvero la parola fine.

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