Basket
NBA: Meyers Leonard sospeso dai Miami Heat per insulto antisemita in una diretta Twitch
Un’autentica bufera si abbatte su Meyers Leonard. Il centro dei Miami Heat, infatti, è stato sospeso dalla sua stessa franchigia a causa di un insulto antisemita molto pesante utilizzato durante una diretta su Twitch, dove era impegnato in una sessione di gioco di Call of Duty dal vivo.
Leonard, classe 1992, si è in particolare espresso con termini già di loro irriferibili, aggiungendoci la parola “kike”, che nel contesto ebraico è particolarmente offensiva perché ricorda il tempo in cui gli ebrei immigrati negli Stati Uniti, alla richiesta di firmare con una X sui documenti, si rifiutavano: ricordava loro la croce cristiana. Per questo sceglievano invece di usare un cerchio, “kikel” in yiddish, da cui “kike” che venne da allora usato come dispregiativo (si parla di poco oltre la metà dell’800).
La reazione immediata della NBA, per bocca del suo portavoce Mike Bass, è stata di raccogliere informazioni. Più a fondo sono andati gli Heat, ancor più colpiti per le origini del suo proprietario, Micky Arison, nativo di Tel Aviv. La franchigia, infatti, ha messo fuori squadra a tempo indeterminato Leonard con un durissimo comunicato: “I Miami Heat condannano veementemente l’uso di ogni forma di discorsi di odio. Le parole usate da Meyers Leonard sono state sbagliate e non tollereremo un linguaggio di odio da nessuno che sia associato alla nostra franchigia. Ascoltarla da un giocatore dei Miami Heat è ancor più disdicevole e fa ancora più male a chi lavora qui, alla Florida del Sud, ai Miami Heat e alle comunità NBA. Meyers Leonard sarà fuori squadra a tempo indefinito. I Miami Heat coopereranno con la NBA mentre condurrà la sua investigazione“.
Due ore dopo, così Leonard: “Sono molto dispiaciuto per aver usato un linguaggio antisemita in un livestream ieri. Sebbene non sapessi cosa significasse la parola in quel momento, la mia ignoranza sulla sua storia e su quanto sia offensiva per la comunità ebraica non è assolutamente una scusa e ho semplicemente sbagliato. Conosco ora meglio il suo significato e mi impegno a cercare persone che possano educarmi circa questo tipo di odio e come possiamo combatterlo. Riconosco il mio errore e non scappo via da una cosa del genere, che fa così male a qualcun altro. Questa non è una chiara rappresentazione di chi sono io, e voglio scusarmi con gli Arison, i miei compagni e allenatori, il front office, e chiunque sia associato con l’organizzazione dei Miami Heat, la mia famiglia, i nostri leali tifosi e tutti quelli che ho ferito nella comunità ebraica. Spero di fare di meglio e so che le mie future azioni saranno più potenti rispetto al mio uso di questa parola“.
Nel frattempo, tre compagnie di gaming hanno già terminato la loro collaborazione con il giocatore, che fino a questo momento stava viaggiando a 3.3 punti, 2.3 rimbalzi e 0.7 assist di media.
Foto: LaPresse