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Pattinaggio Artistico
Pattinaggio artistico, Mondiali 2021: bilancio positivo per un’Italia battagliera
Certezze e risposte incoraggianti in vista del futuro; è positivo il bilancio dell’avventura della Nazionale italiana di pattinaggio di figura ai Campionati Mondiali 2021 andati in scena questa settimana all’Ericsson Globe Arena di Stoccolma. I nostri ragazzi sono infatti riusciti a piazzarsi in due prove su quattro in top ten, sfiorando l’impresa anche nella specialità individuale maschile, gara quest’anno dall’altissimo contenuto tecnico.
Nelle coppie d’artistico infatti Nicole Della Monica e Matteo Guarise hanno centrato l’ottava posizione, confermando lo stesso piazzamento di Saitama 2019; una gara oltremodo complicata quella degli atleti delle Fiamme Oro che, dopo uno short prgram decisamente falloso contrassegnato da due errori sanguinosi negli elementi di salto, si sono resi protagonisti di un secondo segmento di alto profilo, dove hanno scacciato i fantasmi completando senza patemi i salti in parallelo e sono riusciti a rimanere in piedi nei lanciati, molto traballanti negli ultimi anni.
I pattinatori seguiti da Cristina Mauri dovranno ripartire proprio da questo libero mondiale, dove hanno dimostrato dopo diversi appuntamenti opachi tutto il loro valore, facendo perno anche sulla non banale forza delle components; l’obiettivo prossimo sarà quello di avvicinarsi quanto possibile alla resa performativa in termini di realizzazione della compagine russa, oltre che di allinearsi ad avversari di praticamente pari livello, come Kirsten Moore Towers-Michael Marinaro o Alexa Knierim-Brandon Frazier, in modo da poter arrivare a Pechino 2022 sulla scia delle coppie di vertice. Bene anche Rebecca Ghilardi-Filippo Ambrosini, i quali malgrado un paio di sbavature hanno conquistato il diciassettesimo posto sfoggiando un pattinaggio in crescita e mostrando con i fatti di essere pronti per il primo appuntamento olimpico della propria carriera.
Hanno mancato le prime dieci posizioni davvero per un pelo gli assi del singolo maschile, Matteo Rizzo e Daniel Grassl, rispettivamente undicesimo e dodicesimo, un risultato comunque senza precedenti per la storia italiana. Le nostre due perle rare, sapientemente orchestrate da Lorenzo Magri, nonostante degli short fallosi hanno sfoggiato davanti a tutto il mondo il loro talento nel libero, accentuando le loro diverse caratteristiche.
Matteo è tornato il Matteo che conoscevamo e che in parte si era perso nei mesi precedenti, quello elegante, pulito e qualitativamente pregiato; Daniel invece, all’esordio, non solo ha snocciolato la sua gigantesca tecnica sciorinando tre quadrupli ma ha anche evidenziato una crescita importante sotto il profilo dell’interpretazione, proponendo una performance, “Joker“, unica del suo genere apprezzata da pubblico e addetti ai lavori. Il piazzamento tra le prime dodici posizioni ha assicurato all’Italia due pass per Pechino 2022, dove gli azzurri saranno in grado di dire nuovamente la loro, preparando il grande e storico attacco nella rassegna a cinque cerchi di casa, Milano-Cortina 2026.
Non possiamo rimproverare nulla a Charlène Guignard-Marco Fabbri, sesti classificati, miglior piazzamento della loro carriera in campo Mondiale, dopo due prestazioni ottimali, come al solito non pagate a dovere dalla giuria; è una storia che si ripete ormai da troppo tempo a cui purtroppo ci siamo addirittura abituati; i danzatori allenati da Barbara Fusar Poli, seppur siano tra i migliori al mondo sul fronte tecnico, ricevono infatti sempre e comunque delle valutazioni medie e quasi mai elevate nei GOE, fattore penalizzante in termini di classifica. In questa occasione il rammarico è forte, soprattutto per il diverso tipo di metro utilizzato dal pannello giudicante, il quale solo per fare un esempio ha invece graziato una coppia come Alexandra Stepanova-Ivan Bukin dopo un inciampo evidente nel pattern style type della rhythm dance.
Questo fattore però non toglie l‘egregio lavoro svolto dagli atleti delle Fiamme Azzurre, bravissimi a lavorare sui particolari degli elementi sia coreografici che a chiamata, creando delle vere e proprie meraviglie, una su tutte il sollevamento stazionario che diventa rotazioanale nel libero, una delle difficoltà più belle viste nell’arco di tutta la rassegna. Esperienza formativa e assolutamente soddisfacente per Carolina Moscheni-Francesco Fioretti che si sono fatti trovare pronti confezionando un primo segmento oltre i 60 punti, giusto coronamento di un primo anno di attività molto interessante in vista dei prossimi appuntamenti. Questa coppia ha infatti in mano il futuro della danza italiana e, da quello che abbiamo visto, sembra marciare per la strada giusta.
Tanta sfortuna nel settore femminile con la talentuosa Lara Naki Gutmann fuori dalle prime ventiquattro dopo lo short. Una gara difficilissima quella dell’allieva di Gabriele Minchio, rimasta attardata per una caduta nel triplo lutz e oltremodo svantaggiata da un livello generale molto più alto rispetto alla rassegna iridata precedente. Lo dicono i numeri: a Saitama la ventiquattresima classificata aveva raggiunto quota 55, esattamente lo stesso punteggio guadagnato da Lara in Svezia, dove però ne sono serviti due in più per passare il taglio, nello specifico 57. Una avvisaglia importante per una specialità in grandissimo sviluppo, specie da quando Nazioni forti come la Russia e in parte anche Giappone hanno innalzato sensibilmente il livello a colpi di quadrupli e tripli axel.
In questo senso l’Italia dovrà stare attenta a non rimanere attardata, seguendo l’esempio di altre Nazioni europee come il Belgio e l’Austria, entrate proprio in questo Mondiale in top 10 grazie ad atlete come Loena Hendrickx e (quinta classificata) e Olga Mikutina (ottava classificata). In vista della prossima stagione servirà quindi un piano per aiutare le nostre ragazze a puntare sempre più in alto non rimanendo indietro, magari con la motivazione di presentarsi nelle competizioni che contano con l’ambizioso traguardo di raccogliere nel totale i 200 punti, punteggio competitivo e, di questi tempi, quasi necessario. Non sarà facile, ma fortunatamente la nostra Scuola possiede gli allenatori giusti per riuscire nell’obiettivo. Il cammino è appena cominciato.
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Foto: LaPresse