Festival di Sanremo
Sanremo 2021. IL PAGELLONE prima serata: Gazzè fuoriclasse, Colapesce Dimartino sono già sotto l’ombrellone. Nella galleria degli orrori è duello tra Coma_Cose e Aiello
Arisa – “Potevi fare di più” 8: brano inteso, con una gran bella orchestrazione, molto ‘classicone sanremese’ nella sua accezione più bella. Avrà una voce meno nitida, più graffiata rispetto al passato, ma con quella voce lì arriva dove vuole. Chapeau.
Colapesce Dimartino – “Musica leggerissima” 7.5: geniale intuizione, ha tutti gli ingredienti per essere un brano radiofonico, una sorta di ‘mega-coverizzazione’ di brani anni ‘80 mixati tra loro e riassunti in 4 minuti di, appunto, ‘Musica leggerissima’. Leggerissima e che funziona.
Aiello – “Ora” 4: quando dopo i primi due brani cominci a dire “forse potrebbe essere un bel Festival”, ecco che arriva Aiello ad abbassare umore e livello. Un brano nevrotico, almeno quanto l’esibizione a zig zag per il palco. Brutta musicalmente, ancora meno belli e francamente inutili il paio di acuti disseminati in un brano che proprio non piace al primo ascolto. E, temiamo, anche al secondo, al terzo…
Francesca Michelin e Fedez – “Chiamami per nome” 5: non spicca certo per originalità, anzi diciamo pure che questa “Chiamami per nome” è un pezzo trito e ritrito, già troppe volte ascoltato. Peraltro, anche a livello radiofonico rischia di non essere quel successone che da un’accoppiata così ci si aspetterebbe.
Max Gazzè e Trifluoperazina Monstery Band – “Il farmacista” 8: altro, l’ennesimo, esercizio di genialità dispensato sul palco dei Festival. Vince tutto già in partenza, vestito da Leonardo Da Vinci, con band d’accompagnamento cartonata e con intro “si può fare” di Frankestein Junior. Arrangiamento superlativo, mescola elettronica e orchestra, un fuoriclasse fuori concorso.
Noemi – “Glicine” 5: una Noemi in versione ‘slim’, a dieta come il suo brano. Classicone, con un arrangiamento a volte addirittura fastidioso, come quella batteria sui timpani sul finale, troppo invadente. Anche il testo è leggerino. E’ piaciuta decisamente di più in altre versioni.
Madame – “Voce” 7: pezzo acchiappa-streaming, l’Ariston è il trampolino promozionale per una canzone che, soprattutto tra i giovani, ha ottime probabilità di spopolare. Non ci si aspettava nulla di diverso, e si sente forte l’impronta di Durdust.
Maneskin – “Zitti e buoni” 7: a Xfactor i lungimiranti dissero subito, al primo ascolto e visione, che i ragazzi, parafrasando De Gregori, ‘si faranno’. Ecco, il grado di maturazione appare quello giusto. Al Festival si presentano con un rock arrabbiato di bella fattura, un brano ben arrangiato, ma anche ben scritto, che farà strada. Promossi.
Ghemon – “Momento perfetto” 7.5: una canzone, una delle poche, allegre, felici, positive, da big band, molto made in America, con un arrangiamento bellissimo, armonie che ‘acchiappano’, con ampio uso, ma mai abuso, dei fiati. Non la più bella voce del festival, ma tra i pezzi più belli di questa prima serata del festival, quello sì.
Coma_Cose – “Fiamme negli occhi” 3: si snaturano ed è la scelta peggiore che ci sia: brano parrocchiale, senza capo ne coda, manca solo il girotondo dei bambini sull’ultima nota per vincere il premio gita scolastica 2021.
Annalisa – “Dieci” 7: Annalisa va al Festival a fare Annalisa, nella sua migliore espressione, con un brano calzantissimo con la kermesse dei fiori. E questa volta non deve dire grazie a nessuno, perché dietro e dentro la scrittura e la composizione del brano c’è solo lei. Promossa.
Francesco Renga – “Quando trovo te” 5: un pezzo che parte bene ma si spegne in un amen. Una sorta di resa delle armi peraltro, vista l’anagrafe, fin troppo anticipata. Tra tutti gli exploit sanremesi, certamente il meno convincente, con un aggravante: tutto tranne che impeccabile vocalmente.
Fasma – “Parlami” 5: in linea con chi lo ha preceduto in questo finale di prima serata. Un’altra canzone davvero deboluccia, sotto tutti i punti di vista. Pochi spunti nel testo, arrangiamento scontatissimo.
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