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Sci Alpino

Sci alpino, Sofia Goggia conferma il suo ritorno alle gare sui social! A Lenzerheide ci sarà!

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Sofia Goggia a Lenzerheide. Sembrava solamente un volo di fantasia fino a qualche settimana fa, ma ormai è la stessa campionessa bergamasca a confermare la sua presenza alle Finali di Coppa del Mondo che si disputeranno nel corso della prossima settimana nella località elvetica. Era il 31 gennaio, lo scenario quello di Garmisch. Sofia Goggia si infortuna al perone e deve dire addio in un colpo solo ai Mondiali di Cortina ed al sogno di difendere la Coppa di discesa che, all’epoca, stava dominando. Invece no. Se per la manifestazione iridata, ovviamente, non c’è stato nulla da fare, per la discesa finale di Lenzerheide il sogno è divenuto realtà. La stessa atleta classe 1992 ormai non lo nasconde più e lo ha ribadito con un post pubblicato pochi minuti fa sul suo profilo Instagram. Tempo di rimboccarsi le maniche, affilare le armi e tornare a fare quello che ama. Sofia Goggia è pronta. La rabbia per aver saltato i Mondiali in casa sarà la benzina ulteriore per stupire il mondo. Bentornata Sofia!

Il suo messaggio:

“Entrai nella stanza e subito ci abbracciammo: versai qualche lacrima sul sui camice e poi, per darmi una sorta di contegno, mi adagiai sul lettino, pronta a ricevere l’imminente trattamento osteopatico. Inizió la seduta in rigoroso silenzio, ma ebbi l’impressione che si comportò proprio così per rispettare quella dimensione di vuoto mista a dolore che mi portavo appressa e che ancora non riuscivo a scrollarmi di dosso.
D’improvviso però mi chiese: “cosa desideri?”
Corrucciai il sopracciglio: mi sentivo talmente paralizzata e sopraffatta dalla situazione da non sentire la mancanza di nulla e , tantomeno, la voglia di propendere verso qualcosa.
Gli risposi: “Nulla, Paolo. Io non desidero nulla”.
Non mi addentrai nel discorso ma dentro di me lo sapevo: stavo mentendo, fors’anche a me stessa.
Si. Avevo tremendamente bisogno di tornare a desiderare qualcosa nel mio cuore, perché la vita senza un desiderio vero che ci guida, che sia una persona, una meta da raggiungere, un obbiettivo, o una stessa stella non è vita anzi, è un disastro, e io avevo la necessità di levarmi da quest’ultimo e da quel suo limbo stagnante in cui ero incappata e in cui non mi riconoscevo più.
Desiderare si. Ma cosa?
Scesi dal lettino riuscendo finalmente a estendere la gamba. Mi sentii davvero meglio e lui mi salutó dicendomi che, per come l’aveva percepito lui, con le sue mani (che mi conoscono da anni), il ginocchio gli era sembrato bello stabile.

Il giorno dopo mentre camminavo sotto il sole di Bergamo per la prima volta completamente senza stampelle , composi il numero del Dott. Schonhubert: “Herbert, ce la posso fare per le finali?”.

Era martedì. Era il 2 marzo. Ed è stata la prima volta dal 31 gennaio che nel mio cuore ha albergato nuovamente un desiderio.
❤️

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Foto: Lapresse

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