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Tennis: modifiche al ranking WTA. Strada diversa dall’ATP, i punti del 2019 scadono totalmente

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Arrivano le novità per quanto riguarda il ranking WTA, in termini di sistema di punteggio. L’organizzazione professionistica femminile, fino a questo momento, non aveva mai fatto cenno a modifiche sulla scia di quelle annunciate dall’ATP a partire da Miami (Masters 1000 per gli uomini, WTA 1000 per le donne). In serata, però, ha emesso un comunicato che sa di distanziamento netto rispetto al circuito maschile. Andiamo a vedere perché.

A partire dalla Florida, infatti, ci sarà il ritorno al tradizionale ranking basato sulle 52 settimane “nella più corretta maniera possibile”. La scadenza dei punti sarà totale, e dunque esattamente come in una qualunque situazione normale, senza il “paletto” del 50% dei punti del 2019 messo in piedi dall’ATP.

Per spiegare meglio questo concetto, bastano questi esempi: per gli eventi giocati nel 2019, ma non nel 2020 e di ritorno nel 2021, i relativi punti scadranno dopo 104 settimane. In sostanza, i punti di Miami 2019 scadono in questa edizione, senza sconti. Se la numero 1 del mondo, l’australiana Ashleigh Barty, avesse perso contro la slovacca Kristina Kucova, si sarebbe ritrovata a perdere quasi tutti i 1000 punti della vittoria di due anni fa. Ancora, se un evento giocato nel 2019 non si è tenuto nel 2020 e non è ancora in calendario nel 2021, i relativi punti scadranno nella settimana di competenza.

Per quanto riguarda invece gli eventi del 2020 calendarizzati in settimana diversa da quella normale per un arco di tempo lontano oltre quattro settimane (per la WTA sono Roma, Roland Garros, Strasburgo e Istanbul), allora i punti del 2019 scadranno dopo 104 settimane, quelli del 2020 rimarranno per 52 con la regola del “better of” rispetto al 2021. Dovessero essere utilizzati i punti del 2020, questi scadranno dopo 52 settimane e saranno rimpiazzati da quelli del 2021.

Se il torneo in questione è reinserito in calendario all’interno delle quattro settimane dalla collocazione normale (Palermo, Praga e Lexington), i punti del 2019 varranno per 104 settimane, ma i punti del 2020 scadranno contestualmente all’inserimento di quelli del 2021. In breve, il sistema normale.

Per quegli eventi del 2020 non giocati nel 2021 (Brisbane, Auckland, Shenzhen) i punti scadranno dopo 104 settimane, e dunque nel 2022. Ancora diverso è il sistema relativo ai tornei del 2021 già giocati con il sistema del “better of” rispetto agli stessi del 2020: questi ultimi avranno una scadenza ancora su base biennale. Quando si giocherà in quel luogo nel 2022 o dopo 52 settimane, i punti del 2022 sostituiranno quelli del 2021. Fanno parte di questa categoria gli Australian Open, Dubai, Doha, San Pietroburgo, Lione, Guadalajara e Monterrey: in sostanza, tutti i tornei della prima parte dell’anno che sono caratterizzati da uno svolgimento continuativo nel tempo.

L’attuale situazione, così come comunicata dalla WTA, fa sì che Naomi Osaka abbia delle chance di raggiungere il numero 1 del mondo già il 5 aprile, a patto che Barty esca presto dal torneo e che la nipponica lo vinca o quantomeno giunga in finale (se l’australiana dovesse essere eliminata al terzo turno).

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Foto: LaPresse

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