Ciclismo

Tirreno-Adriatico 2021: le pagelle di oggi. Van Aert e Pogacar padroni indiscussi! Crono un po’ amara per Ganna

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Quella che è terminata quest’oggi è stata semplicemente la Tirreno-Adriatico di Wout van Aert e Tadej Pogacar. Il primo trionfatore della frazione di apertura e di quella conclusiva andata in scena oggi, con una cronometro di San Benedetto del Tronto semplicemente perfetta, e il secondo regolatore per eccellenza della generale, trionfatore a Prati di Tivo, e conquistatore della classifica generale.

I delusi di oggi sono stati sicuramente il campione europeo di specialità Stefan Kung, beffato dal solo Van Aert, e l’iridato Filippo Ganna, terzo al termine di una cronometro vissuta a mezzo gas. Ma adesso andiamo a siglare le pagelle dei protagonisti di quest’oggi e dei big della classifica generale. 

LE PAGELLE DELLA SETTIMA E ULTIMA TAPPA DELLA TIRRENO-ADRIATICO 2021

Wout van Aert, 10: dopo il terzo posto al Mondiale a cronometro di Imola erano praticamente indubbie le sue ottime qualità in questo tipo di prove, ma oggi si è letteralmente superato. Ha sfruttato anche il vento che è calato nella seconda parte della tappa, praticamente quando sono partiti i migliori della generale, conquistando una prova semplicemente spettacolare. E sabato difenderà il titolo della Milano-Sanremo

Tadej Pogacar, 10: UAE Tour, Tirreno-Adriatico, semplicemente un inizio di 2021 perfetto. Ha vissuto sette giorni amministrati alla perfezione. Con il colpaccio di Prati di Tivo ha ipotecato la vittoria finale un po’ come ha fatto in precedenza negli Emirati Arabi. Lo sloveno stupisce giorno dopo giorno per la sua grande maturità, la sua freddezza nell’affrontare la responsabilità di una leadership. Ha una tranquillità esemplare che non è da tutti.

Mikel Landa, 8: il basco aveva già dimostrato una bella condizione tra il Trofeo Laigueglia e il GP di Larciano. In questa Tirreno era atteso alla conferma, ed è arrivata. Un terzo gradino del podio che possiamo definire soddisfacente al termine di una sette giorni di gara amministrata molto bene e senza intoppi. Ha poi chiuso una cronometro nella norma ma senza affondare, impedendo la risalita di Egan Bernal. Una bella prestazione che potrebbe rinnovare già settimana prossima con la corsa di casa, il Giro di Paesi Baschi.

Filippo Ganna, 6: partiamo dal presupposto che non c’è nulla di cui preoccuparsi: nessuno è invincibile, nemmeno un fenomeno come il treno verbanese. Sta comunque lavorando su ogni tipo di terreno per migliorarsi costantemente e puntare a diventare un uomo da corse a tappe. Possiamo definirlo un piccolo incidente di percorso, amaro, un po’ sorprendente ma che, sommato al vento e alle condizioni non ottimali dell’iridato a cronometro, non è letteralmente da buttare. Forse forse avrebbe dovuto dare qualcosina in più nella prima parte dove aveva il vento a favore, per poi regolarizzarsi nella seconda dove era contrario. Non è arrivata la nona vittoria consecutiva, ma siamo certi che il suo riscatto non si farà di certo attendere.

Stefan Kung, 8,5: una cronometro persa per soli 6″ dinnanzi ad un Van Aert agguerrito. Il campione europeo di specialità manca la vittoria per un soffio al termine di una prova amministrata alla perfezione dall’inizio alla fine. Lo svizzero non ha proprio nulla da recriminarsi.

Alberto Bettiol, 8: le sue doti a cronometro sono ormai risapute, e ancora una volta il toscano ha dato il meglio di sé in mezzo ad un parterre di specialisti d’eccellenza. Un sesto posto di tappa che vale come una vittoria e che fa ben sperare per le Classiche del Belgio che tanto ama.

Joao Almeida, 6: sempre e comunque presente, per l’ennesima volta il giovane portoghese ha corso con i protagonisti. Non è arrivata la vittoria di tappa e il podio della generale, non ha dato il massimo nella cronometro finale per puntare al quinto posto finale, ma fa sempre e comunque di tutto per farsi vedere; e questo è da apprezzare. Ha bisogno di crescere ancora, di maturare, ma la strada è quella giusta.

Egan Bernal, 6: una Tirreno tra il sì e il no per il vincitore del Tour de France 2019. Dopo il terzo posto alla Strade Bianche e il secondo al GP di Larciano, ci si aspettava qualcosa in più da parte sua. In questi giorni ha provato a farsi vedere, ma senza quei grandissimi exploit a ci ci ha sempre abituato. È comunque reduce da mesi complicati dovuti dei problemi alla schiena e questo non ha facilitato il suo ritorno ad una condizione ottimale per le corse a tappe.

Simon Yates, 5,5: un decimo posto finale un po’ amaro per il vincitore uscente della Tirreno. Non è bastato l’ottimo secondo posto sul traguardo di Prati di Tivo per rilanciare del tutto la sua corsa. Rispetto ad altri uomini che ritroveremo al Giro d’Italia sembra un po’ indietro con la condizione attuale per poter tentare di inseguire il podio.

Gli italiani, 6: ottimo il quinto posto finale a sorpresa di Matteo Fabbro (8), ma ci aspettava di più da tutti gli altri azzurri. In primis da Vincenzo Nibali (6,5) e Giulio Ciccone (5,5), che ok, non sono di certo affondati, ma hanno corso in maniera abbastanza anonima in una sette giorni in cui si poteva tentare di ottenere qualcosa. Non bene nemmeno Damiano Caruso (6), e Domenico Pozzovivo (5,5). Non possiamo fare altro che aspettare di rivederli nel clou della stagione, ma al momento gli azzurri per le corse a tappe non stanno soddisfacendo.

Foto: Lapresse

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