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ATP Belgrado 2021, Novak Djokovic: “Bello giocare davanti a famiglia e amici. Lumaca col mio nome? Forse è un messaggio…”
Il numero 1 del mondo, Novak Djokovic, si è rimesso in gioco nella sua terra di nascita, la Serbia. All’ATP 250 di Belgrado ha debuttato senza far troppa fatica contro il sudcoreano Soonwoo Kwon e sfiderà ora il connazionale Miomir Kecmanovic, in un torneo che lo vede logicamente favoritissimo.
Queste le parole tra un match e l’altro da parte del recordman di settimane al primo posto del ranking ATP. Sulla partita: “Ho giocato bene, a parte il game che ho perso sul 5-2. Ho continuato bene e ho servito bene quando necessario, mi sono sentito benissimo. Giocare sul campo dove mi alleno spesso, che è la mia casa, è bello, ma lo trovo strano senza pubblico. Vedere la mia famiglia, gli amici e chi è vicino a me nelle vicinanze del campo è bello […] Dormire a casa è una sensazione unica. Giocare di fronte a famiglia e amici è una bella sensazione. Sono felice che questo torneo sia stato organizzato, è importante per me e mio fratello, abbiamo ricevuto molti commenti positivi. Questo ci incoraggia per fare meglio nel prossimo anno“.
Sulla sconfitta con Evans a Montecarlo: “Penso che a volte perdere una partita sia anche meglio e, se potessi scegliere quando, sarebbe nella stagione su terra. Questo mi ha indicato come giocare. […] Ho già dimenticato il match con Evans. Sono felice di come ho giocato, quindi vado avanti“.
Tra le altre cose, una curiosità: una nuova specie di lumaca è stata scoperta vicino a Podgorica, in Montenegro, e le è stato dato il nome di Djokovic (precisamente Travunijana djokovici). Il serbo ha dichiarato. “Sono contento perché sono appassionato di natura ed ecosistemi e apprezzo tutti gli animali e piante. Tento di vivere in armonia con la natura. La news mi ha fatto ridere. Non so quanto questo sia simbolico, perché nella mia carriera ho sempre cercato di essere veloce. Forse è un messaggio per dirmi di andare più piano“.
Foto: Serbia Open Press Release / Marko Djokovic/Starsportphoto ©