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Biathlon, le difficoltà al tiro di Johannes Bø causate da una vecchia operazione alla spalla?

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Nel biathlon uno dei principali motivi d’interesse del 2020-21 è stato l’entusiasmante testa a testa per la conquista della Coppa del Mondo tra Johannes Bø e Sturla Holm Lægreid. Il primo era annunciato come sicuro dominatore dell’annata agonistica, invece è incappato in una stagione in cui ha sbagliato più del previsto al poligono. Lo testimonia il fatto che la sua precisione sia calata quasi del 7% rispetto al 2019-20. Al tempo stesso, la prepotente crescita del più giovane compagno di squadra, ha fatto sì che la Sfera di cristallo rimanesse in bilico sino all’ultima gara. Alfine Bø è comunque riuscito a conquistarla, seppur soffrendo le proverbiali sette camicie, peraltro dopo aver archiviato Mondiali deludenti.

Nei giorni scorsi Siegfried Mazet, ex allenatore di Martin Fourcade e ora passato a seguire il tiro della squadra norvegese, ha spiegato al sito specializzato Nordic Magazine quali sono state, a suo modo di vedere, le problematiche dell’ormai ventottenne di Stryn, che non a caso ha cambiato più volte calciolo della carabina durante l’inverno, senza apparentemente trovare beneficio. “Semplicemente, Johannes ha scelto di cambiare qualcosa che secondo me non era il nocciolo del problema. Credo abbia dato troppa importanza a un particolare su cui non avrebbe dovuto focalizzarsi. Era una questione di sensazioni, ma il problema non stava nel fucile, bensì nella sua spalla.

Mazet ha spiegato che lo scandinavo, qualche anno fa, ha subito un intervento dal quale non si è mai completamente ripreso. “Ogni volta che deve appoggiare la carabina alla spalla, soprattutto quando deve sparare a terra, deve fare attenzione a come mette il calciolo, perché se lo appoggia direttamente sulla sua clavicola, prova dolore. È solo un dettaglio, ma fa parte della sua dinamica di tiro. Credo che Johannes se ne sia fatto condizionare più di quanto avrebbe dovuto. Lui sapeva cosa non voleva, ma al tempo stesso non sapeva esattamente cosa voleva”.

“Io ho provato a spiegargli che si stava prendendo un rischio non necessario” – ha concluso Mazet – “c’erano altre soluzioni e semplicemente, l’ideale sarebbe stato quello di smettere di pensare troppo a questa dinamica. Però, non appena commetteva degli errori, Johannes iniziava ad avere dubbi e perdeva serenità al poligono. Sono convinto che la lotta con Sturla non lo abbia aiutato, perché gli ha messo molta più pressione addosso. L’ho visto in grande difficoltà soprattutto dopo i Mondiali, che per lui sono stati un fallimento. Il suo obiettivo era di vincere una o due medaglie d’oro, invece non ne ha portata a casa nessuna. A marzo ha corso in difesa, sapendo di dover marcare punti a ogni costo per difendere quantomeno la Coppa del Mondo. Ce l’ha fatta, ma ha faticato tantissimo”.

Dunque, secondo Mazet il rendimento al di sotto delle aspettative di Johannes Bø, che dopo aver vinto 26 delle 42 gare a cui ha partecipato nel biennio composto dagli inverni 2018-19 e 2019-20, ne ha conquistate “solo” 4 su 26 nel 2020-21 è stato dettato da questo problema di natura più psicologica che fisica. Riuscirà il norvegese a ritrovare la tranquillità sotto questo aspetto in vista dell’annata olimpica di Pechino 2022?

Foto: La Presse

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