Canoa
Canoa velocità, Oreste Perri: “Vorrei portare altre 3 barche alle Olimpiadi. Burgo-Beccaro da medaglia”
Oreste Perri è un monumento della canoa velocità in Italia. Dopo un’eccellente carriera da atleta negli anni ’70, quando vinse anche un titolo Mondiale nel K1 1000 metri a Belgrado 1975, dal 1988 al 2008 è diventato un vero e proprio demiurgo di questa disciplina. Da commissario tecnico dell’Italia ha infatti collezionato trionfi a grappoli negli anni d’oro di Antonio Rossi, Josefa Idem, Beniamino Bonomi e Daniele Scarpa. Dopo una breve parentesi politica da Presidente della sezione della Lombardia del Coni, il classe 1951 è stato nuovamente richiamato alla guida della Nazionale azzurra di canoa velocità in vista delle Olimpiadi di Tokyo, con l’obiettivo di provare a rilanciare un settore in difficoltà.
I passi avanti, nell’arco del quinquennio, si sono rivelati tangibili. Attualmente sono qualificati per le Olimpiadi di Tokyo il K2 1000 di Samuele Burgo-Luca Beccaro ed il K1 200 metri per il quale sono in ballottaggio per la convocazione Manfredi Rizza ed Andrea Di Liberto. Entrambe le barche potranno giocarsi un risultato di prestigio in Giappone, anche una medaglia. E non finisce qui, perché il Bel Paese punterà a qualificare altri equipaggi nel corso delle regate pre-olimpiche in programma il 12-13 maggio a Szeged, in Ungheria.
Con il ct Oreste Perri abbiamo parlato del percorso di avvicinamento agli ormai imminenti Giochi Olimpici e delle prospettive di una canoa tricolore che ha voglia di tornare a ruggire.
Come si arriva ad una Olimpiade avendo disputato così poche gare nell’ultimo anno e mezzo, chiaramente a causa della pandemia?
“Purtroppo è stata una situazione difficilissima, anche se siamo riusciti a gestirla bene. Abbiamo trovato il modo di poterci allenare nel rispetto delle regole in luoghi dove eravamo sicuri. In inverno siamo stati quattro mesi in Sicilia in un agriturismo molto grande, adesso siamo a Mantova dove abbiamo una ala di un albergo tutto per la squadra e una palestra a totale disposizione. Ci siamo tutelati il più possibile. Sarà una Olimpiade un po’ atipica. Qualche gara siamo riusciti ad organizzarla, qui in Italia facciamo qualche selezione in più. Sono comunque poche rispetto al passato. Questo potrebbe condizionare, ma vedo comunque i ragazzi molto determinati. Speriamo le cose vadano per il verso giusto. Abbiamo cercato di fare qualche percorso cronometrato in più durante gli allenamenti“.
Gli atleti della Nazionale sono vaccinati?
“Qualcuno è vaccinato, qualcuno no. E’ un altro degli obiettivi che ci poniamo, cioè fare in modo che tutti i ragazzi e gli allenatori possano arrivare alla vigilia dei Giochi da vaccinati. Credo che gli organizzatori chiederanno il vaccino per poter partecipare alle Olimpiadi“.
Lo spostamento delle Olimpiadi di un anno potrebbe aver agevolato l’Italia, il cui gruppo è composto da tanti giovani?
“Un anno in più potrebbe aver fatto comodo, ci abbiamo riflettuto anche noi. L’atleta maturo però riesce a mantenere la concentrazione anche per obiettivi a lungo termine. Noi abbiamo giovani che sono maturati bene“.
L’Italia, in campo maschile, non vince una medaglia da Pechino 2008. Burgo-Beccaro possono rompere il digiuno?
“Burgo-Beccaro potrebbero rompere il ghiaccio. Le possibilità ci sono, dalle gare che abbiamo visto lasciano ben sperare. L’Olimpiade è sempre l’Olimpiade. Dobbiamo mantenere i piedi per terra ed umiltà. Burgo farà solo il K2, magari dopo le Olimpiadi si potrà ipotizzare un suo impegno anche nel K1“.
Chi invece è ancora alla ricerca del pass olimpico è Carlo Tacchini. Ritiene che questo ragazzo abbia le qualità per esplodere?
“Tacchini sta lavorando forte. Nel 2019 non è stato in una grande condizione, ma adesso sta andando bene. L’obiettivo è qualificare la barca, ha le qualità per diventare un atleta top. Impegno e determinazione non gli mancano, fisicamente è forte e resistente. Può dare soddisfazioni“.
Nel K2 200 e nel C2 1000 metri si profilano dei ballottaggi molto interessanti.
“Tutti hanno la possibilità di provarci e mettersi in gioco. Le qualificazioni si sono svolte nel 2019, è giusto che alle Olimpiadi vada chi è più competitivo adesso. Bisogna mantenere alta la competitività. Di Liberto va benissimo, tra le selezioni di Milano e la Coppa del Mondo di Szeged decideremo chi rappresenterà l’Italia nel K1 200 tra lui e Rizza. La stessa cosa dicasi per il C2 dove sono in corsa i fratelli Craciun e Santini-Incollingo. Nel settore femminile è più difficile, ma non dobbiamo partire battuti“.
Quante barche le piacerebbe ancora qualificare per le Olimpiadi?
“Vorrei qualificarne altre tre. Saranno gare molto difficili. La squadra è giovane, va vista anche in prospettiva Parigi. Tanti ragazzi hanno la possibilità di fare una carriera molto lunga“.
In campo femminile il nome a sorpresa potrebbe essere quello di Francesca Genzo?
“Francesca Genzo potrebbe anche qualificarsi a Tokyo. Il settore femminile è cresciuto molto, dobbiamo crederci e lavorare. Le ragazze sono valide, con la Federazione abbiamo intrapreso un percorso dedicato al settore femminile“.
Foto: Oycom.com