Canottaggio
Canottaggio, Franco Cattaneo: “Lodo-Vicino possono vincere, piedi per terra per il settore femminile”
Ottimismo ed apprensione sono i due stati d’animo con cui il canottaggio italiano si trova giocoforza a convivere nelle settimane che porteranno alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Gli Europei di Varese hanno confermato la bontà e la forza di un movimento che, sulla carta, si presenterà con almeno cinque barche da medaglia nel Sol Levante. Tuttavia continua a generare ansia e preoccupazione il nemico più subdolo ed invisibile che l’umanità sta affrontando da ormai un anno e mezzo.
E’ notizia di due giorni fa che l’Italia è stata costretta a rinunciare alla tappa di Coppa del Mondo di Zagabria a causa di due positività al Covid di atleti inseriti nell’equipaggio dell’otto senior. Una notizia allarmante, se consideriamo che questa barca dovrà giocarsi la qualificazione olimpica a Lucerna tra poco più di due settimane.
Di questo clima instabile abbiamo parlato con Franco Cattaneo, direttore tecnico della Nazionale italiana di canottaggio.
Dal 15 al 17 maggio si svolgeranno a Lucerna le ultime regate per la qualificazione alle Olimpiadi. Purtroppo l’Italia rischia di non arrivarci nel migliore dei modi dopo la positività al Covid di due atleti dell’otto. Gli azzurri che fanno parte dei corpi militari hanno già effettuato il vaccino, ma quanti invece sono ancora in attesa?
“Abbiamo due casi di positivi, siamo in attesa di sapere altro. La maggior parte dei ragazzi sono vaccinati. Uno ha preso il Covid nonostante il vaccino, anche se era stato tra gli ultimi a farlo. Ognuno però ha fatto solo la prima dose con Astrazeneca. Verso fine maggio dovrebbero fare la seconda dose. Nessuno ti dà certezza di nulla. Il vaccino abbatte tantissimo l’infezione, ma incrociamo sempre le dita. Dopo 15 giorni dalla seconda dose potremmo iniziare ad essere più tranquilli. Attualmente un 40% non è vaccinato tra atleti e tecnici, praticamente ho quasi un atleta per barca che ancora non è vaccinato“.
E’ chiaro che l’Italia si trova a dover convivere con la paura che il Covid possa vanificare 5 anni di lavoro. Per altre realtà invece non è così. Una posizione di netto svantaggio.
“Non mi piace trovare degli alibi, ma so per certo che alcune nazioni hanno già vaccinato tutti. E poi andremo a scontrarci con altre realtà che hanno un’incidenza bassissima come la Nuova Zelanda, che è stata quasi sempre Covid free. La Gran Bretagna ha vaccinato tantissimo, atleti compresi. L’Australia ha pochissime infezioni. Probabilmente i risultati di queste Olimpiadi saranno un po’ condizionati, ma ovviamente è sempre meglio disputarle che cancellarle. Per alcuni ragazzi sarà l’ultima opportunità di prendere parte ai Giochi“.
Passiamo agli aspetti più propriamente sportivi. Agli Europei di Varese c’era curiosità per capire se il quattro di coppia dell’Italia si fosse avvicinato a quello dell’Olanda. In realtà ha dominato: è tornata la barca che conosciamo?
“Abbiamo fatto una bella gara nel quattro di coppia. E’ solo l’inizio della stagione, attenzione a dare una valutazione assolutistica verso questo risultato. Veniamo da momenti difficili. Abbiamo dimostrato che la barca c’è. Dobbiamo ulteriormente crescere, i presupposti ci sono. Non è detto che sarà un duello Italia-Olanda, agli Europei mancava la Germania che è un fatto storico, poi attenzione all’Australia e alle nazioni che ci stanno dietro. Una gara sola non fa testo, già con due allora sarebbe diverso, avresti dei dati più attendibili“.
Il quattro di coppia ci fa venire sempre alla mente Filippo Mondelli, di recente eletto tra i nove atleti del Consiglio Nazionale Elettivo del Coni. Come sta e pensi che in futuro possa tornare a praticare lo sport che ama?
“Spero che in futuro Mondelli possa tornare a gareggiare. Sta lottando strenuamente, deve vincere prima questa battaglia che è dura. Filippo è uno tosto, sono fiducioso che sul traguardo sarà lui a passare con un gran serrate finale“.
A proposito di serrate finale: l’Italia ha ritrovato questa prerogativa dopo diversi anni in cui gli equipaggi azzurri non riuscivano a cambiare passo negli ultimi 500 metri.
“Ho fatto i complimenti alla squadra nella totalità perché sono rimasto contento dopo Varese. Poi abbiamo fatto un D’Aloja ai massimi livelli, i ragazzi mi hanno impressionato, nonostante non avessero grandi avversari: anche quando erano davanti con 15 secondi di vantaggio, continuavano a spingere. La squadra è matura e guerrigliera. Agli ultimi 500-600 metri tira fuori quelle energie necessarie per il serrate finale“.
Lo scorso anno ci hai detto che Matteo Lodo e Giuseppe Vicino, se al 100% della forma, possono battere i fratelli croati Sinkovic nel 2 senza: ne sei ancora convinto?
“Lodo-Vicino possono battere i croati. Se si preparano fisiologicamente e psicologicamente al top, possiamo batterli, perché i nostri hanno delle caratteristiche superiori. E’ chiaro che non devi sbagliare nulla per batterli, sono molto forti, sono un equipaggio vincente e, soprattutto, sono abituati a vincere. Sarà un po’ come Luna Rossa contro New Zealand: servirà la perfezione per batterli“.
Il 4 senza ha speranze di giocarsi una medaglia alle Olimpiadi?
“Il 4 senza viene da un periodo pessimo. Da dicembre, quando si è infortunato Bruno Rosetti, sono riuscito a mettere i ragazzi in barca tutti assieme solo 20 giorni prima degli Europei. Abbiamo perso un bel po’, ma siamo andati oltre le aspettative. C’è tempo di rimediare, certo è che non dobbiamo avere più intoppi fino a Tokyo“.
Per quanto riguarda il doppio pesi leggeri, l’Irlanda è tornata a fare paura. Per Stefano Oppo e Pietro Ruta firmeresti per un podio a Tokyo oppure credi anche in qualcosa di più?
“Non firmo nulla, non è finita qui. Stiamo facendo degli esperimenti da un punto di vista della ricerca per migliorare la velocità della barca. Sono fiducioso“.
Potrebbe materializzarsi la prima, storica medaglia per il settore femminile? Magari nel doppio pesi leggeri che ha vinto a Varese con Valentina Rodini e Federica Cesarini?
“Siamo in un trend di crescita con il settore femminile. Manteniamo i piedi per terra: puntiamo ad entrare in finale con qualche equipaggio. Portare quattro equipaggi femminili alle Olimpiadi equivale a più di una medaglia d’oro per l’Italia. Lo step successivo è entrare in finale alle Olimpiadi“.
Nel 4 senza femminile è stata fatta la scelta di piazzare su questa barca tutte le migliori atlete della punta. L’obiettivo è qualificare questa specialità, magari a costo di sacrificare il 2 senza?
“Per regolamento, i pass che si otterranno nelle ultime regate di Lucerna saranno nominali. Dunque, nel caso in cui il 4 senza si qualifichi, nessuna di quelle quattro ragazze potrà venire dirottata sul 2 senza. Ho lanciato una sfida alle ragazze l’estate scorsa. Ho detto ‘costruiamo un 4 senza, vediamo a Poznan come andiamo e decidiamo il futuro’. Agli Europei 2020 sono arrivate seconde, battendo tanti equipaggi che a Lucerna proveranno a qualificarsi e giungendo non distanti dalle vice-campionesse del mondo dell’Olanda. Inoltre dai nostri dati sappiamo che, statisticamente, se riesci a qualificare un equipaggio nell’ultima regata, di solito fai anche una buona Olimpiade. Quindi abbiamo preso questa decisione in inverno. Se, come speriamo, il 4 senza si qualificherà, allora dovrò cercare due atlete giovani per il 2 senza. L’obiettivo è di dare a più ragazzi possibili l’opportunità di fare le Olimpiadi. In campo femminile, vista la giovane età delle ragazze, una medaglia non è facile, per questo l’obiettivo è allargare la base“.
Altro equipaggio che andrà a caccia del pass olimpico è il doppio senior dei giovanissimi Nicolò Carucci e Luca Chiumento.
“Sono due ragazzi molto giovani, li abbiamo fatti stare insieme da questo inverno. Per Carucci gli Europei sono stati il primo evento internazionale in assoluto. Ha dovuto capire cosa vuol dire gareggiare con chi ha 10-15 anni più di lui. Il nostro era l’equipaggio più giovane di tutto l’Europeo. Quello che mi ha colpito di più è che sono cresciuti tanto dalla batteria alla finale. Con i giovani bisogna avere pazienza, non bisogna commettere l’errore di volere tutto e subito. Nel canottaggio l’esperienza conta tantissimo. Non so se avranno la possibilità di qualificarsi alle Olimpiadi, ma dobbiamo dargli la possibilità di crescere“.
Per l’otto, dopo le ultime positività, le chance di andare alle Olimpiadi si assottigliano.
“Le positività minano molto il nostro progetto dell’otto. Stiamo monitorando la situazione. Ad oggi la vedo abbastanza complessa. Nel canottaggio non puoi inventarti niente: se non hai la possibilità di prepararti, è dura“.
Un otto con Lodo-Vicino-Di Costanzo-Abagnale-Rosetti-Castaldo, ovvero mettendo insieme gli attuali 2 e 4 senza ed aggiungendo altri due atleti, sarebbe un equipaggio imbattibile?
“Di sicuro sarebbe da medaglia. Se avessimo fatto le Olimpiadi nel 2020, avrei chiesto ai ragazzi di cimentarsi in questa avventura dell’otto e credo che mi avrebbero risposto con entusiasmo. Purtroppo non è stato possibile“.
In chiave Parigi 2024, possiamo dormire sonni tranquilli con i giovani?
“Sì, i ricambi non mancano. Quest’anno è anche un anno post-olimpico, sto cercando di allargare il gruppo, ho portato un otto femminile a Varese, che ha fatto una gara di livello adeguato. Anche in campo maschile ci sono diversi ragazzi giovani sull’otto“.
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