Curling
Curling, qualificazioni Olimpiadi Pechino 2022: il regolamento e le speranze dell’Italia
L’Italia cercherà di conquistare la qualificazione alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 attraverso i Mondiali di curling maschile, in programma a Calgary (Canada) da venerdì 2 a domenica 11 aprile. La rassegna iridata mette in palio sei pass per la prossima rassegna a cinque cerchi: le prime sei classificate nel round robin, tra le 14 Nazionali partecipanti, staccheranno il biglietto per i Giochi, a cui è già ammessa la Cina in quanto Paese organizzatore (se gli asiatici saranno tra le magnifiche sei sul ghiaccio, ipotesi molto difficile, allora verranno assegnati soltanto cinque pass).
Le squadre classificate tra il settimo e il quattordicesimo posto, esclusa eventualmente la Cina, si daranno battaglia a dicembre in un torneo preolimpico che assegnerà gli ultimi tre posti a disposizione (quattro se la Cina sarà tra le migliori sei ai Mondiali). L’Italia maschile ha tutte le carte in regola per giocarsela, anche se fare festa già a Calgary appare molto difficile, vista l’elevatissima concorrenza (più probabile provarci al preolimpico).
Canada, Svezia, Svizzera, USA, Scozia sono sulla carta più accreditate. Con Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia, Russia si può battagliare alla pari, mente Giappone e Corea del Sud sono da battere, come la Cina. In sostanza, sulle 14 Nazionali che sono iscritte ai Mondiali ben 10 si qualificano alle Olimpiadi. La missione non è poi così impossibile e c’è il sogno di ripetere la qualificazione strappata per PyeongChang 2018, la prima sul campo (a Torino 2006 si era ammessi in qualità di Paese organizzatore).
L’Italia femminile giocherà il suo Mondiale tra fine apile e inizio maggio. Valgono le stesse regole degli uomini. Il compito sembra più arduo per le nostre ragazze, le quali dovranno giocarsi il tutto pe tutto contro Repubblica Ceca, Estonia, Giappone, Corea del Sud, vista l’elevata caratura delle altre compagini. Tutto rinviato al preolimpico? Staremo a vedere, l’obiettivo sfumò nel 2018 per un soffio.
Foto: Lapresse