Mentre il weekend del GP di Imola si avvicina sempre più a grandi passi, Carlos Sainz cerca di proseguire il suo adattamento all’universo Ferrari, di cui da quest’anno è uno dei piloti titolari della line-up “in rosso” assieme a Charles Leclerc. Lo spagnolo sa che le aspettative su di lui sono molto alte, ma non sembra troppo risentire di questa pressione, anche perché da figlio d’arte è abituato a convivere con queste attese.
In un’intervista al Corriere della Sera, ha infatti reso noto il suo rapporto “automobilistico” col padre, il leggendario campione di rally (due volte iridato) Carlos Sainz Senior: “Erano motivati a battermi a causa del mio cognome, in questo modo mi sono abituato a combattere. Anche nel calcio succede la stessa cosa, immagina quando Andrea Pirlo assiste alla partita del figlio, gli altri giocatori si vogliono far notare. Credevo fossimo amici, ma non era così: si mangiava insieme la merenda, oppure una pizza di sera. In pista però combattevano duramente contro di me: buttandomi fuori e superandomi. Ad un certo punto ho capito che avrei dovuto cambiare atteggiamento”.
“Fu mio padre a dirmi – prosegue – che avevo due alternative: mangiarli, altrimenti sarei stato mangiato. Divenni più agguerrito, smisi di uscire con loro a mangiare la pizza e a considerarli amici. Il mio obiettivo era correre, non fare nuove amicizie”.
Poi continua: “E mio padre è sempre accanto a me, anche quando commetto degli errori. Posso anche dire che è una specie di manager. Quando avevo 11 anni, voleva che ricordassi la pressione delle gomme, il set-up, il tipo di assiale. Era molto complicato all’inizio, poiché non capivo l’importanza di ricordare tutti questi dati. Adesso ho capito e in F1 è molto utile tenere a mente queste informazioni. Grazie ai suoi insegnamenti, posso migliorare”.
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