Formula 1
F1, Ferrari migliorata dopo Imola: che cosa è cambiato a Maranello rispetto al 2020?
In una F1 dai regolamenti in parte congelati si faceva fatica a intravedere qualcosa di buono per chi, visto il progetto sbagliato l’anno passato, doveva inseguire. Il riferimento chiaro è alla Ferrari: la SF1000 era stata una monoposto disastrosa e la chiosa in sesta posizione del campionato costruttori 2020 aveva posto l’accento su una situazione molto critica. Per questo, le attese non erano molte nel campionato 2021, considerando il fatto che la SF21 sarebbe nata sul telaio della monoposto precedente.
Dopo Imola, si può parlare invece di grandi miglioramenti per il Cavallino Rampante. Certo, si è ben lontani da quello per cui la Rossa corre, ovvero vincere il titolo, ma visto il livello in cui si era si deve sottolineare l’ottimo lavoro svolto a Maranello. La domanda é: che cosa ha permesso alla Ferrari di ridestarsi dal proprio torpore ed essere in lizza per il terzo posto nel campionato costruttori?
La risposta è che, in primis, la famosa correlazione tra i dati al simulatore e quelli in pista c’è. Questo si traduce in qualcosa di importante, ovvero la possibilità che gli sviluppi pensati dai tecnici abbiano riscontri nella realtà. Non a caso l’introduzione di un nuovo cofano motore e di un nuovo fondo hanno giovato alla macchina del Cavallino all’Enzo e Dino Ferrari, favorita anche da delle condizioni d’asfalto con temperature basse sul circuito del Santerno.
E’ evidente però che alcune criticità siano ben presenti e la potenza del motore, di sicuro maggiore rispetto a quella del 2020, sia ancora uno dei punti deboli. Tuttavia, a differenza della stagione passata, si sa in quale direzione andare e cosa fare. Una macchina, giova ricordarlo, su cui la Ferrari non si “svenerà” perché tante risorse saranno impiegate nel progetto 2022. Questi risultati, però, sono importanti per compattare il Reparto Corse, accrescendo l’autostima e la consapevolezza di lottare con chi (Mercedes e Red Bull) è avanti quando tutti dovranno partire da zero.
Foto: LaPresse