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Giro d’Italia 2021, Vincenzo Nibali: tappe o classifica? Magrini: “La top5 grasso che cola”

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Come abbiamo visto nei giorni scorsi, il ciclismo italiano sta vivendo il periodo più buio della sua storia. Ne abbiamo parlato con il ct Davide Cassani, Danilo Di Luca e Riccardo Magrini. Tra un mese andrà in scena il Giro d’Italia e la mancanza di corridori azzurri rischia di farsi sentire ulteriormente. Ad oggi un erede di Vincenzo Nibali per le corse a tappe non esiste. Sarà dunque lo Squalo a dover sorreggere ancora una volta da solo le sorti di un intero movimento, peraltro ormai alla bella età di 36 anni.

A dire il vero il siciliano, già il febbraio scorso, aveva annunciato che non avrebbe puntato alla classifica della Corsa Rosa, bensì solo a qualche successo parziale. Obiettivo confermato ad OA Sport anche da Luca Guercilena, direttore generale della Trek-Segafredo: “Penseremo prima di tutto alle tappe, poi vedremo“.

Dichiarazioni veritiere o semplice depistaggio? Forse lo Squalo preferisce presentarsi a fari spenti per non creare eccessive aspettative nei propri confronti, soprattutto dopo essere rimasto scottato dall’atipica edizione del 2020 conclusa distante dal podio?

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Il ct Davide Cassani sostiene che “secondo me Vincenzo deciderà strada facendo se fare classifica“. Riccardo Magrini, affermato commentatore tecnico di Eurosport, vede invece il corridore italiano ancora protagonista: “Sono convinto che Nibali possa fare un buon Giro. Il 2020 è stato troppo anomalo, a una certa età hai bisogno di correre tanto. Infatti quest’anno si sta già vedendo un rendimento diverso da parte di corridori di una certa età come Valverde o Van Avermaet. Per me una top5 per Vincenzo Nibali sarebbe grasso che cola. C’è da puntare alle Olimpiadi, per me farà una bella stagione”.

L’ex-corridore toscano, vincitore di una tappa al Giro ed al Tour negli anni ’80, non dimentica che il siciliano ha nascosto per troppi anni i reali problemi del ciclismo tricolore: “Nibali è stato la nostra salvezza, un po’ ha camuffato, ma non solo lui. Abbiamo avuto anche Viviani per la velocità ed altri corridori importanti. Ma tutto dipende dalla base che è malata. C’è gente che non sa insegnare e non capisce un tubo di ciclismo, a volte dipendiamo dai volontari“.

Può essere Giulio Ciccone il futuro dell’Italia nei grandi giri? Magrini è scettico: “Ciccone è un paio di scalini sotto ai Pogacar e Roglic. Questa è una generazione di corridori che spaccano le corse, noi non ci andiamo neanche vicino. Il ciclismo è bello, ci si diverte anche se non ci sono italiani. Noi non siamo in grado di competere con questi mostri. E ancora non abbiamo visto Evenepoel, che mi dicono che stia andando molto forte… Io non ci credo che Evenepoel possa fare classifica al Giro, perché di fatto è fermo da un anno e mezzo. Però è impossibile escluderlo a priori dai pronostici“.

Foto: Lapresse

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