Seguici su

Golf

Golf, è l’ora del Masters 2021. Augusta è pronta ad ospitare il primo Major stagionale

Pubblicato

il

Sono passati 141 giorni, ma è bello essere già tornati. Il PGA Tour torna in Georgia e si accinge ad affrontare il Masters 2021, il tradizionale primo Major della stagione e uno degli eventi più attesi del calendario sportivo a tutto tondo. Con il torneo dello scorso anno che si è svolto a novembre, i puristi del golf saranno lieti di vedere l’85a edizione di questa storica competizione tornare alla sua giusta posizione nel programma. Lo spettacolo si terrà naturalmente presso il pittoresco Augusta National Golf Club, con i suoi green ondulati che spesso tendono a intrappolare i giocatori inesperti, regalando un grande vantaggio a colore che hanno precedenti esperienze qui.

Con una giacca verde e oltre 2 milioni di dollari consegnati al vincitore di questo prestigioso evento, il Masters 2021 sarà probabilmente un’altra resa dei conti estremamente competitiva. Anche se i favoriti raramente riescono a confermare le aspettative ad Augusta, il vincitore del 2020 Dustin Johnson mirerà a diventare uno dei pochi giocatori a mantenere la giacca verde. L’ultimo a riuscirci è stato Tiger Woods nel 2001/02, il quale naturalmente non sarà al via dopo il terribile incidente stradale che gli è capitato.

Bryson Dechambeau cercherà il riscatto dopo un’apparizione altamente deludente al debutto pochi mesi fa, concluso al 34 ° posto. Il bombardiere più lungo del tour può avere un grandissimo vantaggio su un campo come Augusta, ma come sempre qui sarà poi il rendimento attorno ai green e soprattutto la corretta strategia a fare la differenza. Jon Rahm, Justin Thomas e Brooks Koepka sono certamente altri nomi di peso della vigilia, ma tanti fari saranno puntati specialmente su Jordan Spieth. Il tre volte campione Major è tornato al successo lo scorso weekend e si presenta sul suo campo preferito nella migliore forma fisica e psicologica possibile. Dopo due anni deludenti da queste parti sembra poter essere arrivare l’ora del riscatto per il texano.

Il campo dell’Augusta National fu disegnato da Jones e Alister MacKenzie e inaugurato nel gennaio nel 1933. Si tratta di un classico par 72 di 7.425 yards, con la caratteristica madre di avere dei green in erba bentgrass ondulati e davvero velocissimi. I venti vorticosi che sporadicamente raggiungono Augusta hanno reso iconiche alcune delle buche del percorso, in particolare al par 3 della dodici dove le folate possono entrare davvero in ogni direzione e cambiare rapidamente.

I fairway sono spesso stretti e soprattutto presentano diverse pendenze che rendono molto diversi i colpi d’approccio al green, in base alla zona d’atterraggio. Proprio a causa di questo la caratteristica che storicamente più paga ad Augusta è proprio l’Approach to the green, in quanto queste superfici ridotte richiedono un’estrema precisione per essere raggiunte nelle zone corrette. Naturalmente a tutto questo si aggiunge la fondamentale caratteristica del putt. Per chi non riesce ad avere un gioco corto efficace, in particolare proprio sui green, i bogey a ripetizione sono sempre dietro l’angolo e la green jacket diventa quasi immediatamente un’utopia.

I dog leg presenti ad Augusta sono complicati da gestire, con un enorme varietà di piante e alberi che fanno da guardia ad entrambi i lati dei fairway, pronti a inghiottire i tee shot errati. Il punto più affascinante del complesso resta il tradizionale e difficilissimo trittico dell’Amen Corner, che comprende l’unica zona dove l’acqua gioca un ruolo predominante: dal colpo al green della 11, passando per la sopracitata 12 e infine col par 5 della 13, una buca certamente di recupero ma che in passato ha saputo regalare colpi di incredibile bellezza e decidere interi Masters.

Foto: LaPresse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità