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Masters1000 Miami, il segreto di Jannik Sinner: alzare il livello in maniera esponenziale nei punti decisivi

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Diciannove anni e non sentirli, giocare con la maturità di un campione consumato. Tutto questo è Jannik Sinner, che ha conquistato la sua prima finale della carriera in un Masters 1000. Un traguardo raggiunto a Miami, dopo aver saputo rimontare lo spagnolo Roberto Bautista Agut al termine di una battaglia di due ore e mezza.

Bublik ha detto di Jannik che è un robot, che non è umano ed il kazako forse ha usato le parole giuste per descrivere l’altoatesino. Sinner è micidiale nel suo restare sempre tranquillo, nel non lasciar trasparire emozioni, anche quando la partita sembra scivolare via. Una concentrazione impressionante, un pensiero sempre alla partita, punto dopo punto, allo scambio che deve arrivare, al servizio da effettuare o alla risposta da dare.

Quando la partita si accende ed entra nel momento topico, ecco che Sinner cambia marcia e diventa praticamente inarrestabile. Una caratteristica che solo i grandi campioni hanno, quella che rende un 19enne un predestinato. Anche oggi Jannik ha saputo tirare fuori il meglio del suo tennis nei momenti di maggiore pressione.

Il primo senza dubbio nel settimo game del secondo set, quando si è trovato sotto per 0-40. Tre vincenti consecutivi e tre palle break, molto simili a dei match point, cancellate. Da quel game si è aperta la strada per conquistare la seconda frazione per 6-4, con un decimo game entusiasmante e che non ha lasciato scampo allo spagnolo.

Nel terzo set, però, si è vista la stoffa del campione. Sotto 3-1, Sinner ribalta tutto, strappando a zero il servizio all’avversario nel sesto gioco. Nel finale di partita si pensa che l’esperienza di Bautista Agut possa essere un vantaggio per lo spagnolo ed invece è questo il momento in cui Jannik alza il suo livello di gioco e praticamente non fa toccare più una pallina al suo avversario. Nel decimo game un vincente di rovescio clamoroso ed un dritto altrettanto meraviglioso sono il viatico verso la chiusura perfetta. Game a zero e semifinale conquistata, tipico di un campione consumato di 19 anni e alla sua prima finale.

FOTO: LaPresse

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