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Masters1000 Miami: servizio e gioco di volo le lacune su cui Jannik Sinner dovrà lavorare

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Una cosa è certa, in merito alla finale del Masters 1000 di Miami: per Jannik Sinner questo è solo l’inizio. A 19 anni, infatti, pur se in quest’occasione sconfitto dal polacco (e amico) Hubert Hurkacz, l’altoatesino può ben dire di avere in mano la possibilità di riprendersi i livelli raggiunti in quest’occasione, e non una volta sola.

Come ha detto lo stesso giocatore in sede di premiazione, riferendosi anche al lavoro da effettuare con Riccardo Piatti, “torneremo ancora più forti“. In questa frase c’è tutta la voglia di Sinner di migliorare, di prendere una direzione ben precisa, che è quella dell’aggiungere cose al suo arsenale tecnico. Parliamo, del resto, di un ragazzo il cui tennis è ancora ben lungi dall’essere totalmente costruito, con alcuni punti di grande forza e altri che, invece, sono ancora in via di sviluppo.

Un punto ancora dolente, pur con miglioramenti ben evidenti dovuti anche a una certa frequentazione del doppio (anche col suo avversario di oggi), è quello relativo al gioco a rete: si sono viste, occasionalmente, alcune situazioni in cui l’ormai prossimo numero 22 del mondo si è perso in situazioni non poi così difficili. Il processo di miglioramento nella zona di campo più offensiva (e rischiosa) del tennis è comunque qualcosa che richiede del tempo per essere assimilato: la cosa sicura è che il numero 3 d’Italia sta già mostrando di non voler rimanere ancorato a un certo tipo di gioco, ma di volersi evolvere.

La settimana di Miami, inoltre, è stata un po’ complicata per Sinner anche dal punto di vista del servizio, che a volte (soprattutto all’inizio degli incontri) non è riuscito a essere incisivo come nei desideri del nativo di San Candido, che pure possiede una prima con la quale riesce ad impostare lo scambio e una seconda con la quale è al momento l’11° miglior giocatore per punti vinti. La situazione con le prime è comunque migliorabile: in campo ne mette il 62.42%, di punti ne vince il 68.87% (a tal proposito, in quest’ultima classifica, al momento, nel 2021 il primo italiano è Matteo Berrettini, la cui battuta appartiene però ad una categoria a parte). I dati, in particolare, mostrano che la parte sulla quale ottiene meno è quella relativa al servizio comunemente definito “al corpo”, che nel 2021 è rimasto sotto il 60% di punti guadagnati. Tutti dati che, è vero, dipendono anche dal tipo di giocatori affrontati, ma sui quali il lavoro dietro è costante.

Foto: LaPresse

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