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MotoGP, Joan Mir: “Per Suzuki la gara-bis sarà un vantaggio. Miller dice che ci siamo nascosti? No, ci è mancato un giorno di test”

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Joan Mir ha concluso in quarta piazza il Gran Premio del Qatar, rendendosi protagonista di una bella rimonta dalla nona posizione di partenza. Cionondimeno, il Campione del Mondo in carica può essere considerato un deluso della gara iniziale. Infatti è arrivato all’ultima curva in seconda posizione, ma non ha percorso la piega conclusiva utilizzando la traiettoria ideale, vedendosi scavalcato dalle Ducati di Johann Zarco e Francesco Bagnaia. Ecco cosa ha dichiarato il maiorchino nella conferenza stampa tenuta dalla Dorna nel giovedì antecedente al GP di Doha.

“È stato un weekend difficile, perché ho faticato tanto a trovare il feeling corretto con l’anteriore. Ho avuto diversi problemi e questo mi ha reso tutto più difficile. Nel warm-up però sono riuscito a trovare un po’ di feeling in più e questo mi ha permesso di disputare una buona gara. Non ho fatto una buona partenza e la parte iniziale del GP è stata complicata, però nella seconda metà sono cresciuto di rendimento e ho realizzato una buona rimonta, cercando di gestire nel miglior modo possibile gli pneumatici”.

Cos’è successo alla curva 16? Sei entrato per secondo, ma hai tagliato per quarto la bandiera a scacchi. “Diciamo che sono stato un po’ troppo ottimista, andando leggermente largo all’ultima curva e questo non mi ha aiutato ad arrivare secondo. Però bisogna dire che Zarco e Bagnaia sono stati bravi a riavvicinarsi”.

In questo secondo weekend cercherai di cambiare qualcosa rispetto al primo? “Sì, ho in programma di cambiare qualcosa in vista della qualifica e dei primi giri della gara. Come ho già detto, siamo andati molto forte nella parte finale, però sfruttando le gomme un po’ troppo per rimontare. Quindi, per questo weekend, il nostro obiettivo sarà quello di partire nel gruppo di testa e di rimanerci anche nelle fasi iniziali”.

Il fatto di avere una gara-bis qui a Losail vi può dare fiducia? Dopotutto la Suzuki ha dimostrato di essere ancora la moto più versatile. “Sì, questo è vero, però è anche necessario lavorare per migliorare il nostro mezzo. L’anno scorso abbiamo mostrato un ottimo potenziale nelle gare-bis, soprattutto in Austria e ad Aragon. In entrambi i casi nella seconda gara abbiamo trovato qualcosa in più rispetto alla settimana precedente. Quindi penso che per noi sia positivo avere un double header.

Se potessi scegliere le piste dove permettere alla Suzuki di usare la wild card per il test rider, quali sceglieresti, in maniera tale da avere una moto in più con cui raccogliere informazioni in pista? “Probabilmente Portimao, perché lo scorso anno io ho faticato lì. Poi ovviamente le piste nuove, come per esempio quella della Finlandia”.

Dopo aver concluso il primo weekend, se dovessi nominare il rivale più pericoloso in vista del Mondiale. “Non si può ancora rispondere a questa domanda. Ci sono tanti piloti che hanno dimostrato un altissimo potenziale. La cosa importante è essere nella mischia. Chiaramente chi ha lottato per vincere settimana scorsa sarà difficile da battere anche”.

Jack Miller ha detto che Suzuki potrebbe aver nascosto qualcosa durante i test e vi considera uno dei team più forti in assoluto. Cos’hai da dire in merito? “No, non abbiamo cercato di nascondere nulla! Abbiamo semplicemente svolto il nostro programma durante le prove, soprattutto nelle prime tre giornate, lavorando poi solo un giorno in vista della gara. Abbiamo perso l’ultimo giorno e probabilmente è stato quello che ci è mancato proprio in vista del GP. Poi in gara sono cresciuto di rendimento perché ho trovato le soluzioni migliori solo nel warm-up. Dopotutto qui in Qatar è molto difficile effettuare due run con le stesse condizioni di pista, quindi è complicatissimo avere dati attendibili. La cosa importante è avere trovato in extremis un assetto con cui mi trovo abbastanza bene e dal quale ripartirò domani”.

Ti piace gareggiare in notturna, fatto che si verifica solo a Losail? “Per me gareggiare in notturna è molto bello, perché la temperatura è quella ideale. Tra l’altro normalmente gareggiamo con molta umidità in estate, invece qui è molto più secco. La differenza principale è rappresentata dalle ombre in curva. A volte pensi di vedere l’ombra della tua moto, invece è quella di un avversario. In ogni caso, a me piace molto”.

Foto: MotoGPpress.com

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